Nicolò Bongiorno, figlio del leggendario Mike Bongiorno, condivide ricordi e aneddoti in un’intervista al Corriere della Sera, in occasione del centouno anniversario della nascita del padre. La sua narrazione offre uno spaccato della vita familiare e professionale di un uomo che ha segnato la storia della televisione italiana. Attraverso i suoi racconti, emerge un ritratto intimo e complesso di Mike, tra affetto e sfide personali.
L’infanzia di Nicolò e il legame con il padre
Nicolò Bongiorno inizia il suo racconto con una frase che riassume il suo status di “figlio di mezzo”: «Tu sei il figlio di mezzo, quindi non conti». Questo commento, pur scherzoso, racchiude una verità profonda sul peso dell’eredità paterna. Ricorda con affetto i momenti trascorsi a Cervinia, un luogo che rappresenta per la famiglia un rifugio speciale. Il primo ricordo che condivide risale ai suoi tre anni, quando vede il padre in ciabatte, con il Corriere della Sera in mano e un sorriso dedicato solo a lui. Cervinia, per Nicolò, è il simbolo di una vita familiare che non ha mai voluto abbandonare.
La figura di Mike Bongiorno emerge come quella di un uomo generoso, sempre disponibile con i fan, ma che sapeva mantenere la sua vita privata separata dal lavoro. A casa, la televisione non occupava un posto centrale. Nicolò racconta come il padre chiudesse la porta del suo studio per preparare i quiz, lontano dagli occhi curiosi della famiglia. Tuttavia, i regali dei concorrenti erano una presenza costante a tavola, con cibi prelibati che arricchivano le cene familiari. Le serate erano caratterizzate da rituali affettuosi, dove Mike, pur con la sua personalità forte, mostrava tenerezza nei confronti dei figli.
Il legame attraverso lo sport e le passioni
Il rapporto tra Nicolò e Mike si è sviluppato anche attraverso lo sport, in particolare lo sci e il tennis, che diventavano momenti di intimità e condivisione. Nicolò ricorda come il padre rispettasse le passioni dei suoi figli, pur esprimendo preoccupazioni per le loro scelte. Un soprannome affettuoso, “Zigeunerbaron”, il Barone Zingaro, riflette il modo in cui Mike si relazionava con Nicolò, un modo per esprimere affetto e preoccupazione al tempo stesso.
Questi momenti di connessione familiare si intrecciano con la vita pubblica di Mike, un uomo che, pur essendo una celebrità, cercava di mantenere un equilibrio tra il suo lavoro e la vita privata. Nicolò descrive un padre che, nonostante il suo successo, si sforzava di essere presente e affettuoso, creando un ambiente familiare ricco di calore e rituali.
Le sfide personali e le ombre del passato
La vita di Mike Bongiorno non è stata priva di sfide. Nicolò ricorda una crisi coniugale tra i genitori, che si verificò quando lui aveva solo sei anni. Questo periodo difficile fu superato con la nascita del fratello Leonardo, un evento che contribuì a rafforzare la famiglia. Tuttavia, il passato di Mike è segnato anche da esperienze drammatiche, come il sequestro nazista durante la Seconda Guerra Mondiale, un evento che lo ha segnato profondamente.
Un capitolo particolarmente doloroso nella vita di Mike è stato il furto della sua salma nel 2011. Nicolò racconta di come la famiglia sia stata coinvolta in una vicenda inquietante, con ricatti e minacce. Solo grazie all’intervento di don Mauro Pozzi e delle forze dell’ordine, la bara fu ritrovata senza pagare alcun riscatto. Oggi, Mike riposa a Torino, nella tomba della famiglia Carello, un luogo che rappresenta un cerchio che si chiude, ma con la speranza che la città possa onorare il suo nome in futuro.
Un’eredità che continua a vivere
La figura di Mike Bongiorno continua a vivere nei ricordi di chi lo ha conosciuto e amato. Nicolò, attraverso le sue parole, offre uno spaccato di una vita ricca di emozioni, sfide e affetti. La sua eredità non è solo quella di un grande conduttore, ma anche quella di un padre che ha cercato di bilanciare la fama con la vita familiare. La speranza di Nicolò è che il nome di Mike possa essere ricordato e onorato, continuando a ispirare le generazioni future.
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