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Le migliori eroine delle serie tv: da Buffy l’Ammazzavampiri a Daenerys Targaryen

Il genere del lead female character è diventato negli anni sempre più popolare nell’universo delle serie tv. Così come le protagoniste femminili che si seguivano durante la trama, delle vere e proprie eroine cresciute e cambiate puntata dopo puntata, che subiscono spesso archi di trasformazione ed evoluzione davvero incredibili.

La figura dell’eroina si è sempre più distinta da quella dell’eroe maschile, come veniva invece rappresentata inizialmente in molte serie tv. Anche l’immagine e la concezione dell’eroe hanno subìto numerosi cambiamenti dando vita alla definizione di anti-eroe. Le eroine sono però a un passo successivo rispetto ad eroi ed anti-eroi, creando in qualche modo un’ulteriore definizione di protagonista.

Le migliori eroine delle serie tv: da Buffy l’Ammazzavampiri a Daenerys Targaryen

Le eroine, spesso vittime di differenze di genere, costrette a farsi strada in un mondo fino a quel momento dominato dagli uomini, partono, la maggior parte delle volte, da condizioni estremamente difficili: devono guadagnarsi la fiducia di chi sta loro intorno, dovendo sempre dimostrare di essere in grado di prendere un impegno e di riuscire in un’impresa. Le eroine sono spesso da sole e hanno la capacità di rialzarsi dopo ogni fallimento.

Sono caratteristiche che interessano anche le personalità dell’eroe e dell’anti-eroe, in passato supportati da figure femminili viste quindi in maniera completamente diversa. Le eroine sono state una novità necessaria e sorprendente, che hanno dato un punto di vista diverso rispetto a situazioni, eventi e vicende che si sono trovate ad affrontare, unendo sensibilità e coraggio, determinazione e consapevolezza, forza a comprensione.

Praire della serie tv “The OA”

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Praire torna, dopo più di un’esperienza di pre-morte, a una vita completamente diversa da come la ricordava. Dal recupero della vista alla lontananza rispetto a quelle persone, prigioniere come lei, con le quali ha costruito legami indissolubili e che solo loro possono realmente comprendere. Praire ritrova il potere di allontanare il male raccontando, insegnando e ricordando, la propria infanzia, la propria rinascita e la connessione con un mondo ultraterreno. Praire agisce per amore, sofferenza, necessità e fede, credendo che ciò che le accaduto, può ancora succedere. Prairie è un’eroina che non si ferma di fronte a nulla, ma non è la forza o il coraggio a caratterizzarla, ma la profondità e l’intensità di ciò che racconta. L’animo umano e il potere dei sentimenti rendono Praire un’eroina sui generis, è questo che realmente trasmette ai ragazzi che sceglie, soli prima di conoscerla, ma che insieme, uniti, ribaltano situazioni di pericolo, portando il bene a trionfare, e rendendo il passaggio da un mondo a un altro possibile, reale e sentito; capace di generare una connessione tra di loro, inconcepibile appunto per chiunque altro.

June di “The Handmaid’s Tale”

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June è inserita in un mondo che rende ogni donna che tenta di ribellarsi non solo un bersaglio potenzialmente pericoloso da eliminare, ma una vera eroina. Maschilista, violento e che vede le donne, se fertili, sono come delle macchine da riproduzione, l’universo distopico di “The Handmaid’s Tale” è davvero atroce e brutale.

Le donne vengono condannate a morte se disobbediscono ai propri doveri che le vedono vittime di abusi, maltrattamenti, stupri e pene corporali e vengono private del proprio nome, per accentuare il loro essere possesso delle famiglie alle quali vengono assegnate. Ci sono anche altre donne nel mondo che presenta “The Handmaid’s Tale” e ognuna di loro, che abbia potere o no, è sottomessa agli uomini: la loro parola non conta nulla in confronto a qualsiasi persona di sesso maschile. June all’inizio è continuamente divisa tra accettazione e rabbia, sconforto e scelta di fare di tutto per sopravvivere, ma già nel corso della prima stagione, si scopre che June ha tentato di ribellarsi, ha avuto il coraggio, unica e prima, di rifiutarsi di compiere degli atti a cui lei e le sue compagne venivano obbligate.

