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Ugo Tognazzi: ricordando il grande interprete a 30 anni dalla sua morte

Ugo Tognazzi: uno dei maggiori interpreti della commedia all’italiana

Ugo Tognazzi

Ugo Tognazzi, attore, regista, sceneggiatore e comico italiano è considerato uno dei maestri del genere della commedia all’italiana. Quei film dallo stile e tono inconfondibile che meglio hanno rappresentato l’Italia dagli anni ’50, agli anni’70, e del quale fanno parte artisti quali Nino Manfredi, Alberto Sordi e Vittorio Gassman. Nato a Bergamo, Tognazzi fu uno dei pochi attori originari del nord, insieme a Walter Chiari, ad entrare a far parte di una serie di film con interpreti di matrice romana e che hanno caratterizzato le pellicole dell’epoca. Tognazzi era infatti solito inserire termini dialettali della sua città nelle battute dei film, dando vita a una sua particolare e unica interpretazione di alcuni personaggi.

Il poco noto esordio teatrale dell’attore avvenne a soli quattro anni, talento ripreso durante la Seconda Guerra Mondiale, dove organizzata spettacoli di varietà per i commilitoni. Dopo lavori saltuari e un breve periodo di anti guerriglia, l’inizio della carriera di Tognazzi avvenne quando fu scritturato dalla Wanda Osiris, compagnia teatrale che prendeva il nome dallo pseudonimo dell’attrice, cantante e soubrette italiana Anna Maria Menzio. Amato per il suo stile provocatorio e lontano da ogni censura, venne notato durante “Un due tre”, programma televisivo di varietà, basato su sketch e parodie, del quale face parte dal 1954 al 1959, insieme a Raimondo Vianello.

Ogni fine è un nuovo inizio

Ugo Tognazzi

Il successo di “Un due tre” durò fin troppo poco e finì con conseguenze devastanti: primo vero esempio di satira televisiva su una rete agli inizi della sua corsa, la coppia fece l’errore, rimasto celebre nella Storia, di riprendere con comicità e ironia un incidente che coinvolse Giovanni Gronchi, l’allora Presidente della Repubblica. Gronchi era caduto a terra dopo che una signora gli tolse per sbaglio la sedia sul quale il Presidente si stava sedendo. Il tutto di fronte al Presidente francese De Gaulle. Questo du ripreso da un Vianello che togliendo la sedia a Tognazzi lo fece cadere. Il programma venne cancellato quella sera stessa lasciando i due senza lavoro. Ma per quanto riguarda Tognazzi, tutti i maggiori registi dell’epoca gli offrirono ruoli, tra cui Dino Risi, Mario Monicelli e Luciano Scalza, consacrando così l’attore come uno dei maggiori interpreti della commedia all’italiana.

Tra i suoi più celebri film si ricordano “I cadetti di Guascogna”, “La marcia su Roma”, “La grande abbuffata”, “I mostri” “Amici miei” e “Il vizietto”. Vincitore di 3 David di Donatello, 4 Nastri d’Argento, 1 Globo d’Oro, 2 Grolla d’Oro e il premio come Miglior Interpretazione Maschile al Festival di Cannes per “La tragedia di un uomo ridicolo” di Bernardo Bertolucci, la filmografia di Ugo Tognazzi conta più di 140 titoli, con una media di 2 film all’anno. Amico del regista Marco Ferreri e in particolare di Vittorio Gassman e Paolo Villaggio, Tognazzi non smise mai di coltivare la sua grande passione per cui è particolarmente conosciuto, cioè la cucina.

Un amore romantico e nostalgico

Ugo Tognazzi

Amante di piatti a base di grassi e carboidrati, lontano dall’attuale attenzione alimentare, Tognazzi raccontava spesso le giornate, le cene e i banchetti che si svolgevano nella sua villa di Velletri. Tognazzi passava ore ai fornelli, vicino a un maestoso frigorifero e una dispensa ricca di salumi, formaggi e insaccati che occupavano intere pareti. Si definì uno chef che aveva “la cucina nel sangue”, una passione che sentiva più di quella attoriale, che inizialmente considerava un hobby. Ciò che Tognazzi adorava del mondo culinario erano le cene e i pranzi in compagnia; lunghe tavolate dove amici e parenti assaggiavano i suoi piatti. Il contatto con gli altri fu sempre centrale per l’attore che tornò più volte al teatro dove, differentemente del cinema, sentiva di avere un rapporto più vero con il pubblico.

Tifoso del Milan e appassionato di tennis, con competizioni organizzate nella celebre dimora, oggi museo testimonianza delle vita dell’artista, ebbe una vita sentimentale intensa: nel 1954 sposò la ballerina inglese Pat O’Hara, dalla quale ebbe il figlio Ricky, nel 1961 conobbe, per poi sposarla due anni dopo, l’attrice norvegese Margarete Robsahm, dal quale nacque il figlio Thomas; nel 1965 si risposò con l’attrice Franca Bettoja, dal quale nacquero i figli Gianmarco e Maria Sole. Colpito dalla depressione alla fine degli anni ’90, la causa della morte, il 27 ottobre 1990, fu un’emorragia cerebrale avvenuta nel sonno, a Roma, all’età di 68 anni.

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