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L’iconica scena finale in “The Truman Show” è tra le più significative e toccanti: la conclusione perfetta di un capolavoro

The Truman Show” è un film del 1998 diretto da Peter Weir. È una satira fantascientifica che descrive una situazione paradossale portata all’estremo, da dove si evidenziano temi filosofici. Il film è stato candidato a tre premi Oscar nel 1999 e premiato come BAFTA e altrettanti Golden Globe. Gli incassi equivalgono a 264 118 201 milioni di dollari (125 618 201 dollari solo in Nord America). The Truman Show uscì nelle sale Statunitensi il 5 giugno 1998 e in quelle italiane il 10 settembre.

L’iconica scena finale in “The Truman Show” è tra le più significative e toccanti: la conclusione perfetta di un capolavoro

The Truman Show, la trama

Il protagonista del film è Truman Burbank, un uomo qualsiasi intenzionato a vivere una vita tranquilla nella cittadina di Seahaven. Nonostante una vita dignitosa egli si sente profondamente insofferente dalla routine e cerca un po’ di novità. Nel momento in cui cominciano ad accadere cose atipiche Truman inizia a dubitare di tutti, dall’amico Marlon alla moglie Meryl. Tutto ciò che lo circonda, all’improvviso, sembra perdere senso, presentandosi come qualcosa di finto piuttosto che reale. Scavando nel suo passato, egli scoprirà una verità scioccante.

La famosa scena del film

Truman è sempre stato visto attraverso la prospettiva delle telecamere per tutto quanto il film, ma lo show è finito. Truman è finalmente in controllo della sua stessa vita per la prima volta, disinteressandosi totalmente al volere del pubblico e della massa, fattore che nella nostra quotidianità si configura spesso come una mera utopia. Sono infatti ormai innumerevoli le compagnie e i registi che, pur per perseguire una malata fidelizzazione, uccidono le proprie opere d’arte con aggiunte non necessarie e sequel pretestuosi. Il pubblico voleva qualcosa di vero e Truman, palesandosi un’ultima volta per l’uomo genuino che è, lo accontenta non curandosi delle esigenze e predisposizioni di audience che non conosce, salutando la stessa con la sua iconica frase: “Buongiorno, e caso mai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte”.

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