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Disney: i 7 cattivi e il loro legame con i 7 vizi capitali


I sette peccati capitali costituiscono un insieme universale di vizi che attraversano le barriere culturali e religiose. Questi peccati, originariamente delineati dal cristianesimo, hanno radici ancor più antiche, risalenti ai tempi dell’antica Grecia, e si possono rintracciare in epiche storie mitologiche greche, mettendo in guardia eroi e ascoltatori contro le trappole della tentazione e i pericoli dell’arroganza. Nelle fiabe e nelle storie, i cattivi spesso incarnano uno di questi peccati, contribuendo a trasmettere importanti lezioni morali. In tempi moderni, i peccati capitali continuano a svolgere un ruolo fondamentale nella creazione dei personaggi cattivi, e nel mondo dell’animazione, Disney offre alcuni dei migliori esempi in cui i cattivi catturano l’immaginazione del pubblico tanto, se non più, degli eroi.

Invidia: La regina cattiva, Biancaneve e i sette nani (1937)

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La Regina Cattiva di Biancaneve è un perfetto esempio dell’ossessione dell‘invidia. Ogni giorno, ella consulta il suo specchio magico chiedendo chi sia la più bella di tutte, e la risposta è sempre stata a suo favore fino a quando, un giorno, lo specchio afferma che la sua figliastra, Biancaneve, è più bella di lei. Ma la Regina non può tollerare che qualcun altro possieda una bellezza superiore alla sua. Determinata a preservare la sua autoproclamata bellezza suprema, la Regina Cattiva complotta per l’omicidio di Biancaneve. La Regina Cattiva incarna il vizio dell’invidia nella sua forma più letale, rappresentando un’affascinante connessione tra i cattivi Disney e i sette vizi capitali.

Ira: La regina di cuori, Alice nel paese delle meraviglie (1951)

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La rabbia è un’emozione fondamentale, ma quando si trasforma in ira, può diventare estremamente problematica. Quando un individuo è sopraffatto dalla rabbia al punto da perdere il controllo o ignorare il benessere degli altri, può compiere azioni terribili. Questo concetto è splendidamente illustrato nell’epica di Omero, l’Iliade, in cui la furia di Achille lo spinge ad abbandonare i suoi compagni achei e rinunciare alla guerra di Troia, nonostante fosse il loro guerriero più valoroso. Nel vasto panorama dei cattivi Disney, la Regina di Cuori incarna senza dubbio il vizio dell’ira. Governando il Paese delle Meraviglie con il temperamento di un capriccioso bambino, tutti i suoi sudditi vivono costantemente nell’angoscia di scatenare la sua furia, spesso a rischio di perdere le proprie teste. Solo il suo re, con molta difficoltà, riesce ad attenuare i suoi impeti di rabbia, ma soltanto per brevi istanti alla volta.

Gola: Crudelia de Mon, La carica dei 101 (1961)

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Il peccato della gola, sebbene spesso associato al cibo, è in realtà un eccesso nell’indulgenza dei piaceri della vita, soprattutto quando questi piaceri sono simboli di ricchezza. Chi è dominato dalla gola tende a consumare cibo, bevande e risorse senza limiti, spesso a discapito di coloro che li circondano. Questo peccato trova una perfetta rappresentante in Crudelia De Mon, uno dei cattivi Disney più universalmente odiati, nonostante il fatto che il suo oggetto d’ossessione non sia il cibo, bensì costose pellicce. L’ossessione di questo cattivo per le pellicce raggiunge estremi inquietanti, portandola persino a tentare di acquistare i cuccioli di dalmata di Anita e Roger appena nati, con l’intenzione di utilizzarli per ottenere le preziose pelli. Il suo aspetto esprime visivamente questa gola smodata, poiché Crudelia viene quasi inghiottita dalla sontuosa pelliccia che indossa, sottolineando la sua insaziabile ricerca di lussi eccessivi.

Avarizia: Il principe Giovanni, Robin Hood (1973)

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Assimilabile all’invidia, l’avarizia nelle sue forme più disumane e ingiuste è un vizio che si manifesta in numerosi personaggi del mondo Disney. Uno di questi, in particolare, è il principe Giovanni di “Robin Hood”. Oltre ad avere una brama insaziabile di ricchezza e potere, caratteristica che lo accomuna a molti altri cattivi Disney come il Governatore Ratcliffe di “Pocahontas” o Jafar in “Aladdin”, il principe Giovanni è noto per la sua avidità nel depauperare sempre di più il proprio popolo, senza reinvestire la ricchezza a vantaggio della comunità. Ogni tesoro sottratto dal principe viene accaparrato avidamente, privando la popolazione dei beni essenziali

Lussuria: Frollo, Il gobbo di Notre Dame (1996)

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La lussuria, sebbene spesso legata al piacere, può anche riferirsi a un desiderio tanto bruciante da diventare un’ossessione. A differenza della passione che può spingere una persona a perseguire un obiettivo per il bene proprio o degli altri, la lussuria è un sentimento egoistico. Coloro che sono consumati dalla lussuria desiderano intensamente possedere ciò che li attrae, indipendentemente dalle conseguenze negative che potrebbero infliggere agli altri nel processo. Nella vasta galleria dei cattivi Disney, il giudice Frollo de Il Gobbo di Notre Dame è un esempio di lussuria estrema. La sua ossessione verso Esmeralda, la donna protagonista, lo spinge a compiere azioni estreme, portandolo a minacciare di distruggere Parigi pur di averla.

Accidia: Genoveffa e Anastasia, Cenerentola (1950)

Cenerentola

“I giorni di riposo abbondano, ma il dovere non aspetta”. È un detto che tutti, in un modo o nell’altro, abbiamo sperimentato nella vita, ritagliando spazi di relax e ritardando dagli impegni quotidiani. Certo, delle pause dobbiamo sempre prenderle, ma cosa succede se diventano eccessive? Quando ciò accade si cade nell’accidia, ossia la troppa pigrizia, come Genoveffa e Anastasia, due personaggi Disney che incarnano perfettamente questo vizio capitale. Sotto il benevolo sguardo della madre, queste due giovani donne delegano volentieri i compiti più onerosi a Cenerentola, affidandole la cucitura degli abiti, la pulizia delle stanze e la lucidatura dei pavimenti. La loro vita è un perpetuo elogio alla pigrizia, il desiderio di godere dei privilegi senza il peso dei doveri. A renderlo esplicito è anche il loro aspetto alquanto sgradevole: piene di angoli spigolosi, postura goffa e prive di qualsiasi traccia di bellezza.

Superbia: Maga Magò, La Spada nella Roccia

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L’orgoglio, una radicata convinzione di superiorità, può dar vita a comportamenti di distacco e disprezzo verso gli altri, fino a sfociare nella superbia. Maga Magò incarna in modo straordinario questo peccato dell’orgoglio con la sua certezza di essere la maga suprema, imbattibile e insuperabile. Questo carattere orgoglioso la guida in un duello epico contro il potente Mago Merlino, durante il quale , mentre adotta strategie opposte, la sua superbia viene messa alla prova e messa in discussione dai potenti incantesimi del rivale. In un momento di suprema vanità, Maga Magò si trasforma in creature sempre più colossali, riflettendo la sua insaziabile arroganza. Tuttavia, questa eccessiva grandezza diventa paradossalmente la sua rovina, poiché Merlino dimostra che la vera forza risiede nella grandezza interiore e intellettuale piuttosto che in quella fisica.

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