Eco Del Cinema

“Diabolik” alla conquista del box office

Arriva nelle sale cinematografiche “Diabolik” dei Manetti bros., dopo un battage pubblicitario che ha pochi eguali, pronto a conquistare il box office. 

Il personaggio creato dalle sorelle Giussani arriva sul grande schermo

Diabolik foto

Con “Diabolik” i fratelli Manetti portano sul grande schermo l’iconico personaggio creato dalle sorelle Giussani. I due registi raccontano un momento ben preciso delle vicende del temutissimo ladro. Siamo nel 1962, agli esordi nelle edicole del fumetto edito da Astorina, ideato da Angela Giussani, che solo dal numero 14 viene affiancata nella sceneggiatura dalla sorella Luciana. Nel n. 3 si racconta l’incontro di Diabolik con Eva Kant, un incontro che li porterà ad essere un tutt’uno nella vita e nel ‘lavoro’. E’ di questo incontro che tratta il film.

Diabolik: un omaggio al fumetto e alle sue creatrici

“Diabolik” è il fumetto che prende vita, tanto sono stati puntuali i registi nel proporre sequenze che restituiscano al pubblico il profumo dell’inchiostro sulla carta. Il film riporta visivamente i contesti, le inquadrature, ciò che rende unico questo personaggio. Si dice spesso che quando si traspone sullo schermo qualcosa che nasce sulla carta stampata, in qualche modo lo si deve tradire, affinché la resa filmica sia ottimale. Ciò che funziona sulla carta non può funzionare sullo schermo, con i fumetti poi è tutto ancora più complicato. “Diabolik” dimostra che a volte può essere valido l’esatto contrario. Il film non tradisce il fumetto ma lo esalta, in alcune inquadrature  Luca Marinelli, che veste i panni del noto criminale, riporta alla memoria alcune delle vignette più gettonate, quelle col taglio sugli occhi del temuto ladro di nero vestito, ad esempio. Veramente strepitosi i primi piani che definiscono il volto del protagonista come le sue creatrici amavano fare sulle loro tavole.

Un film ben costruito che rimanda ad un genere cinematografico classico

Diabolik foto

Dialoghi, narrazione, contesti, tempi filmici, riportano ad un cinema classico, al quale la pellicola rende omaggio, ricordando i maestri del brivido. La pacatezza dei dialoghi, lo charme di Lady Kant, l’ambientazione anni ’60, definiscono un racconto elegante, in cui la cura dei dettagli è uno dei punti di forza. 

Luca Marinelli coglie l’essenza del personaggio e porta sullo schermo la figura impassibile dell’uomo in tuta nera attillata che ha segnato da decenni l’immaginario comune. Il nero sembra cucito addosso a Marinelli, che si muove con la calma propria del personaggio che interpreta. Ben si ritrovano sullo schermo quelle ambientazioni di Clerville, capitale dell’omonimo stato fittizio inventato dalle Giussani, che permetteva loro di creare una qualsivoglia cornice geografica senza doversi documentare.

Miriam Leone e Valerio Mastandrea sono un’Eva Kant e un Ginko da manuale

Miriam Leone è perfetta nei panni di Lady Kant, il fumetto sembra disegnato su di lei. L’attrice veste i panni della compagna/complice di Diabolik in maniera egregia, regalando alla donna fascino e determinazione. Valerio Mastandrea sembra uscito da una delle pagine del fumetto, il suo Ginko è credibile e interessante.

I protagonisti si muovono sullo schermo con grazia e pacatezza, portando lo spettatore in un mondo immaginario, che lascia aperte le porte per un sequel. In un nutrito cast, tutti interpretano al meglio il loro personaggio. Particolarmente riuscito quello della segretaria del vice ministro, interpretato da Vanessa Scalera. Costumi, coreografie e colonna sonora completano un film ideato e diretto in maniera coinvolgente.

Un film da vedere al cinema!

Maria Grazia Bosu

18/12/2021

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