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“Arancia Meccanica” è un cult già da questa sequenza di apertura

Arancia meccanica è un film del 1971 scritto, prodotto e diretto da Stanley Kubrick. Tratto dall’omonimo romanzo distopico scritto da Anthony Burgess nel 1962, la pellicola prefigura, appoggiandosi a uno stile sociologico e politico, una società votata a un’esasperata violenza, soprattutto nei giovani. Quando fu distribuita sul circuito cinematografico, all’inizio degli anni settanta, la pellicola destò scalpore, generando una schiera di ammiratori pronti a gridare al capolavoro ma anche una forte corrente di parere contrario. Ha avuto 4 candidature negli Oscar 1972 come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio.

“Arancia Meccanica” è un cult già da questa sequenza di apertura

Arancia Meccanica, la trama

In cerca di emozioni forti, Alex quotidianamente compie azioni criminali. Viene arrestato e sottoposto ad un trattamento che lo condiziona alla non violenza. Uscito di galera, tutte le persone che hanno subito da lui violenze gli si ritorcono contro.

La famosa scena iniziale del film

Occhi blu dritti in macchina, lunghissime ciglia nere da un lato, bombetta e il ghigno di chi gode al pensiero di cosa sta per raccontare. Sulle note di “funeral of queen mary”, si odono le prime parole pronunciate dal protagonista: Alex Delarge.

Eccomi là. Cioè io Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Ed eravamo seduti nel Korova Milkbar, arrovellandoci il Gulliver per sapere che cosa fare della serata. Il Korova Milkbar vende latte+, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quello che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto, e disposto all’esercizio dell’amata ultraviolenza

La sequenza iniziale di arancia meccanica ci porta sin dai primi istanti, a capire con cosa abbiamo a che fare. Lo sguardo fisso ed intenso di Alex che penetra lo spettatore, lo sguardo dell’inquietudine. L’espressione di un duro, di un violento, l’espressione di chi non ha paura di niente, l’espressione di un sadico. Qui di seguito la famosa scena del film.

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