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Tin & Tina: la spiegazione possibile del finale dell’horror su Netflix

il film Tin & Tina che racconta la storia di due orfanelli dalle smanie religiose e i comportamenti piuttosto ambigui ha lasciato un po’ di perplessità sul suo epilogo.

In questo piccolo approfondimento andiamo a scoprire la possibile spiegazione del finale del film horror distribuito da Netflix, lasciato apparentemente in sospeso e aperto a qualche interpretazione.

Tin & Tina: un finale da interpretare

La storia, come detto vede al centro due bimbi orfani, adottati da una coppia di sposi che non può averne, dopo un aborto spontaneo di lei.

Quando i due “intrusi” si rivelano ossessionati dalla loro formazione religiosa e attuano strani comportamenti, finanche “punitivi” nei confronti del prossimo, interpretando il vangelo in malo modo.

Il film quindi verte intorno al tema del fanatismo religioso e delle degenerazioni in cui questo può manifestarsi. Il suo circumnavigare un tema così complesso, legato all’immaterialità della fede, rende il film privo di vere e proprie risposte a quanto avviene.

Nel finale di Tin & Tina (il nome dei due orfani), infatti, Adolfo – il loro padre adottivo – muore colpito da un fulmine mentre cercava di sistemare l’antenna della televisione durante un temporale. In casa vi erano solo Lola – la moglie – e il neonato avuto nonostante la convinzione di non poter più avere figli. I due gemelli, invece, erano stati precedentemente riportati in orfanotrofio per via dei loro continui strani comportamenti.

La possibile spiegazione del finale di Tin & Tina

Quando nella parte finale, Lola e Adolfo stanno tornando a casa in macchina la notte dell’incidente, si vede qualcosa simile a due piccole figure che corrono tagliare la strada ai due. Potrebbero essere i due orfani scappati dall’orfanotrofio. Inoltre, Adolfo prende fuoco proprio come lui stesso qualche giorno prima aveva bruciato la Bibbia dei bambini.

In ultimo, mentre avviene l’incidente, la radio si accende da sola in casa, trasmettendo proprio la canzoncina che i due bambini amavano cantare. Non è dunque chiaro quanto i due siano responsabili di ciò che è accaduto, ma è interessante notare come Lola, non trovando più il neonato, si procura un’asfissia per entrare in contatto con Dio e chiedergli un miracolo, proprio nella maniere che i due gemelli le avevano insegnato in una delle scene centrali del film.

Insomma, che sia una immedesimazione di fede e timore della protagonista a mettere in moto il meccanismo finale o davvero siano intervenuti i due malefici orfanelli è lasciato al dubbio dello spettatore, alla sua interpretazione, ma sostanzialmente l’affabulazione della fede, con i due bimbi abbracciati alla protagonista, al cimitero, nell’ultima scena, dimostra di aver vinto.

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David M. Scortese

David M. Scortese

Appassionato di cinema fin dall'adolescenza, studia recitazione teatrale e cinematografica, è attivo in teatro e in opere audiovisive, cortometraggi e prodotti per il web.

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