Flavio Briatore, noto imprenditore e personaggio di spicco nel mondo della Formula 1, ha recentemente condiviso con il Corriere della Sera alcuni ricordi della sua infanzia e della sua carriera. Dalla sua giovinezza in un piccolo paese italiano alle sue attuali avventure imprenditoriali, Briatore offre uno sguardo affascinante sulla sua vita, le sue sfide e le sue conquiste.
Ricordi d’infanzia e prime esperienze
Flavio Briatore ricorda con nostalgia la sua infanzia trascorsa in un piccolo paese, dove la neve era una presenza costante. Cresciuto in una famiglia di insegnanti, il suo rapporto con la scuola non è stato dei migliori. In un episodio significativo, il padre decise di bocciarlo all’ultimo anno delle elementari, una scelta che Briatore interpreta come un tentativo di dare un esempio di disciplina. “Facevo parte del gruppo dei discoli”, racconta, descrivendo un’infanzia caratterizzata da ritardi a scuola, giochi inappropriati e disinteresse per il catechismo. Questi ricordi, pur se lontani, hanno lasciato un’impronta duratura nella sua vita.
Le sue memorie includono anche momenti di difficoltà economica, come le colazioni a base di latte e castagne, che servivano a placare la fame. I minestroni, piatti semplici ma sostanziosi, sono rimasti un simbolo della sua gioventù. Briatore sembra rifuggire il passato, ma non può negare che queste esperienze lo abbiano forgiato come persona e imprenditore.
La carriera e la mentalità da manager
Fin da giovane, Briatore ha mostrato un’inclinazione per il business. A soli otto anni, iniziò a raccogliere scommesse sul Giro d’Italia, un’attività che lo portava a interagire con i compagni di scuola e a sviluppare un senso imprenditoriale. “Facevo un po’ il bookmaker”, spiega, raccontando come ricevesse informazioni sulle tappe della corsa da un conoscente. Questa esperienza precocemente imprenditoriale ha gettato le basi per la sua carriera futura.
Briatore ha sempre considerato gli errori come parte integrante del processo decisionale. “Se fai, sbagli”, afferma, sottolineando l’importanza di correggere il tiro rapidamente quando si commettono errori. Questa mentalità lo ha accompagnato nel suo percorso professionale, caratterizzato da scelte audaci e dalla capacità di adattarsi alle circostanze.
Vita a Montecarlo e scelte fiscali
Da quasi quindici anni, Briatore risiede a Montecarlo, dopo aver trascorso un lungo periodo a New York e in Inghilterra. La scelta di stabilirsi nel Principato non è solo legata alla bellezza del luogo, ma anche a considerazioni fiscali. “Non vivo qui per non pagare le tasse”, chiarisce, spiegando che la sua presenza a Montecarlo è motivata dalla creazione di opportunità imprenditoriali. Briatore gestisce affari in diverse località, tra cui Dubai e Riad, e ha anche investito in Italia.
Tuttavia, non manca di esprimere una critica nei confronti del sistema italiano, affermando che il Paese non ha mai supportato le sue iniziative. Riferendosi alla sua esperienza con l’imbarcazione Force Blue, venduta all’asta, Briatore sottolinea come l’Italia sembri un Paese in cui le opportunità non vengono valorizzate. La sua visione è che l’Italia possieda un grande potenziale, ma sia ostacolata da una politica inadeguata.
Il Billionaire e il legame con la Sardegna
Il Billionaire, il famoso locale fondato da Briatore in Sardegna, ha avuto un impatto significativo sull’economia locale, creando posti di lavoro e diventando un marchio riconosciuto a livello internazionale. “Era come il Vaticano per Roma”, afferma, sottolineando l’importanza del locale per il turismo sardo. Sebbene abbia venduto la proprietà, il marchio resta sotto la sua gestione e continua a operare in altre località come Sankt Moritz e Dubai.
Briatore esprime un certo rammarico per il legame con la Sardegna, affermando che il suo amore per l’isola non è stato sempre ricambiato. Critica i “radical chic” e i politici che, secondo lui, ostacolano lo sviluppo dell’isola. Durante l’alluvione del 2004, ha dimostrato il suo impegno per la comunità, offrendo il Billionaire Village come rifugio per gli sfollati e sostenendo i pastori locali.
Riflessioni sui piloti e sulla Formula 1
Quando si parla di Formula 1, Briatore non può fare a meno di menzionare i grandi nomi che hanno segnato la storia del motorsport. Sebbene non si sbilanci nel dichiarare chi sia il migliore, riconosce il talento di piloti come Schumacher, Senna e Verstappen. Ricorda con affetto il primo mondiale vinto con Schumacher nel 1994, un momento che ha segnato la sua carriera e ha rappresentato una sfida contro le aspettative del settore.
Nonostante il suo successo, Briatore mantiene un legame personale con i piloti, affermando di non aver mai visitato Schumacher in ospedale, preferendo ricordarlo nei momenti di gloria. La sua amicizia con Corinna, la moglie di Schumacher, è un segno del rispetto e dell’affetto che prova per il campione.
Vita privata e relazioni
Flavio Briatore ha avuto relazioni significative nella sua vita, tra cui quella con Elisabetta Gregoraci, madre di suo figlio Falco. Nonostante la separazione, entrambi si sono impegnati a mantenere una relazione positiva per il bene del bambino. Briatore riconosce l’importanza di mettere Falco al primo posto, dimostrando un approccio maturo alla genitorialità.
Le sue relazioni passate, tra cui quelle con Heidi Klum e Naomi Campbell, sono state oggetto di attenzione mediatica. Briatore parla con affetto delle sue ex compagne, evidenziando il rispetto reciproco e il legame che mantengono. Riguardo a Falco, Briatore è consapevole delle sfide che il figlio dovrà affrontare, ma è fiducioso che la sua educazione in una boarding school in Svizzera lo preparerà per il futuro.
Riflessioni sul tempo e la vecchiaia
Infine, Briatore affronta il tema della vecchiaia, esprimendo la sua paura per il passare del tempo. Desidera essere presente per Falco e continuare a guidarlo nella vita. Nonostante non abbia mai fatto un lifting, ammette di aver subito un intervento per eliminare il doppio mento, dimostrando una certa apertura riguardo alla sua immagine. La sua riflessione sul tempo che passa è un richiamo alla fragilità della vita e all’importanza di vivere pienamente ogni momento.
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