Guglielmo Scilla, noto per il suo impegno nel mondo dello spettacolo, ha recentemente affrontato un intervento chirurgico alle corde vocali. A causa della sua condizione, l’intervista si è svolta via WhatsApp, permettendo di esplorare i suoi pensieri e progetti futuri. Scilla, che si esibirà al Teatro Repower di Milano il 17 e 18 maggio con lo spettacolo “Cliché“, continua a lavorare attivamente per sensibilizzare il pubblico su temi cruciali come l’HIV e la transizione di genere.
Un intervento inaspettato e le sue conseguenze
Guglielmo Scilla ha condiviso la sua esperienza riguardo all’intervento alle corde vocali, rivelando che durante l’operazione sono emerse complicazioni inattese. “Non mi aspettavo che le cose fossero più complicate del previsto”, ha scritto. La scoperta di anomalie ha portato a un’attesa per l’esame istologico, ma Scilla ha scelto di affrontare la situazione con determinazione. “Non ho tempo per piangermi addosso. Preferisco lavarmi con una doccia che con le lacrime”, ha aggiunto, dimostrando un atteggiamento resiliente.
Il suo spettacolo “Cliché” non è solo un evento di intrattenimento, ma un’importante iniziativa per raccogliere fondi a favore dell’Associazione Anlaids Lombardia ETS. Quest’anno, il tema centrale sarà la transizione di genere, affrontato con la partecipazione di 150 performer e ospiti speciali come Katia Follesa e Paolo Camilli, tutti uniti per una causa significativa.
La ricerca di competenza e la critica personale
Scilla ha parlato della sua carriera e della pressione che sente riguardo alla sua voce. “Lavoro con la voce da tanto tempo e, quando studi, ti rendi conto dopo un po’ di tante piccole cose”, ha spiegato. La sua frustrazione riguardo alla propria performance lo ha spinto a cercare aiuto da un foniatra, il quale ha confermato che le sue difficoltà non erano frutto di incompetenza, ma di una condizione fisica. “Pensavamo fosse un polipo”, ha rivelato, sottolineando l’importanza di affrontare le proprie insicurezze.
La sua autocritica è un aspetto fondamentale del suo approccio artistico. Scilla ha affermato di concentrarsi più su ciò che deve ancora imparare piuttosto che sui suoi successi. Questo atteggiamento lo motiva a migliorare continuamente, rendendo il processo di apprendimento stimolante.
La scrittura come forma di espressione
Nonostante il suo ruolo di attore, Scilla ha trovato una nuova dimensione nella scrittura. “Ogni volta che mi viene data la possibilità di creare qualcosa che richiede tempo, per me è sempre stimolante”, ha dichiarato. La scrittura gli consente di esplorare idee senza la pressione del palcoscenico, creando un legame intimo con il suo lavoro. “Non ho bisogno di dover avere lo spotlight addosso”, ha aggiunto, evidenziando il valore della creatività rispetto alla notorietà.
In “Cliché“, Scilla ha affrontato il tema della transizione di genere con grande serietà. Ha collaborato con esperti e persone che vivono queste esperienze per garantire una rappresentazione autentica. “Abbiamo fatto uno studio importante”, ha spiegato, sottolineando l’importanza delle testimonianze dirette per trattare argomenti delicati.
Smontare i cliché sulla transizione di genere
Scilla ha riflettuto su come la sua esperienza personale e le interazioni con persone trans abbiano influenzato la sua scrittura. “La transizionalità è qualcosa di estremamente personale”, ha affermato, evidenziando che ogni storia è unica. Ha criticato le generalizzazioni che spesso circolano riguardo alla comunità trans, sottolineando la necessità di raccontare storie diverse e autentiche.
Il suo obiettivo con “Cliché” è di invitare il pubblico a scoprire le molteplici narrazioni che esistono, piuttosto che limitarsi a una visione monocolore. “Vogliamo raccontare la storia di una persona trans, ma non vogliamo raccontare la storia di tutte le persone trans“, ha concluso, evidenziando l’importanza di una rappresentazione diversificata e inclusiva.
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