La musica ha il potere di unire le persone, e il concerto di Bombino, stella del desert blues, al Tempio di Venere a Roma ha dimostrato quanto sia forte questo legame. Il noto artista nigerino ha incantato il pubblico con le sue sonorità uniche, portando un messaggio di pace e speranza. Questo evento ha segnato la conclusione della rassegna ‘Venere in Musica‘, un’iniziativa che ha visto esibirsi alcuni dei più grandi nomi della musica internazionale.
Un viaggio musicale nel deserto
Bombino, il cui vero nome è Goumour Almoctar, ha trasformato il Tempio di Venere in un palcoscenico vibrante, evocando le atmosfere calde e suggestive del Sahara. Il concerto, durato circa due ore, ha trasportato gli spettatori in un viaggio sonoro che ha richiamato alla mente le carovane del deserto. Con una scaletta flessibile, il musicista ha eseguito brani tratti dal suo ultimo album ‘Sahel‘, mescolando melodie ipnotiche e ritmi coinvolgenti. La sua musica, una fusione di blues e rock, è stata accompagnata da un’atmosfera di festa e celebrazione.
Durante il concerto, Bombino ha interagito con il pubblico, creando un legame speciale. Un momento di pausa si è verificato a causa di un piccolo problema tecnico con la chitarra elettrica, ma l’artista ha affrontato la situazione con umorismo, scherzando sul fatto che gli strumenti avevano “attraversato tutto il deserto”. Questo episodio ha permesso al pubblico di ascoltare il suo messaggio di pace, un tema ricorrente durante la serata.
Un messaggio di pace e unità
La parola “pace” è risuonata più volte durante il concerto, sottolineando l’importanza di questo concetto per Bombino e per il suo pubblico. L’artista ha espresso il desiderio di una “pace duratura in ogni parte del mondo”, un appello che ha trovato eco nei cuori di tutti i presenti. Affiancato dai suoi musicisti, tra cui Anass Almahamoud al basso e Mohamed Alhassan Kawissan alla chitarra ritmica, Bombino ha creato un’atmosfera di unità e condivisione, dove la musica diventava un mezzo per esprimere sentimenti profondi e universali.
Il batterista Corey Wilhelm, che fa parte della band dal 2013, ha contribuito a rendere il suono di Bombino ancora più ricco e coinvolgente. La combinazione di melodie elettrizzanti e vocalismi in Tamashek, la lingua dei Tuareg, ha reso ogni brano un’esperienza unica, capace di toccare le corde più intime degli ascoltatori. La musica di Bombino, che lui stesso definisce ‘Tuareggae‘, rappresenta una fusione originale di stili che riflette la sua identità culturale e la sua visione artistica.
La chiusura di ‘Venere in Musica’
Il concerto di Bombino ha segnato la conclusione della quarta edizione della rassegna ‘Venere in Musica‘, un evento curato dal Parco archeologico del Colosseo, diretto da Alfonsina Russo e con la direzione artistica di Fabrizio Arcuri. Dal 19 al 22 giugno, il Tempio di Venere ha ospitato artisti di fama internazionale, tra cui Vinicio Capossela, Malika Ayane e Salif Keïta, offrendo al pubblico un programma ricco di emozioni e talenti.
Questo evento non solo ha celebrato la musica, ma ha anche messo in luce il valore della cultura e della storia, in un contesto unico come quello del Parco del Colosseo. La scelta di un luogo così emblematico per ospitare concerti di questo calibro sottolinea l’importanza di mantenere viva la tradizione musicale e culturale, creando un ponte tra passato e presente. La musica, in questo senso, diventa un linguaggio universale capace di unire le persone, indipendentemente dalle loro origini.
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