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Recensione “The horror of Dolores Roach”, quando troppo dolore fa perdere il controllo

The horror of Dolores Roach” è un titolo che fa pensare a una serie tv da paura. E, a pensarci bene, non è certo una commedia leggera. Tuttavia, nonostante i temi trattati e gli avvenimenti raccontati siano a dir poco macabri, c’è qualcosa che la rende divertente. Otto episodi che si ‘divorano’, letteralmente, e che non si possono incasellare in un solo genere.

Anche se fa delle scelte discutibili, è quasi impossibile non provare affetto per la protagonista di questa serie targata Prime Video. Il suo passato, le sue sofferenze, i motivi che la spingono ad agire quasi senza rendersene conto: sono tutte ragioni per cui le si vuole bene.

Recensione “The horror of Dolores Roach”, quando troppo dolore fa perdere il controllo

Emblematica è la reazione che suscita nell’attrice alla quale racconta in prima persona tutte le sue sventure, costringendola a rimanere nel camerino dopo uno spettacolo teatrale in cui aveva appena portato in scena proprio la sua storia.

Indice

“The horror of Dolores Roach” – Tutte le informazioni

Trama

serie tv prime video Dolores Roach

Commedia, horror e denuncia sociale. La serie tv “The horror of Dolores Roach” è un mix di diversi ingredienti che le permettono di rimanere in un equilibrio scomodo e politicamente scorretto. La prima scena della prima puntata inizia con un monologo. Flora Frias (interpretata da Jessica Pimentel) è un’attrice di teatro e porta in scena il monologo di Dolores Roach (Justina Machado). Una donna che, appena uscita dalla prigione, diventa massaggiatrice, si macchia di terribili omicidi e viene accusata di cannibalismo.

Sin da subito è chiaro che nulla di logico c’è nel plot di questa nuova creatura di Amazon Prime Video. Infatti, passano pochi minuti e l’attrice si ritrova faccia a faccia con la vera Dolores. La donna vuole raccontarle le ragioni che l’hanno portata a fare determinate scelte e vuole il suo aiuto per riscattarsi, perché il modo in cui viene dipinta dalla stampa e dallo stesso adattamento teatrale non le piace.

La voce narrante è proprio quella della protagonista, che inizia dall’inizio. Da quando finisce in galera per spaccio di droga ed esce dopo 16 anni per coprire i crimini dell’uomo che ama e che crede sia fuori ad aspettarla.

Uscire di prigione non è quella che si chiama una liberazione, viene catapultata in un mondo che non conosce e scopre una realtà dolorosa. Si trova da sola, senza lavoro e senza casa. Ad accoglierla è un vecchio amico, uno dei pochi rimasti a Washington Heights, il quartiere di Dolores ormai trasformato.

È Luis Batista (interpretato da Alejandro Hernandez) a darle un tetto sulla testa e a incoraggiarla. Mette in pratica ciò che ha imparato durante gli anni di reclusione dalla sua compagna di cella senza mani: l’arte del massaggio. Tutto sembra prendere forma giorno dopo giorno, il giro di clienti aumenta e trova anche l’affetto di Nellie Morris (Kita Updike), dipendente dell’attività commerciale di Luis, “Empanada Loca”.

L’equilibrio precario di Dolores, però, viene presto scosso e le fa perdere il controllo durante una delle sue sedute. Uccide il padrone dello stabile in cui vive e lavora, quasi senza rendersene conto. Perde il controllo e lo spettatore sa perfettamente cosa le passa per la testa in quei pochi minuti. È da quel momento che inizia un’escalation di delitti, ma non è questo il dettaglio più raccapricciante. È solo l’inizio de “The horror of Dolores Roach”, una prima stagione assolutamente da non perdere.

Crediti

  • Regia: Aaron Mark
  • Cast: Justina Machado, Alejandro Hernandez, Kita Updike, Kenneth Todd Freeman, Marc Maron, Judy Reyes, Jessica Pimentel, Jean Yoon, Jeffery Self, Cyndi Lauper
  • Genere: horror, commedia nera
  • Stagioni: 1
  • Puntate: 8
  • Durata: 30 minuti circa
  • Produzione: Italia, 2023
  • Distribuzione: Prime ideo
  • Data d’uscita: 7 luglio 2023

Recensione

“The horror of Dolores Roach”, una storia di tentato (e mancato) riscatto

Il motivo per cui “The horror of Dolores Roach” non terrorizza sino all’inverosimile – nonostante sia una storia di droga, omicidi e cattiveria – è da ricercare nel bagaglio che si porta dietro la protagonista di questa serie tv. Una zavorra della quale non riesce a liberarsi, nonostante sia il suo più grande desiderio, e che ha origine in un passato troppo pesante.

La vita di Dolores è costellata di delusioni, di amori vissuti solo unilateralmente e da traumi che lasciano il segno a tal punto da farle perdere completamente la testa. La locandina della serie parla chiaro: ci sono tre volti, tutti e tre della protagonista, tutti diversi ma ugualmente veri. Perché la verità è che la vita è una continua lotta per rimanere dalla parte giusta della linea di demarcazione fra bene e male, e non tutti ci riescono. A tal proposito, ecco un altro esempio magistrale: Inside Man.

Nonostante lei voglia con tutta sé stessa lasciarsi alle spalle la vecchia vita, questa torna prepotente nei suoi pensieri e le impedisce di ricominciare daccapo. Non a caso si mette in contatto con Ruthie, una investigatrice privata dalla vita torbida, magistralmente interpretata da Cyndi Lauper. Ed è proprio l’incapacità di riscattarsi completamente a farla ripiombare – peggio di prima – nel torbido della delinquenza.

L’amore malato che divide e poi unisce: una condanna senza soluzione di continuità

La vita della protagonista di “The horror of Dolores Roach” non decolla mai. Prima viene interrotta da 16 anni di prigione, accettati per non accusare l’uomo tanto amato che poi si scopre averla incastrata, e poi non riparte a causa di una concezione dell’amore distorta. L’amore del passato che non riesce a sotterrare per sempre e quello presente, con Luis che si scopre essere una personalità fortemente sofferente e disturbata. 

L’unico amore a cui Dolores non dà una possibilità è quello verso sé stessa, ed è la ragione per cui perde completamente la testa e diventa giustiziere secondo una scala di valori assolutamente personale e arbitraria.

Giudizio e conclusioni

Il mix fra commedia, orrore e crime – insieme a un finale aperto che fa venire voglia di vedere subito la prima puntata della seconda stagione – è quello che fa seguire questa serie tv dall’inizio alla fine e senza la classica difficoltà che alle volte si prova nel guardare il genere horror.

Anche se non tutti traducono in delitti la propria sofferenza, chi è che non si identifica almeno una volta nel dolore della protagonista, di Luis o di Nellie? Chi non ha voluto almeno una volta fare quello che ha messo in atto Dolores. Sì, poi si trascende e si arriva a livelli difficilmente immaginabili, ma per fortuna si tratta solo di finzione. Il più delle volte.

Trailer

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