Il mondo dell’intrattenimento ha visto un crescente interesse per le storie basate su eventi reali, in particolare nel settore audiovisivo e nei podcast d’inchiesta. “Based on a True Story“, la serie che mescola elementi di commedia e crime, affronta questo tema in modo originale e provocatorio. Con la sua seconda e ultima stagione, la serie continua a esplorare le dinamiche di una coppia alle prese con un serial killer, mettendo in discussione il confine tra realtà e finzione.
Il finale della prima stagione e il ritorno dei protagonisti
La prima stagione di “Based on a True Story” si conclude con un cliffhanger che lascia gli spettatori con il fiato sospeso. I protagonisti, Ava e Nathan Bartlett, interpretati rispettivamente da Kaley Cuoco e Chris Messina, si trovano in una situazione precaria dopo aver incastrato Matt, un serial killer interpretato da Tom Bateman, in un podcast di successo. Tre mesi dopo la nascita del loro bambino, la coppia deve affrontare le conseguenze delle proprie azioni. Ava è intenta a dedicarsi al latte materno, mentre Nathan si occupa di lezioni di tennis. Tuttavia, la loro vita tranquilla viene nuovamente sconvolta dalla fuga di Matt, che si trova in compagnia della sorella di Ava, Tory, interpretata da Liana Liberato. Questo sviluppo solleva interrogativi sul coinvolgimento di Tory e sul potenziale pericolo che corre.
La stagione offre otto nuovi episodi, ricchi di colpi di scena e situazioni comiche, che invitano gli spettatori a un binge watching avvincente. La trama si arricchisce di nuovi personaggi e dinamiche, mantenendo alta l’attenzione su temi come l’ossessione per il true crime e la vita quotidiana dei neogenitori.
Un mix di assurdo e verità nella seconda stagione
“Based on a True Story” si distingue per il suo approccio al nonsense e al surreale, elementi che caratterizzano la sua narrativa. Nella seconda stagione, la serie sembra approfondire questi aspetti, mentre i protagonisti affrontano la transizione verso la genitorialità. La crescita personale di Ava e Nathan è centrale, poiché devono conciliare le loro nuove responsabilità con le loro passioni precedenti, come il podcasting e le influenze sociali legate alla maternità.
La regia mantiene un ritmo serrato e dinamico, con un montaggio che può risultare confusionario. La recitazione, in particolare quella di Kaley Cuoco, è sopra le righe, richiamando il suo personaggio in “L’assistente di volo“. Questa scelta stilistica contribuisce a creare un’atmosfera di comicità surreale, ma solleva interrogativi sulla coerenza narrativa della serie.
Un epilogo sorprendente e le sfide future
La seconda stagione di “Based on a True Story” è caratterizzata da un susseguirsi di colpi di scena e rivelazioni, culminando in un finale che sorprende gli spettatori. La serie si distacca da altre produzioni simili, come “Only Murders in the Building“, cercando di affermare la propria identità. Tuttavia, il risultato è una narrazione che, sebbene ricca di emozioni, può apparire disomogenea.
Il finale lascia aperta la possibilità di ulteriori sviluppi, ma la cancellazione dello show impedisce ai fan di vedere come si evolverebbe la storia. La situazione di Ava, intrappolata tra la realtà e le sue ossessioni, risuona con molti spettatori, invitandoli a riflettere su quanto possa essere coinvolgente e, al contempo, pericoloso, il mondo del true crime. La serie, purtroppo, chiude le porte a un possibile terzo ciclo di episodi, lasciando un senso di incompletezza e desiderio di ulteriori avventure.
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