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“Luigi Proietti detto Gigi” da domani nelle sale

Arriva nelle sale cinematografiche dal 3 al 9 marzo 2022, dopo il successo dell’anteprima alla Festa del Cinema di Roma, “Luigi Proietti detto Gigi”, il film documentario di Edoardo Leo.

Luigi Proietti detto Gigi: un gesto d’amore verso il grande artista scomparso

luigi proietti detto gigi locandina

Edoardo Leo confeziona quello che appare un vero e proprio atto d’amore verso un ‘maestro’ che non amava essere definito tale. ”L’arte della recitazione non s’insegna, s’impara”, amava ripetere Proietti. L’idea del docu-film è nata qualche anno fa, quando Proietti era ancora in vita, è accolse con un’iniziale ritrosia l’idea di un documentario su di lui. Edoardo Leo riuscì nell’impresa di convincimento, così iniziarono le riprese e la raccolta e selezione di materiali d’archivio.Il destino ha voluto che “Luigi Proietti detto Gigi” diventasse un’opera postuma.

Lo sconforto per la morte inaspettata

La morte dell’attore il 2 novembre del 2020, esattamente  a ottant’anni dalla sua nascita, lasciò tutti sgomenti. Lo sconforto fu tanto, soprattutto a Roma, per non potergli dedicare, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, il caloroso saluto che avrebbe meritato. Dopo un primo momento di perplessità, grazie al sostegno della famiglia, Leo non abbandonò il progetto e risistemo il puzzle di tutto il materiale ritrovato in archivi e teche, e del suo girato.

Il regista amalgama in maniera eccelsa tutti i materiali, restituendo un’immagine fulgida e onesta di un artista insuperabile, divertente come pochi, che ha segnato in maniera indelebile la storia del teatro italiano e non solo. Prima di “A me gli occhi please” era impensabile solamente ipotizzare di poter costruire uno spettacolo con un’unico interprete. Possiamo affermare a ragione che fu Proietti a ideare il primo ‘one man show’.

Luigi Proietti detto Gigi: un’opera godibile e divertente

luigi proietti detto gigi foto

In un caleidoscopio di immagini che dal bianco e nero virano velocemente al colore,  per poi tornare a spezzoni d’epoca, ingrigiti dal tempo, il film scorre veloce. Il tutto inframezzato dall’intervista all’attore, nel suo amato Globe Theatre, per la gioia dello spettatore, che riassapora l’umanità di un artista a tutto tondo. Musicista, attore d’avanguardia, uomo dalla grande cultura, profondo conoscitore dei classici, “Luigi Proietti detto Gigi” ci mostra tutte le sfaccettature dell’artista Proietti.

Il film di Edoardo Leo non è un ‘coccodrillo’ che intende omaggiare l’artista, quanto invece il racconto di un artista serio, che calcava le tavole del palcoscenico con disciplina e impegno, lasciando che il frutto del suo lavoro certosino venga scambiato per improvvisazione. Abbiamo modo durante la narrazione, che lo stesso regista guida con la sua voce fuori campo, di vedere anche i momenti di sconforto per le ingiuste batoste che la professione gli ha riservato. Non mancano i ricordi intimi e familiari condivisi dall’amata sorella, e la barzelletta per eccellenza, quella del Cavaliere Nero. Senza dimenticare il successo de “Il maresciallo Rocca” e il film cult “Febbre da cavallo”.

Quando un documentario è più intenso e divertente di un prodotto di finzione

Quello confezionato da Leo è un ritratto ironico, commovente, leale, sincero e appassionato di un istrione unico. Seppur il film ripercorra la carriera artistica di Proietti, al contempo ne racconta anche l’uomo, quello che amava intrattenersi con i collaboratori e la famiglia al ristorante, dopo ogni spettacolo, facendo divertire tutti. O quello che, timoroso, si domandava se il suo lavoro sarebbe piaciuto, qualche attimo prima che si alzasse il sipario.

A Edoardo Leo va il merito di aver regalato al pubblico il racconto frizzante di un grande artista, riuscendo a comprimere in 100 minuti tutta una vita.

Maria Grazia Bosu

02/03/2022

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