Chiara Nasti e Mattia Zaccagni, figure note nel mondo dello spettacolo e dello sport, hanno deciso di denunciare la loro collaboratrice domestica per furti e comportamenti anomali. I due, proprietari di una casa nella zona di Camilluccia, hanno scoperto che la colf, dopo il suo licenziamento, si era abituata a frugare tra i loro arredi e a fotografarsi con abiti e gioielli di pregio, attività poi condivisa sui social network. Le indagini sono iniziate subito dopo la scoperta di queste pratiche scorrette, in cui il termine denuncia colf assume un significato forte e chiaro. Le testimonianze raccolte e le immagini documentate hanno dato impulso all’intervento delle autorità, determinando una serie di ulteriori accertamenti relativi a furti sempre più mirati e premeditati.
Comportamenti anomali della collaboratrice domestica
Le ricostruzioni dei fatti rivelano come la ex collaboratrice domestica sfruttasse la fiducia riposta in lei per compiere azioni inaspettate e reiterate. Secondo le fonti, la donna si introduceva con disinvoltura nei cassetti e negli armadi della residenza, scegliendo sistematicamente abiti e gioielli di alto valore. Le prove raccolte includono fotografie chiare e inequivocabili, in cui la colf si ritrae mentre indossa gli oggetti sottratti, evidenziando un comportamento che andava ben oltre un furto occasionale. Questo schema di azione, paragonabile ad un vero e proprio shopping casalingo, veniva messo in atto durante l’assenza dei proprietari, i quali si resero conto dell’accaduto solo dopo aver notato una serie di incongruenze e imprevisti. Le immagini documentate hanno suscitato scalpore e hanno rappresentato un elemento fondamentale per la decisione di attivare una denuncia colf formale, segnando l’inizio di una complessa vicenda giudiziaria.
Furti successivi e verifica delle proprietà sottratte
Dopo il licenziamento e l’avvio delle procedure legali, nuovi furti hanno accentuato il senso d’urgenza e di preoccupazione per la sicurezza dei beni personali. Oltre agli abiti e ai gioielli già contestati, è stata registrata la scomparsa di altri oggetti di lusso, tra cui orologi di marca, scarpe, borse firmate e persino somme di denaro considerevoli. Le indagini, condotte con attenzione, hanno preso in esame ogni anomalia e ipotizzato che la ex collaboratrice potesse aver utilizzato un negozio di abbigliamento second-hand per rivendere i beni trafugati. Tuttavia, nonostante le ispezioni effettuate sia nell’appartamento che nel punto vendita a lei associato, i prodotti mancanti non sono stati rintracciati. Questo insieme di furti, considerati ben mirati e calcolati, ha portato le autorità a intensificare i controlli e a sottolineare l’urgenza di adottare protocolli di sicurezza più stringenti per proteggere le abitazioni di personaggi noti.
I risvolti giudiziali e le reazioni dei protagonisti
La scoperta delle pratiche scorrette ha spinto Chiara Nasti e Mattia Zaccagni ad intraprendere azioni legali, denunciando ufficialmente la collaboratrice per furto e violazione della fiducia. Le dichiarazioni rilasciate dai due testimoniano una profonda delusione e sottolineano la necessità di tutelarsi da simili abusi di potere all’interno del rapporto di lavoro. Mentre le indagini proseguono, le prove raccolte – tra cui immagini condivise sui social media – evidenziano una condotta premeditata e sistematica. I protagonisti, già noti per i loro successi nel mondo del glamour e dello sport, si sono trovati a dover gestire pubblicamente questa crisi, cercando supporto legale e mediatico per far luce sui fatti. Il caso ha innescato un acceso dibattito sull’importanza dei controlli nelle collaborazioni domestiche, costringendo tutti a rivedere i protocolli di sicurezza e a riflettere su espressioni come denuncia colf che oggi rappresentano un monito per il settore.