June non viene presentata, nel passato, come una donna forte o combattiva, ma è quel regime dove ora vive che l’ha fatta diventare ciò che è diventata. Nel corso delle varie stagioni della serie tv June si spinge sempre più oltre trasformando se stessa in un simbolo per il mondo intero, un modello dal quale prendere esempio. La sua ribellione inizia dalle piccole cose per poi crescere e dare la speranza che non bisogna mai smettere di combattere le ingiustizie, che in “The Handmaid’s Tale” sono estremamente feroci, crude e violente.

Alex di “Maid”

Alex di “Maid” è una delle eroine più particolari e ben riuscite nella Storia della serialità televisiva. Oltre all’interpretazione di Margaret Qualley, la serie tv “Maid” presenta una serie di elementi su cui riflettere. Prima fra tutte la violenza: il maltrattamento o le forme di abuso vengono spesso identificate con azioni che colpiscono il fisico di una persona, ma “Maid” fa un passo indietro, presentando un abuso verbale di un uomo nei confronti di una donna.

Il ragazzo della protagonista Alex non la colpisce mai direttamente, ma ciò che le dice o ciò che fa, spesso per sfogare la propria rabbia, mettono in pericolo non solo lei, ma anche la figlia Maddie. Il percorso che fa Alex, iniziato con il fuggire da quell’uomo che amava, la vede affrontare e superare difficoltà insormontabili, principalmente economiche. Senza lavoro, senza casa, senza aiuti da parte dello Stato e senza una famiglia su cui poter contare, Alex deve mantenere se stessa e sua figlia di 4 anni, dimostrando sempre che è capace di farlo e con il rischio di perderne l’affidamento, lasciarla al padre, quella stessa persona da cui lei era fuggita.

Esty della serie tv “Unhortodox”

La serie Netflix in quattro puntate presenta una giovanissima protagonista convinta che la vita da moglie e madre sia ciò che ha sempre desiderato. Le donne della sua comunità sono felici e soddisfatte e forse trovare il proprio posto nel mondo è legarsi al ragazzo di cui crede di essere innamorata, vivere quell’esistenza che ha sempre pensato fosse prestabilita per lei.

Dalla passione per la musica a una sensazione soffocante e opprimente di regole che non riesce a seguire, Esty compie un percorso di crescita e costruzione della propria identità, in quanto donna ed essere umano, come non si era mai vista né sentita prima. Esty, distaccandosi da ciò che ha sempre conosciuto, riconosce e conosce se stessa, scoprendo che esiste molto altro fuori da quella comunità che, inconsapevolmente, la rendeva prigioniera e schiava di dogmi che non aveva mai avuto modo di poter scegliere. Esty nel suo viaggio scopre l’amicizia e l’amore, la vita, la casualità, la spensieratezza e la possibilità di essere padrona della propria esistenza.

Eleven di “Stranger Things”

Il personaggio di Eleven dell’acclamata serie tv “Stranger Things” è un’eroina a tutti gli effetti e segue in un certo senso gli elementi più classici della figura delle eroine, simbolo anche di forza e dotata di un potere soprannaturale. Eleven non è pero solo questo e soprattutto nel coro delle stagioni dello show la sua figura cambia fortemente.

Non è mai specificata la sua età, ma dovrebbe avere intorno ai 10-11 anni; nel tempo cresce, capisce che non si può vincere sempre e cerca anche di vivere come una persona normale, una bambina come tutti gli altri, usando i propri poteri solo per combattere il male e arginare minacce che potrebbero mettere in pericolo il mondo intero. Le difficoltà che incontra nelle relazioni con gli altri la mettono di fronte ai tipici problemi adolescenziali, che appaiono più insormontabili rispetto a quelli dove ad aiutarla ci sono i suoi poteri. Eleven è coraggiosa e combattiva e anche se sa che i suoi poteri la allontanano da quella vita normale che vorrebbe tanto avere, capisce che a volte lei è l’unica speranza.

