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La meccanica delle ombre

Recensione

La meccanica delle ombre – Recensione: una spy story a dimensione umana

La meccanica delle ombre Thomas Kruithof François CluzetImmaginatevi la classica spy story, tra agenti segreti stile James Bond, sparatorie, combattimenti all’ultimo sangue e inseguimenti da brivido. Bene, ora cestinate il tutto e godetevi questo lungometraggio spionistico per il quale l’azione è solamente una flebile eco lontana. “La meccanica delle ombre” di Thomas Kruithof, opera prima cinematografica per l’esrordiente regista, è un thriller a dimensione umana, dotato di grande realismo e molto ben inserito nella contemporaneità.

Seguendo le tesissime vicende di Duval, un agé contabile alcolista, ci ritroviamo catapultati nella cruda e sporca realtà che si nasconde dietro la facciata della politica: un dietro-le-quinte della vita di tutti i giorni dove a regnare è l’ombra, i suoi meccanismi, con tutto ciò che questi comportano, in nome dell’informazione, del vantaggio o di personali tornaconti.

François Cluzet si riconferma nelle sue doti attoriali, vestendo i panni di un normalissimo disoccupato che di punto in bianco si ritrova immerso nel mondo dello spionaggio, per niente campato in aria, ma molto radicato nella Francia del giorno d’oggi (la dinamica ‘crisi’ della pellicola è la storia di tre ostaggi francesi in Mauritania, durante una campagna elettorale). La sua semplicità, la sua routine (costruire puzzle), i suoi rituali ed i problemi tipici di una persona normale catapultati nel magma fangoso dell’intelligence dal misterioso Clément: Duval/François Cluzet si ritrova a trascrivere con una vecchia macchina da scrivere intercettazioni telefoniche con possibili informazioni sensibili. Discrezione e pagamento in contanti, lavoro perfetto per un anonimo mansueto come lui. Finché una cassetta non ne desta la preoccupazione, l’ansia e l’angoscia. Il precipitare degli eventi è dietro l’angolo.

Un ‘buona la prima’ per Thomas Kruithof, con qualche riserva

Nel complesso, questo primo outing lungoregistico di  Thomas Kruithof è un ‘buona la prima’ abbastanza riuscito. Punta di diamante è la presenza di François Cluzet nel ruolo di protagonista, fatto che sicuramente potrebbe attirare nelle sale cinematografiche molti fan delle interpretazioni del bravissimo attore francese. Ottima l’impronta realistico-empatica, lontana anni luce da qualsivoglia spinta stile action movie, che restituisce la dimensione molto intima e umana di una persona a tutti gli effetti normale ritrovatasi a confrontarsi con oscure dinamiche molto più grandi di lui.

La scenografia, dove regna l’appartamento nel quale Duval fa il proprio lavoro, è in prevalenza dettata dall’alternanza di spazi chiusi, studiati molto bene dal punto di vista fotografico, con una colorazione che tende verso le sfumature fredde e claustrofobiche e che eccellentemente si lega all’atmosfera pesante, tesa e incerta protratta per tutto il film, ritmata dal picchettare delle dita del protagonista sulla vecchia macchina da scrivere e della conversazioni intercettate ascoltate.

Buona l’interpretazione di François Cluzet, che raggiunge alti picchi d’intensità quando la situazione si appesantisce o si capovolge. Anonima la parte della ‘donzella in difficoltà’ di Alba Rohrwacher che, nella trama di per sé interessante e ben strutturata, poteva essere omessa, senza nulla togliere al film: l’inserimento di una controparte femminile sicuramente è stato legato alla volontà di restituire a pieno la dimensione ‘carceriera’ costituita dalla nuova condizione di Duval.

Nonostante l’epilogo abbastanza action e la dicotomia di dissonanza e intonazione con il personaggio di Cluzet, nel mantenimento del carattere noir, Thomas Kruithof ha mostrato tutte le sue capacità registiche con questa prima prova coraggiosa, per niente dimessa, che resta una pellicola da vedere e gustare.

Marco Marchetti

Trama

  • Titolo originale: La mécanique de l’ombre
  • Regia: Thomas Kruithof
  • Cast: François Cluzet, Alba Rohrwacher, Denis Podalydes, Sami Bouajila,  Simon Abkarian
  • Genere: Drammatico, Thriller, Colore
  • Durata: 93 minuti
  • Produzione: Francia, 2016
  • Distribuzione: Europictures
  • Data di uscita: 6 Aprile 2017

La meccanica delle ombre poster“La meccanica delle ombre” racconta la storia di Duval (François Cluzet), un dipendente modello: un contabile preciso, meticoloso, riflessivo, efficiente ed ex alcolista. La sua vita procede tranquilla finché, a causa di problemi aziendali, non viene licenziato; inizia, così, una ricerca disperata per un nuovo posto di lavoro che si rivela, però fallimentare. Inaspettatamente, però, viene contattato da un misterioso uomo d’affari, Clément, che gli propone un nuovo impiego: Duval dovrà trascrivere, velocemente e senza errori, delle intercettazioni telefoniche ogni giorno per un’organizzazione di sicurezza, in cambio di un cospicuo stipendio.

Spinto dalla difficoltà della sua situazione economica, il protagonista de “La meccanica delle ombre” accetta, senza porsi troppe domande. Cercando di ignorare l’eccentricità del suo capo e l’illegalità del compito che gli è stato affidato, Duval inizia il suo lavoro ma ben presto si accorge che dietro c’è qualcosa di più: il contenuto delle cassette che deve ascoltare ‘scotta’ politicamente e ben presto rimane coinvolto in un pericoloso intrigo che vede implicati i servizi segreti e le alte sfere del governo francese.

L’esistenza di Duval viene totalmente sconvolta: una telefonata si traduce in un vero e proprio omicidio e capisce di essersi invischiato in una cospirazione di morte ma tirarsi fuori dalla situazione non è un’opzione prevista. Il protagonista è costretto a confrontarsi con le violente meccaniche che si celano dietro al mondo dei servizi segreti e con il corrotto mondo politico.

La meccanica delle ombre: un thriller sul mondo della politica

Ne “La meccanica delle ombre” il regista belga Thomas Kruithof vuole mettere in scena la situazione politica della Francia attuale, denunciandone l’ambiguità e mostrando i suoi lati più oscuri. Tutta la storia è percorsa da uno spiccato gusto per il giallo: un unico individuo si trova a combattere contro il sistema, intessuto di cospirazioni e corruzione. Il focus dell’opera è proprio il voler presentare la sfera politica francese degli ultimi anni ma soprattutto i suoi retroscena e il suo business.

A interpretare il protagonista Duval, un cinquantenne costretto ad accettare la prima occupazione possibile per sollevarsi dal baratro e dall’esaurimento nervoso, è François Cluzet (“Quasi amici“, “Un momento di follia” e “11.6”) che nel suo nuovo ambiente lavorativo si relaziona prettamente con: Gerfault, interpretato da Simon Abrakian, Clement, un personaggio inquietante e rassicurante al tempo stesso che ha il volto di Denis Podalydès e Labarthe, un agente segreto freddo e severo impersonato da Sami Bouajila. Diverso è il rapporto che il protagonista instaura con Sara (Alba Rohrwacher), una donna straniera, fragile che l’uomo si sente di proteggere e con la quale sente di avere un legame, forse per la comune condizione di isolati.

Trailer

 

 

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