Eco Del Cinema

Recensione “Rocco Schiavone”: l’amore e la solitudine si nascondono dietro la durezza 

Rocco Schiavone è il protagonista dell’omonima serie firmata Rai. Giunta ormai alla quinta stagione, ha permesso al pubblico di affezionarsi a un personaggio controverso ma dall’animo sensibile. Perché chi ha sofferto legge la sofferenza negli occhi di chi la sta vivendo. 

Nonostante le parolacce e le “rotture di cogl**ni del decimo livello”, così definisce il protagonista gli omicidi, emerge una personalità che dietro la corazza da duro nasconde una solitudine e un desiderio di donarsi al prossimo molto più prepotenti di quanto non possa sembrare a una prima, superficiale analisi.

Recensione “Rocco Schiavone”: l’amore e la solitudine si nascondono dietro la durezza 

Indice

“Rocco Schiavone” – Tutte le informazioni

Rocco Schiavone locandina

Trama

Rocco Schiavone (interpretato da un magistrale Marco Giallini) è un vicequestore romano che viene trasferito in Valle d’Aosta per una gestione poco ortodossa di un caso. Aver picchiato un violentatore che ha segnato per sempre la vita di una ragazza non viene visto di buon occhio dai piani alti della polizia, che decide di punirlo spedendolo in un luogo dalle temperature rigide e dai rapporti umani non sempre calorosi (almeno a un primo acchito).

Che il protagonista sia borderline fra la legge e l’illegalità (anche se mantiene ben delineati determinati limiti insuperabili) si nota sin dalla prima stagione. D’altra parte, i suoi amici più fidati che fanno incursione direttamente dalla Capitale non sono certo degli “stinchi di santo”. Una considerazione a parte merita il rapporto immaginario che Rocco intrattiene con la defunta moglie, uccisa durante un attentato al vicequestore.

Ogni puntata racconta un caso diverso, liberamente ispirato dai racconti e dai romanzi di Antonio Manzini. Sono giornate con dinamiche simili, ma con elementi che disturbano l’apparente quiete di Aosta. E tutto viene valutato secondo la personale scala di Schiavone dal livello sei al dieci, ogni imprevisto ha un determinato grado di “rotture di cogl**ni”.

Crediti

  • Regia: Michele Soavi (stagione 1), Giulio Manfredonia (stagione 2), Simone Spada (stagione 3 e successive)
  • Cast: Marco Giallini, Miriam Dalmazio, Ernesto D’Argenio, Massimiliano Caprara, Christian Ginepro, Gino Nardella: Ugo Casella, Alberto Lo Porto, Francesco Acquaroli, Tullio Sorrentino, Mirko Frezza, Massimo Reale, Filippo Dini, Massimo Olcese, Lorenza Indovina, Valeria Solarino, Adamo Dionisi
  • Genere: giallo, drammatico, crime
  • Stagioni: 5
  • Puntate: 20
  • Durata: 100 minuti circa
  • Produzione: Italia, 2023
  • Distribuzione: Rai
  • Data d’uscita: 5 aprile 2023 (quinta stagione)

Recensione

Rocco Schiavone, un animo sofferente dietro una corazza

Rocco Schiavone è un uomo dello Stato, che però non ha una visione cieca della legge. Il suo intuito nella risoluzione dei casi lo porta a essere brillante e risoluto, ma è anche una persona che riesce a cogliere le sfumature, a leggere l’animo umano (dei criminali e non) e che segue una propria morale, spesso non coincidente con le regole. Non a caso è stato punito dopo aver picchiato un criminale. Questo episodio torna prepotente in ogni stagione della serie e porta a sviluppi sempre nuovi. 

Il rapporto intimo e profondo con la defunta moglie Marina (interpretata nelle prime quattro stagioni da Isabella Ragonese e nella quinta da Miriam Dalmazio) continua a essere un fil rouge della trama, un legame che condiziona quelli reali. Il vicequestore, infatti, non riesce mai a lasciarsi andare del tutto con le donne che riesce a conquistare nonostante un carattere burbero e spigoloso. Persino la giornalista Sandra Buccellato (Valeria Solarino) – ex moglie del questore Andrea Costa (Massimo Olcese), donna bellissima e risoluta – riesce a far breccia nel suo cuore.

La sofferenza, le ferite profonde dell’animo rimangono ben presenti. I tormenti interiori e le vicende che prendono forma man mano durante lo sviluppo della trama lo costringono a farci i conti tutti i giorni. Grazie anche all’aiuto dei suoi amici romani (non proprio dalla fedina penale pulita) che corrono in suo aiuto moralmente e praticamente ogni volta che ne ha bisogno.

Sebastiano Carucci (Francesco Acquaroli), Fabrizio “Brizio” Marchetti (Tullio Sorrentino) e Furio Lattanzi (Mirko Frezza) sono l’unica certezza affettiva del vicequestore. Nonostante la recente scomparsa della sua amica Adele (compagna di Sebastiano), uccisa per errore durante l’ennesimo attentato architettato per eliminare Rocco Schiavone, il legame amicale rimane costante. 

Ogni vicenda, ogni intrigo che si intreccia ai casi da risolvere in Valle D’Aosta costringono il protagonista a fare i conti con il proprio passato e con situazioni rimaste ancora irrisolte.

L’amore è il motore di tutto

È questa continua tensione fra il bene e il male, fra il bianco e il nero che si fondono e diventano grigio a mostrare l’umanità di un uomo ferito, ma che continua a lottare. Che non si vuole concedere altre occasioni di amare, ma che finisce col farlo suo malgrado.

Basti pensare al rapporto che instaura con Gabriele, il suo giovanissimo vicino di casa che prende sotto la propria ala come fosse un figlio e di cui sente la mancanza quando il lavoro della madre lo porta lontano. 

L’amore fa capolino anche nel rapporto con l’agente Italo Pierron (Ernesto D’Argenio). La complicità delle prime stagioni lascia il posto a un distacco voluto proprio dal giovane che ha qualcosa da nascondere e non vuole che l’affetto di Rocco Schiavone si traduca in interferenze non gradite.

L’amore è quello fra Alberto Fumagalli (Massimo Reale) e Michela Gambino (Lorenza Indovina), il medico legale e la poliziotta scientifica. Una prima antipatia che pare non lasciare spazio ad altro si trasforma in un legame sincero. 

Giudizio e conclusione

Nonostante i traumi e le paure, non si può vivere senza provare alcun sentimento verso il prossimo. È questo che emerge analizzando i personaggi della serie Rocco Schiavone. Le distanze poste per non lasciarsi ferire, la durezza come maschera per celare la paura di soffrire ancora vengono puntualmente accorciate o ammorbidite dalla comprensione di anime diverse(ma affini) che riescono a comprendere il vero stato d’animo di chi ci si trova davanti.

Trailer

Articoli correlati

Condividi