Un passato tormentato e misterioso spesso la pone a dover affrontare ricordi dolorosi; la paura di aver fatto del male o di mettere maggiormente in pericolo chi ama, la bloccano, ma eternamente divisa tra mondo umano e soprannaturale, vorrebbe solo poter porre fine a tutto ciò di terribile che accade a Hawkins.

Buffy della serie tv “Buffy l’Ammazzavampiri”

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Eroina classica, la protagonista di “Buffy l’Ammazzavampiri” somiglia molto alla figura più nota dell’eroe, ma al femminile. Si tratta di una serie tv iniziata alla fine degli anni ’90, quindi molto indietro nel tempo, ma che ha comunque cambiato la storia dell’universo televisivo, contribuendo a creare, passo dopo passo, quella definizione di eroina che conosciamo oggi.

Buffy è un’eroina che non ha mai voluto questo compito, anzi ha cercato in tutti i modi di sfuggire al potere conferitole. Buffy ha sempre messo la vita delle persone che amava davanti alla sua, si è sacrificata, è coraggiosa e forte ed è pronta a tutto per proteggere coloro ai quali tiene. Buffy ha accettato di salvare il mondo scendendo a patti con la consapevolezza di non poter essere una ragazza normale come tutte le altre. La serie tv punta molto l’attenzione su questo, su una difficoltà della protagonista di provare, esternare ed esprimere sentimenti che ha dovuto reprimere per affrontare una responsabilità che non sempre riusciva a sostenere.

Miriam di “La fantastica signora Maisel”

Miriam della serie tv Amazon Prime Video “La fantastica signora Maisel”, è una donna che si fa strada nel mondo della stand-up comedy di New York nei primi anni ’50 e questo, già come incipit, lascia poco spazio all’immaginazione. Miriam è una casalinga ebrea, sola e disperata e in parte abbandonata anche dalla propria famiglia che, in un momento difficile, non perde tempo per criticare le sue precedenti scelte.

Il mestiere del comico era riservato esclusivamente agli uomini, ecco che le difficoltà che Miriam incontra non sono solo la disapprovazione da parte di amici e parenti, ma una totale sfiducia da parte di chi dovrebbe assumerla o anche solo permetterle di esibirsi. La sua prima vera performance è quasi uno sfogo di rabbia dopo che il proprio mondo le era crollato improvvisamente addosso.

Le basse aspettative che la maggior parte delle persone hanno su di lei, creano alla stessa Miriam dei dubbi sulle proprie capacità, che sono in realtà innate e ovvie. Il compito di una donna negli anni ’50, soprattutto se da poco separata, non era quello di far ridere, perché le donne non possono far ridere, mentre Miriam porta in scena tutto ciò che le donne per anni hanno dovuto subire, chiarendo come sono proprio quelle difficoltà che loro, purtroppo, conoscono meglio di chiunque altro, a rendere le sue esibizioni così uniche, naturali, vere e soprattuto, un successo.

Miriam Maisel è il simbolo di una rivoluzione e un riscatto personale e storico in un mondo maschilista, come quello della comicità e come sono stati gli anni ’50, estremizzazione di una situazione ancora in parte attuale. Miriam, nel suo essere comica e disperata anche come personaggio, è determinata, ma anche modesta, sempre con il sorriso sulle labbra, capendo fin da subito che dovrà adattarsi e sopportare enormi difficoltà se vorrà riuscire in quel mondo, per poter mostrare finalmente il proprio talento.

Beth di “La regina degli scacchi”

La sofferenza e la solitudine che prova Beth la portano a trovare nel gioco degli scacchi e in un rapporto apparentemente senza affetto, l’unica cosa che conta, l’unica ragione di vita. Beth non riconosce da subito le proprie capacità ma vuole, come lei stessa dice nel corso della serie, “battersi con i migliori”.

