Sisu – L’immortale, in onda questa sera su Rai 4 alle 21.20, offre una combinazione avvincente di storia e intrattenimento visivo. Diretto da Jalmari Helander, il film finlandese celebra un mito nazionale attraverso una narrazione che si ispira al linguaggio cinematografico statunitense, creando un ponte tra culture diverse.
La trama di Sisu – L’immortale
Ambientato nel 1944, il film si colloca sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale, un periodo cruciale in cui le forze naziste stanno ritirandosi dalla Lapponia verso la Norvegia, lasciando dietro di sé una scia di distruzione. In questo contesto desolato, emerge la figura di Aatami Korpi, un cercatore d’oro che ha perso tutto e che è diventato una leggenda locale, noto come “l’immortale”. Il suo obiettivo è semplice ma determinante: trasportare le pepite d’oro trovate in un fiume verso la banca più vicina. Tuttavia, il suo cammino si incrocia con una squadra di sterminio nazista, dando vita a un confronto che si trasforma rapidamente in una caccia all’uomo.
Il film introduce il concetto di “sisu”, un termine finlandese che racchiude un significato profondo di coraggio e determinazione, spesso alimentato dalla paura. Questa filosofia non solo rappresenta un aspetto culturale della Finlandia, ma diventa anche un elemento centrale nella narrazione, suggerendo come affrontare le sfide quotidiane con grinta e resilienza.
Riferimenti cinematografici e influenze stilistiche
Sisu si distingue per la sua atmosfera che richiama diversi generi cinematografici. La lotta contro i nazisti evoca immediatamente il film Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino, dal quale il film eredita anche toni splatter e violenti. Questa scelta stilistica lo colloca in una tradizione di opere recenti che esplorano temi simili, come il tedesco Blood & Gold e l’italiano Rapiniamo il duce.
Inoltre, la dinamica dell’“uomo solo contro tutti” ricorda la saga di John Wick, ma si riflette anche nei classici western, dove eroi solitari come Aatami affrontano avversità in scenari desolati. Nella seconda parte del film, l’ambientazione si trasforma in un paesaggio post-apocalittico, richiamando atmosfere simili a quelle di Mad Max, dove la lotta per la sopravvivenza assume toni drammatici e intensi.
Un mito nazionale e la sua rappresentazione
Sotto il profilo formale, Sisu non cerca di reinventare il genere, ma piuttosto si affida a una narrazione sincera e a toni sopra le righe, che diventano la sua forza. Il film si presenta come un’opera consapevole, capace di intrattenere il pubblico invitandolo a sospendere l’incredulità e a godere della storia. La questione centrale non è tanto la sopravvivenza di Aatami, già data per scontata, quanto piuttosto i metodi ingegnosi e spesso assurdi che utilizza per superare le avversità.
Aatami, con le sue caratteristiche, incarna lo spirito di una nazione, e il film lavora per costruire un mito attorno alla sua figura. Tuttavia, a differenza di eroi come Asterix, che combattono per il bene collettivo, Aatami è spinto da motivazioni personali, cercando di portare il suo oro in banca. Questo contrasto rende Sisu un’opera affascinante, in grado di esplorare la complessità del personaggio e la sua lotta interiore, offrendo al pubblico una riflessione profonda su cosa significhi essere un eroe.
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