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IZombie – Recensione

Una nuova serie tratta da un fumetto che ci mostra gli zombie sotto una luce diversa, meno barcollanti e più sentimentali, meno verdi e più affascinanti: “IZombie”.

IZombie: dai creatori della serie cult “Veronica Mars”

IZombie

“IZombie” è una serie tv ideata nel 2015 da Rob Thomas – conosciuto come il creatore dell’acclamata serie “Veronica Mars”, nonché regista dell’omonimo film, e co-creatore di altri tormentoni teen come “90210” – e Diane Ruggiero-Wright, anche lei produttrice esecutivo di varie serie come “Veronica Mars”, “Dirty Sexy Money” e “The Ex List” e sua collaboratrice per il film sulla giovane investigatrice bionda.
Come Veronica Mars, Liv, la protagonista, è una zombie che si caccia nei guai, tentando di scoprire la verità che ogni crimine cela dietro e dentro di sé.

IZombie: un fumetto che diventa serie tv, le pagine che diventano episodi

“IZombie” prende spunto dall’omonimo fumetto, realizzato da Chris Roberson e Michael Allred per l’etichetta Vertigo della DC Comics; ciò spiega i vari inserti di fermo immagine sotto forma di fumetto all’interno delle puntate e la sigla, una sorta di argomentum della trama, che riassume come Liv sia diventata una non morta. Segue perciò la scia inaugurata da “Arrow” e “Flash”, anche loro lavori della DC e anche loro prodotti per la rete The CW, il canale per giovani che maggiormente sforna serie di questo tipo in rotta di collisione verso il Belpaese.

La protagonista di IZombie è la novella zombie Olivia Moore, che si presenta a tutti con l’abbreviazione non casuale Liv, che tramite un gioco di parole ci riporta ad un’uguaglianza fonica con la frase live more; uguaglianza abbastanza comica dato che è una non morta!

Liv è interpretata da Rose Mclver, già conosciuta al pubblico come la Lindsay di “Amabili Resti” di Peter Jackson, che con un look goth cerca di mascherare il pallore e le occhiaie profonde presentatesi dopo un party, quando si risveglia non morta e con un’improvvisa fame per i cervelli umani.

La trama svolge i primi episodi in modo monotono, in quanto Liv, trovando impiego presso il medico legale Ravi Chakrabarti, suo confidente e unico a conoscere la sua vera natura, inizia a cibarsi dei cervelli delle vittime portate all’obitorio, assumendo caratteri e capacità dei possessori della materia grigia ingurgitata e avendo visioni riguardanti la loro morte; visioni che permettono al detective Clive Babineaux, che la crede una sensitiva, di risolvere i vari casi di omicidio.

La storia fortunatamente scioglie ben presto questo schema ripetitivo “mangio il cervello-ho le visioni-aiuto il detective-caso risolto”, innestando una seconda trama, che permette lo sviluppo della serie, nella quale Liv e il suo datore di lavoro si cimentano nella ricerca della causa che determina la trasformazione in zombie, imbattendosi in vari personaggi, i ‘cattivi’, anche loro non pienamente vivi.

A condire la vicenda troviamo Robert Buckley nei panni dell’ex di Liv, Major Lilywhite, (comparso già in “One Three Hill” e “666 Park Avenue”), Bradley James, il principe Artù di “Merlin”, qui nei panni di un moro zombie accattivante e il sadico David Anders, alias Blaine DeBeers, non nuovo nei panni di cattivo della situazione, in quanto già in “The Vampire Diaries” interpretava l’ambivalente John Gilbert e in “Heroes” era Adam Monroe, il principale antagonista della seconda stagione.

IZombie: quando gli zombie invadono il paranormal romance

IzombieLiv e gli altri zombie, così come tutte le creature horror del nostro immaginario, che hanno invaso le tv e i cinema negli ultimi anni, hanno parvenze umane, talvolta bella presenza, capaci di ragionamento e con poteri speciali, che in questo caso sono la facoltà di vedere la causa del decesso del cervello digerito e di assumere le capacità di quella persone, che non sempre si rivelano utili in quanto contengono anche paure e dipendenze.

La moda di creare personaggi di telefilm che si rifanno ai classici mostri, trapiantandoli nella nostra realtà e facendoli comportare come comuni mortali, è prerogativa dello sviluppo del genere paranormal romance, sottogenere del dark fantasy, che aveva già generato fenomeni come “The Vampire Dieries”, “Teen Wolf” e “The Originals”; questa volta però a invadere lo schermo sono gli zombie.

I morti viventi hanno riscosso già un grande successo negli ultimi anni, interessando sia il cinema (ricordiamo l’amore shakesperiano di “Warm Bodies” e il rifacimento in chiave horror di “Pride & Prejudice and Zombie”) che la tv (come l’enorme successo di “The Walking Dead” o il promettente “In the Flesh” e potremmo continuare all’infinito la lista delle serie dei non morti).

“IZombie” si distingue dalle altre per la sua originalità, ma oltre alla presenza di qualche zombie buono, la serie contiene un lobo occipitale di comicità, un lobo frontale di dramma e horror, un cervelletto di crime, un pizzico di ironia per un frullato energetico all brain che farà venire l’acquolina in bocca anche ai più schizzinosi!

Erika Micheli

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