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Roman Polanski: respinta la chiusura del processo

Il giudice americano Scott Gordon respinge la richiesta di Roman Polanski di chiudere il processo d’accusa per lo stupro di una tredicenne, commesso quarant’anni fa.

Roman Polanski: non può tornare negli Usa senza rischiare la detenzione

Roman Polanski regista

Il giudice americano Scott Gordon ha respinto, lo scorso lunedì, il ricorso del regista ottantatrenne Roman Polanski, con il quale chiedeva la chiusura definitiva del caso giudiziario aperto ormai quarant’anni prima, per lo stupro di una tredicenne.

Il noto regista franco-polacco, che ormai da quarant’anni, non può fare ritorno negli Stati Uniti senza rischiare la detenzione, secondo la Corte della California nella persona del giudice Scott, non può richiedere la chiusura del caso trovandosi all’estero.

Il caso risale al 1978, quando il regista Roman Polanski ha lasciato gli Stati Uniti dopo essere stato dichiarato colpevole di aver abusato di una ragazzina di tredici anni. La sentenza aveva preteso, l’anno prima, una detenzione di quarantadue giorni nella prigione di Chino in California per una perizia psichiatrica.
Da cittadino francese, Polanski, non è soggetto all’estradizione, più volte invece richiesta dal giudice della Contea Di Los Angeles, per ogni spostamento del regista in altri Paesi.
A dicembre dello scorso anno, quando il regista si trovava in Polonia, il suo paese natale ha negato per l’ennesima volta l’estradizione, decisione a cui ha fatto seguito la richiesta degli avvocati e la successiva risposta del giudice californiano.

Roman Polanski: La storia dello stupro raccontata in un libro

Samantha Geimer, all’epoca dello stupro, Gailey, racconta tutta la verità su quella terribile vicenda in un libro autobiografico intitolato “The Girl: A Life Lived in the Shadow of Roman Polanski” in cui narra di essere stata prima drogata e poi abusata nella casa di Jack Nicholson ad Hollywood, dove era stata invitata/adescata con la scusa di realizzare un set fotografico.

Ilaria Romito

04/04/2017

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