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Beau Ha Paura: tutte le curiosità e le prime impressioni sul film con Joaquin Phoenix

Ari Aster, grazie anche all’apporto straordinario dell’A24, casa di produzione che sta rivoluzionando il cinema di genere e restituendo il cinema indipendente al grande pubblico, si è imposto con soli due film come autore-pilastro nel panorama internazionale.

Pur attirando a sé non poche critiche, con Hereditary ha firmato un clamoroso esordio, non privo di ingenuità ma proprio per questo devastante nella sua imperfezione: una famiglia, un dramma e l’elaborazione di questo si sposano con la dimensione soprannaturale e demoniaca. Midsommar, sospeso nelle lande di un villaggio isolato dove è sempre giorno e l’orrore sembra ancora più nitido, indaga le medesime emozioni, anche se in maniera differente: in questo caso la paura non
deriva da elementi paranormali, bensì dall’interiorità degli esseri umani, dalla bestialità primitiva che dimentica la civiltà e libera una terribile ma necessaria catarsi.

La sua nuova creazione, Beau Ha Paura, in uscita il 27 aprile, manda avanti il filo rosso del trauma con un linguaggio probabilmente diverso, quello spaesante della commedia horror, e può vantare la presenza del premio Oscar Joaquin Phoenix come attore protagonista.

Beau ha paura: una pellicola folle e difficile da inquadrare

Il film, secondo quanto anticipato da Ari Aster, seguirà l’epopea di vita di uno dei più grandi imprenditori di tutti i tempi. Il regista e sceneggiatore statunitense ha precisato che si tratterà di una “commedia da incubo in cui il trauma avrà sempre un posto”, e non del classico horror che gli amanti del suo cinema potrebbero immaginare.

Il budget di realizzazione inoltre si attesta intorno ai 60 milioni di dollari, cifra smisurata rispetto agli standard dell’A24. Nonostante la richiesta di accorciare il montaggio finale (inizialmente la durata superava le tre ore), la casa di produzione evidentemente crede fino in fondo nella genialità del giovane autore e condivide con lui il desiderio di offrire agli spettatori un prodotto spiazzante e unico.

Insomma, ambizione creativa e produttiva coincidono alla perfezione, non resta che attendere l’uscita, accomodarsi in sala e lasciarsi sorprendere da un film che promette di portare nuova linfa al genere horror e in generale al cinema d’autore contemporaneo.

Difficoltà e imprevisti: aneddoti sulla lavorazione

Il set di un film così misterioso e indecifrabile non poteva che conoscere una lavorazione problematica da ogni punto di vista. Aster, in un’intervista rilasciata durante le riprese, ha ammesso di voler realizzare questa storia da circa dieci anni e di essere quasi incredulo al pensiero di concretizzarla.

Stephen McKinley Henderson, uno degli attori, ha raccontato qualche retroscena dietro il rapporto lavorativo tra Aster e Phoenix, affermando che sul set si relazionavano tra loro come vecchi amici: litigavano e tornavano in armonia anche nel giro di pochi secondi, ma questo non ha mai influito sul lavoro della troupe. Il ruolo di Beau si è rivelato piuttosto intenso per Joaquin Phoenix, che a breve avremo il piacere di ammirare anche nel nuovo capitolo cinematografico di Joker.

Aster gli ha affidato forse il personaggio più complicato della sua carriera, un uomo ansioso e mentalmente devastato che affronta un viaggio psichedelico e surreale, mettendolo alla prova con sfide pericolose anche sul piano fisico, ma lui non si è mai tirato indietro. Durante una scena con Patti LuPone, che nel film interpreta la madre di Beau, l’attore ha addirittura perso i sensi all’improvviso ed è stato soccorso da una squadra di medici. Un episodio abbastanza significativo, che evidenzia la pressione fisica e psicologica cui il divo è stato sottoposto durante le riprese.

L’unione artistica tra lui e Aster ha sicuramente prodotto qualcosa di potente e inedito ed entrambi si sono concessi all’altro con generosità, non a caso è trapelata la notizia che la collaborazione tra i due proseguirà anche nel prossimo lavoro del regista, un western di cui ancora non si conosce il titolo.

Le impressioni dopo le prime proiezioni oltreoceano

Le prime proiezioni di Beau Ha Paura hanno subito creato scandalo e discussioni. Ari Aster, in occasione del primo giorno del mese, ha sorpreso tutti con un gradito pesce d’aprile: al posto di Midsommar ha fatto proiettare il nuovo film e si è trattenuto in sala per accogliere il pubblico presente. C’è chi l’ha definito un viaggio nevrotico e perverso, chi un’odissea folle, chi il progetto più sfrenato dell’autore. Una cosa è certa: la visione non vi lascerà indifferenti. La descrizione più bella, però, l’ha fornita lui stesso: “un Signore degli Anelli ebreo, ma sta solo andando a casa di sua madre”!

Il nuovo progetto di Ari Aster sarà dunque un’occasione per entrare nella mente e nelle ansie di un protagonista tutto da scoprire, ma anche di affrontare le proprie inquietudini più intime e nascoste. D’altronde, è esattamente questa la funzione catartica dell’horror, troppo spesso sottovalutato e relegato a genere minore: condurci faccia a faccia con le nostre paure, lottare con i veri mostri che ci infestano la quotidianità e i pensieri.

Leggi anche: Midsommar – Il villaggio dei dannati (2019)

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Corrado Monina

Corrado Monina

Mi chiamo Corrado, mi occupo di sceneggiatura, regia e critica e lavoro per il Filmstudio di Roma come responsabile creativo. Amo il cinema, la musica e tutto ciò che ruota intorno alle arti visive e alla letteratura.

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