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Il Trono di Spade: 5 elementi che anticipavano la follia di Daenerys

La follia e brutalità del personaggio di Daenerys Targaryen (Emilia Clarke) nella celebre “Il Trono di Spade” è stata sicuramente una delle più sensazionali e meno apprezzate scoperte dell’ultima ottava stagione. Un finale che ha deluso gran parte del pubblico. Indubbiamente l’evoluzione di Daenerys è troppo improvvisa e repentina e la serie è famosa anche per analizzare e approfondire sempre i turbamenti dei personaggi. Daenerys Targaryen è inoltre uno dei protagonisti che cresce maggiormente nel corso dello show. Il suo cambiamento è sempre stato verosimile, realistico e soprattutto accolto positivamente da fan e pubblico. Ma in pochi hanno apprezzato quella violenza del sesto episodio dell’ottava stagione che ha definitivamente trasformato la Regina contro la schiavitù in un’assassina feroce e vendicativa. Qualche elemento in più nel corso della serie avrebbe preannunciato quel massacro tanto discusso, ma non si può dire che, fin dalla prima stagione, non fosse presente nel personaggio qualche parvenza di follia e aggressività.

La morte di Viserys

Il Trono di Spade

Nel sesto episodio della prima stagione di “Il Trono di Spade”, quando il matrimonio tra Khal Drogo e Daenerys sembra esser diventato sincero e la stessa Daenerys si comporta da Khaleesi, accade qualcosa di inaspettato. Viserys era senza alcun dubbio un uomo malvagio e interessato solo al potere. Utilizzava i Dothraki quanto la stessa sorella per ottenere ciò che voleva. Daenerys era comunque sempre stata pronta a difenderlo e assecondarlo. Oltretutto la Daenerys della prima stagione era una giovanissima Targaryen indifesa e alle prese con un mondo e un popolo che non conosceva e non sapeva come gestire. Ma quando assiste all’orribile morte del fratello, unico membro della sua famiglia rimasto, non batte ciglio. Si tratta di una morte violenta e cruenta che lei osserva con uno sguardo enigmatico che esprime solo soddisfazione.

La vendetta nei confronti di Xaro Xhoan Daxos e Doreah nella seconda stagione di “Il Trono di Spade”

Il Trono di Spade

Dopo aver tentato in qualsiasi modo di ottenere delle navi dal mercante di Qarth, e scoprendo di essere stata tradita da lui e dalla sua ancella, nella decima e ultima puntata della seconda stagione di “Il Trono di Spade”, Daenerys decide di vendicarsi. E lo fa in modo brutale. Capendo che le ricchezze che Daxos gli aveva promesso, definendosi come l’uomo più ricco di Qarth, non esistono, lei rinchiude lui e Doreah nella cella del tesoro. È una cella in pietra senza finestre né punti di luce, dal quale è impossibile fuggire. Daenerys li lascia così a morire di fame e di sete, al buio, facendoli vivere i loro ultimi giorni in estrema sofferenza. Una morte terribile anche questa, che lei sceglie per loro senza il minimo ripensamento, nonostante le suppliche di entrambi.

La morte di uno dei nobili di Meeren

Il Trono di Spade - Emilia Clarke

La fermezza e impassibilità di Danereys è sicuramente un tratto che la contraddistingue dalle prime stagioni di “Il Trono di Spade”, ma è quando il suo sguardo sembra essere di ghiaccio di fronte a visioni scioccanti, a mettere in dubbio il personaggio. Morti crudeli che lei stessa ordina. Ogni sua decisione sul togliere la vita a chi crede l’abbia tradita o a chi minaccia il suo potere, è un chiaro indizio della sua ossessione e desiderio di governare i Sette Regni. Un obiettivo che è pronta a raggiungere con qualsiasi mezzo. La scelta di bruciare vivo uno dei nobili di Meeren per il solo sospetto che abbia, insieme agli altri, cospirato contro di lei, è stata forse una delle ultime cose che si poteva perdonare a uno dei personaggi migliori della serie. La Madre dei Draghi che aveva sempre ottenuto il rispetto e l’adorazione del suo popolo e del suo esercito, nella nona puntata della quinta stagione, mostra cosa è pronta a fare a chi non rispetta la sua supremazia. Il giovane che decide di sacrificare, come esempio per gli altri nobili, poteva essere innocente, non era certa che fosse colpevole. Per quanto riguarda la violenta morte a cui lo sottopone, tra i Targaryen e il fuoco c’è sempre stato un rapporto particolare.

L’uccisione di Randyll e Dickon Tarly nella settima stagione di “Il Trono di Spade”

Il Trono di Spade

Nella quinta puntata della settima stagione di “Il Trono di Spade” non ci sono dubbi: Daenerys Targaryen è cambiata. Non è chiaro cosa abbia fatto scattare in lei quella ferocia e totale assenza di clemenza che l’avrebbe resa diversa da qualsiasi altro sovrano. Come lo stesso Tyrion le dice: la sua dimostrazione di fronte all’ex esercito dei Lannister, non è diversa da quella che avrebbe fatto la stessa Cersei. Come ogni sovrano che Daenerys condannava, anche lei incute terrore nei suoi prigionieri, facendo della paura la sua arma contro di loro. Quando Randyll e il figlio Dickon Tarly si rifiutano di inginocchiarsi al cospetto di Daenerys lei li brucia vivi davanti a tutti i soldati che, terrorizzati, si inginocchiano immediatamente. Non offre loro nient’altro che una morte atroce se non rispettano la sua legittimità al trono. La puntata risulta decisiva anche per un altro motivo. Le ragioni che spingono i due Tarly a non inginocchiarsi e a rimanere fedeli a Daenerys sono nobili e comprensibili. Randyll Tarly cerca di spiegare, non per salvarsi, che è sempre stato fedele ai Lannister, ha giurato di combattere per loro e non ha alcun motivo per credere che lei sia una Regina diversa. Anche se lo fosse, comunque, è chiaro che preferirebbe morire che tradire un giuramento fatto. E quando anche suo figlio, Dickon, rimane fedele al padre, Daenerys brucia padre e figlio insieme, convinta che sia la scelta giusta.

La condanna a morte di Varys

Il Trono di Spade

Nel quinto episodio dell’ottava e ultima stagione di “Il Trono di Spade” Daenerys era a un passo dal perdere il rispetto di più della metà dei telespettatori, nonché di molti personaggi della serie. Si tratta della puntata immediatamente precedente al massacro di Approdo del Re, alla morte di migliaia di innocenti contro i quali Daenerys sfoga la sua rabbia e la sua, si può dire, follia. Diventando così la degna figlia di suo padre. Uccidere Varys, fidato consigliere, amico di Tyrion, un uomo che ha sempre agito in base a ciò che credeva fosse meglio non solo per sé, ma per governare i Sette Regni, è un atto che avrebbe dovuto provocare sentimenti contrastanti in Daenerys. Ma invece, ancora una volta, nessun ripensamento, nessun conflitto, nessuna reale delusione e rabbia per il tradimento, ma solo la fredda legge de “l’occhio per occhio”.

25/01/2021

Giorgia Terranova

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