Come molte eroine, si ritrova unica donna in un mondo di uomini ed estromessa da numerose competizioni. Beth diventa negli anni il simbolo di un Paese, di un talento naturale, di una forza derivante solo da una vera passione e da un’abilità che, per troppo tempo, non è stata abbastanza per permetterle di dimostrare il proprio valore. Il personaggio protagonista della fortunata serie Netflix parte già in vantaggio, ma acquista consapevolezza, coraggio, ed è sempre da sola che riesce a rialzarsi da situazioni difficili, da sconfitte e da delusioni; non solo grazie agli scacchi, ma anche a quella forza che il gioco le ha dato negli anni. Beth non ha mai paura di affrontare avversari via via più abili, più esperti, considerati campioni indiscussi di un gioco seguito in alcuni Paesi maggiormente che in altri.

Le persone supportano e si uniscono alla battaglia professionale e personale di Beth in quanto donna e in quanto la migliore in un settore che l’ha spesso esclusa. Si tratta di una figura circoscritta a un ambito in particolare e quindi più simile alla figura dell’eroe che ha una vera e propria eroina.

Fleabag della serie tv “Fleabag”

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Fleabag è forse l’eroina più emblematica nella Storia delle serie tv. Un’esistenza costellata di sofferenze, delusioni, difficoltà, rapporti umani che si spezzano, si distruggono, bugie che costano più care di quanto ci si potrebbe aspettare e una solitudine profondamente non condivisibile.

La protagonista della serie vive una vita apparentemente normale, così come gli eventi narrati spaziano dalla perdita di un’amica a tensioni familiari, fino a un lavoro precario e alla difficoltà di trovare l’amore, ma la sofferenza che prova Fleabag e la metafora di un senso di colpa che torna sempre a chiedere il conto, la rendono protagonista di un racconto di disarmante ammarezza.

“Fleabag” è la difficile e caotica esistenza della quotidianità e per quanto sia uno show che crea un perfetto equilibrio tra dramma e commedia, il sorriso che la protagonista riesce sempre ad avere, insieme a quelle piccoli infantili soddisfazioni che si prende contro chi continua a farla star male, sono ammirevoli, la rendono una figura dalla quale prendere esempio e che rappresenta la forza di andare avanti, anche quando tutto sembra perduto. “Fleabag” è capace di lasciare senza speranze, di mostrare come al peggio non ci sia fine, ma come anche, forse, non è mai troppo tardi per riprendere in mano la propria vita, magari accettando aiuti inaspettati.

Daenerys Targaryen di “Il Trono di Spade”

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Daenerys Targaryen è uno dei personaggi di “Il Trono di Spade” a crescere maggiormente nel corso della serie. Il suo arco di trasformazione la rende prima una Khaleesi, poi una Regina capace di domare 3 draghi e infine l’unica donna a detenere il potere e pronta ad eliminare la schiavitù per sempre in tutti i 7 regni.

Nonostante il finale della celebre serie HBO abbia deluso la maggior parte dei fan, la figura di Daenerys è quella di un’eroina singolare, una sorta di anti-eroe che si fa strada in un mondo di uomini, facendosi insultare, deridere e picchiare da tutti coloro che non la consideravano all’altezza e che hanno dovuto ricredersi fin troppe volte. L’arco di trasformazione del personaggio di Daenerys Targaryen è interiore, emotivo, ma anche sociale, basato sul potere che conquista come donna, come moglie, sorella e come unica erede al trono.

Se all’inizio sembra l’unica persona in grado di cambiare realmente le cose, nel mondo di Westeros, raccontato nella serie tv, la sua sete di potere la porterà a un punto di non ritorno, a gesti estremi, che la renderanno simile a tutti quei regnanti che per anni ha cercato di combattere. Il finale di “Il Trono di Spade”, rende, in breve tempo, Daenerys Targaryen un’anti-eroina, alquanto inverosimile e forzata, avendola dipinta per le intere stagioni come una vera eroina e una regina atipica, che avrebbe reso il mondo un posto migliore.

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