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Recensione “Tenebre e Ossa”: la prima stagione direttamente dalle pagine dei libri al vostro schermo

Dalla penna di Leigh Bardugo nasce un mondo di luci ed ombre imperdibile, trasposto sullo schermo con una prima stagione da capogiro. “Tenebre e Ossa” si presenta con un esordio che ha mandato in visibilio i fan della saga letteraria, e che guida i neofiti alla scoperta delle oscure vicende di Ravka.

Tenebre e Ossa, serie tv

“Tenebre ed Ossa”: tutte le informazioni

Trama

La Faglia brulica e mormora, e l’oscurità che sputa potrebbe avvolgere ogni cosa: una bomba ad orologeria che incombe su Ravka da quando l’ascesa dell’Eretico Nero ne ha determinato la formazione.

Ai lati della Faglia la vita è scandita dal volere dei Grisha, in grado di dominare il potere degli elementi, potenti al punto da controllare persino lo zar. Quando Alina Starkov ed il suo unico amico Mal Oretsev si arruolano nell’esercito di Ravka la loro vita cambia per sempre.

Vengono scelti per un viaggio senza ritorno attraverso la Faglia, durante il quale Mal viene attaccato dai mostri che strisciano nel manto corvino. Alina, nel tentativo di salvarlo, scopre di essere un’Evocaluce, potente Grisha in grado di plasmare il potere più puro e sacro nonché unica nel suo genere.

Immediatamente separata dai suoi compagni di reggimento viene portata al cospetto del Generale Kirigan, l’Oscuro, ultimo Grisha a poter manipolare invece le tenebre. Da questo incontro ha inizio il percorso di Alina, che si troverà a fronteggiare lo schianto della realtà sulle vane apparenze, i tumulti di una guerra incombente e le ombre nella sua anima.

Intanto nel cuore pulsante di Ketterdam, città di bellezza e corruzione, il giovane Kaz Brekker patteggia per un affare di enorme portata al cui fulcro si pone una missione di salvataggio. Ad accompagnarlo nella sua impresa si troveranno l’abile spia Inej Ghafa e l’infallibile tiratore Jesper Fahey.

Nel corso del loro incarico si imbatteranno nell’Evocaluce in fuga, intrecciando indissolubilmente i loro destini. Altri due improbabili avventori piomberanno sul loro cammino: Nina Zenik e il drüskelle Matthias Helvar, una Grisha Spaccacuori e il suo nemico giurato.

Mentre la guerra tra il bene ed il male imperversa su Ravka, riuscirà la Luce a fendere la Faglia?

Crediti

  • Regia: Eric Heisserer
  • Genere: fantasy, azione, drammatico
  • Paese di produzione: Stati Uniti d’America
  • Distribuzione: Netflix
  • Stagioni: 1
  • Episodi: 8
  • Durata episodi: 45-58 min
  • Anno: 2021- in produzione
  • Cast: Jessie Mei Li, Ben Barnes, Freddy Carter, Amita Suman, Kit Young, Archie Renaux, Danielle Calligan, Calahan Skogman, Daisy Head

Critica

Dopo l’acclamato successo dichiarato persino dai lettori più puntigliosi, la critica ha espresso unicamente giudizi favorevoli, con un indice di gradimento pari a 7.15 su 10. A testimoniarne la riuscita sono stati anche gli ascolti, raggiungendo 55 milioni di visualizzazioni nell’arco dei primi 28 giorni. Elogiate la recitazione, la riproduzione delle ambientazioni e gli effetti visivi, non si può che lodare la magistrale esecuzione di cast e produzione per un lavoro tanto curato.

La recensione

Tenebre e Luce: un gioco di dicotomia e simbologie non banale

Non è inusuale incorrere nel topos letterario e cinematografico del Prescelto, eppure in Tenebre ed Ossa la presentazione di questa tematica è ammantata di originalità. Nonostante sia semplice ed immediata la comprensione del motivo ricorrente, il simbolismo rende il filone concettuale articolato ed avvincente.

Alina viene introdotta come un’ombra fugace al margine della visibilità, trasfigura nell’Evocaluce fulgida e inevitabile, come un sole ardente. Tale transizione, tutt’altro che lineare, viene spiegata come accettazione di sé, dunque nulla di nuovo rispetto alla dinamica piuttosto classica dello stillicidio dato dal dissidio interiore.

La simbologia che dipinge un tale arco di maturazione coinvolge però il delinearsi del resto dell’intera Ravka, descritta a colpi di giusto e sbagliato. Seppure la dicotomia sia marcata, sarebbe riduttivo ed inadeguato descrivere la trama come un avvicendarsi di contrasti.

Invece l’incontro di luci ed ombre è costante: esse danzano, si intrecciano, si tentano e si sfiorano senza mai mescolarsi fra loro. Tutta la storia è costruita sul bilancio di due forze opposte ed uguali, e il riferimento al concetto di Yin e Yang è costante. Luce nella Faglia, oscurità al di fuori: il percorso tracciato non è altro che la ricerca del bene nel male e viceversa.

