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The Wilds: recensione senza spoiler della serie Amazon Prime Video

The Wilds: una serie interamente al femminile

The Wilds

Un campus per sole donne, un’esperienza formativa al femminile si trasforma in uno dei peggiori incubi. L’aereo cade su un’isola deserta, in mezzo al mare, le 8 ragazze, sconosciute, sembrano davvero sole. Tra divergenze, simpatie, rabbia, paura e capacità di leadership, devono trovare il modo per sopravvivere. Ma fondamentale è anche capire come comunicare con i soccorsi che dovrebbero essersi già mobilitati per cercarle. Tra pericoli che si muovono furtivi nel bosco dietro la spiaggia, e la fame che inizia a farsi sentire sempre di più, ogni ragazza farà i conti con se stessa e con il propio passato.

Per quanto, in alcuni momenti, le 8 ragazze, sembrino aver trovato la loro dimensione di mera sopravvivenza, le condizioni di vita sull’isola non sono alte, né facili. Dal clima imprevedibile alla scarsità di cibo, dal freddo alla marea che si alza inaspettatamente, le 8 giovani si trovano a fronteggiare problemi mai visti. Un’esistenza ridotta al minimo, un vivere nei ricordi e una teoria del complotto che inizia a farsi strada nelle mente di una di loro. Perché è sempre più chiaro che le ragazze non sono lì per caso.

Se la connessione con “Lost” sembra essere solo relativa al naufragio su un’isola deserta, qualcuno che osserva le ragazze e che è dietro alla loro tragica situazione, si chiarisce molto prima rispetto al lontano fantascientifico “Lost”. In “The Wilds”, creato da Sarah Streicher, di sci-fi sembra non esserci nulla, anzi la terribile e insensibile mente dietro quello che le giovani sono costrette a passare, appare un elemento molto più realistico e verosimile di quanto si sarebbe potuto immaginare.

Immedesimazione ed empatia

The Wilds

La serie Amazon Prime Video è coinvolgente nell’ambito del survival quando in quello del teen drama. Con una struttura che racconta, in ogni puntata, il passato delle protagoniste, la vera sofferenza non risiede nel naufragio. Il trauma delle ragazze è nella dolorosa adolescenza che prima o poi tutti provano nella propria vita. Dall’amore impossibile e travolgente all’incomprensione dei propri genitori, dall’angoscia della malattia alla solitudine di chi non ha mai avuto una famiglia alle spalle.

Ma “The Wilds” non è solo un tipico teen drama non ambientato in un liceo americano. E sarebbe riduttivo anche definirlo un dramma di sopravvivenza apocalittico. Un delirio di onnipotenza muove l’intera storia, con una femminista antisociale che gioca con la vita degli altri. Ma l’intento nobile e salvifico serve a dare quella luce di speranza che confonde e che porta a vedere la crudeltà solo nella metodologia. Nella ricerca della dimostrazione della supremazia femminile, sono stati davvero considerati tutti gli incidenti e gli imprevisti?

Più generi in uno show dai mille risvolti

The Wilds

Tra azione e riflessione su un passato dal quale ognuno di loro scappava, ma al quale sognano presto di tornare “The Wilds” utilizza i flash forward per catturare lo spettatore. E ci riesce. Nonostante possa apparire lento all’inizio e imperfetto nel far intravedere una conclusione della storia già da subito, l’esperimento o il complotto che le ha rese delle vittime ignare diventa il focus del racconto. Tra teenager spaventate, future campionesse e finte adolescenti indifese, l’interpretazione rende le ragazze tanto diverse, quanto simili, verosimili nell’adolescenza e nel passaggio all’età adulta che, con quell’incubo, sarà un processo accelerato.

Se la serie inizia come “Lost”, con i salti temporali nel vicino futuro delle ragazze, sembra trasformarsi in un “Il signore delle mosche”, dove forse non tutte torneranno alla vita di prima, ma dove sicuramente la fiducia sarà la prima a venire meno. Ma la vera salvezza è nella scoperta, nel sapere di quale macabro gioco siano delle pedine da studiare. Tra una tecnica che non manca di nulla, con un voice over fatto di sensazioni mentre le immagini scorrono sullo schermo, “The Wilds” pecca solo di quell’atmosfera eccessivamente rilassata iniziale, che carica ed esplode nel doppio cliff-hanger finale. Una conclusione che fa già sembrare interminabile l’attesa per la seconda stagione.

Giorgia Terranova

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