Il paradigma più evidente è di certo rappresentato dal duo Alina- Generale Kirigan, rispettivamente campioni di retto e corrotto. Più complessa la caratterizzazione di Kaz Brekker, spregiudicato criminale ma integerrimo nella sua distorta moralità. Ulteriore contrasto speculare è quello proposto da Nina e Matthias: strega e cacciatore, preda e predatore, eppure solo uomini al confine tra redenzione e perdizione.

La narrazione come specchio sociopolitico: tra Russia zarista ed Età Vittoriana

In senso più ampio il parallelismo prosegue nell’intero worldbuilding. Sia Ketterdam che il Piccolo Palazzo evocano nelle loro descrizioni l’impegno sociale tipico della letteratura vittoriana: l’omertosa ostentazione dello sfarzo si contrappone al fallimento di ogni ideale quando il marcio viene portato alla luce.

Ketterdam si ispira fortemente ad Amsterdam, eppure potrebbe facilmente passare per una Londra ottocentesca, cieca alla criminalità e con lo sguardo offuscato dalla cenere di giovani spazzacamini. I toni cupi, il netto contrasto tra apparenza e realtà, ricordano con egregia efficacia la letteratura dickensiana e la denuncia all’iniquità, al classismo e alla discriminazione è più evidente che mai.

D’altro canto l’universo dei Grisha non gode di sorte migliore: paria tra i sudditi e i potenti, i maghi vivono in un micromondo dilaniato dal pregiudizio: tanta è l’opulenza del Piccolo Palazzo quanto arcigno il destino dei suoi abitanti resi reietti dalle loro stesse abilità.

Al di sopra della condizione umana eppure soli fra gli uomini, sono i Grisha ad impugnare la penna della storia: sullo sfondo di una Russia nel pieno Impero zarista, sul filo del rasoio tra prosperità e disfacimento, l’incantesimo dei Grisha è incarnare un Deus ex machina che sposta i fili di una netta protesta all’inconsistenza dell’autorità e della giustizia.

Tsarpunk: un nuovo genere di narrazione

La complessa architettura sociale del mondo dei Grisha e l’articolato telaio che ricalca estetica, cultura e politica degli Stati del XVIII e XIX secolo determina la necessità di coniare un nuovo termine per descrivere tale tipo di fantasy.

La commistione di idee ed influenze è tale da rendere unico il genere narrativo, distante da qualsiasi precedente proposta. Correnti di pensiero europee, asiatiche e russe si fondono a plasmare un mono familiare ed al contempo estraneo.

La corporazione dei Grisha si ispira ai Grigori biblici, angeli caduti e padri dei Nephilim, progenie a metà tra il divino e l’umano. Eppure la denominazione ricorda nell’etimologia e nella fonetica il termine Geisha, legata all’intrigo, al segreto, all’arte occulta e incompresa, all’élite. La lingua, i nomi e i luoghi invece richiamano puramente i ceppi indoeuropei slavi e baltici.

Ketterdam rappresenta un perfetto melting pot delle singole correnti evidenziate, con uno strascico steampunk che illumina ancora il marcato ruolo della contestualizzazione storica tra rivoluzione industriale e sociale.

Giudizio e conclusioni

Gli episodi ricalcano la trama del primo libro della trilogia del Grishaverse, Tenebre ed Ossa, arricchita dalle vicende del primo della duologia correlata, Sei di Corvi. Scelta audace e complessa da concretizzare, si rivela pienamente riuscita.

Molto spesso la trasposizione cinematografica tende ad essere riduttiva rispetto alla grandezza di carta ed inchiostro, ma in questo caso la fedelissima resa di scene e personaggi e l’impiego di interi dialoghi tratti direttamente dalla fonte letteraria rendono la serie un vero e proprio capolavoro.

Ardua anche la sfida con colossi di genere similare: molteplici i titoli a cui questo prodotto è stato paragonato. Spiccano fra tutti Il Trono Di Spade e The Witcher, per via della forte assonanza in termini di costrutti ed evocazioni storiche. Tuttavia la proposta di Tenebre ed Ossa si presenta come del tutto originale rispetto a qualsiasi predecessore.

Seppure la trama del Prescelto richiami il classico esempio di formazione già esplorato persino in chiave fantasy nella saga di Harry Potter, al pari della produzione di His Dark Materials, non ci si trova di fronte al tipico “Chosen One“. La metamorfosi di Alina si arricchisce del bisogno di appartenenza: orfana ed apolide, esprime la complessità morale spesso implicita in personaggi partecipi di tale dinamica.

Il rinnovato confronto di Ben Barnes con il proprio lato oscuro colpisce dritto al cuore degli spettatori e completa l’evoluzione magistrale che dall’eroica integrità del giovane Principe Caspian, attraverso il lento avvelenamento di peccato e tentazione in Dorian Grey, arriva alla tenebra del Generale Kirigan. Nel pieno spirito della danza di luci e ombre descritta dalla storia!

La scelta oculata di un cast di estrema capacità ma anche perfetta incarnazione dei personaggi così come scritti non fa che aumentare l’entusiasmo dei lettori, e catturare al meglio i nuovi arrivati. In conclusione, Tenebre ed Ossa è di certo un must watch tra le recenti produzioni, soprattutto in prossimità del rilascio di una nuova stagione.

Trailer

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