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Leonardo DiCaprio verso l’Oscar: storia di una “maledizione”

Leonardo DiCaprio e la corsa agli Oscar: tra delusioni e sconfitte, perché il 2016 potrebbe essere la volta giusta

Leonardo DiCaprio

Manca davvero poco all’attesissima e ricorrente serata della consegna delle ambite statuette, evento imperdibile che anche quest’anno terrà in trepidazione intere schiere di affectionate e cinefili in ogni parte del mondo. Mentre è cominciato ufficialmente il conto alla rovescia per il 28 Febbraio, data fatidica designata per “La Notte degli Oscar”, serpeggia insistentemente tra gli assidui di internet e gli addetti ai lavori una domanda: ce la farà questa volta il talentuoso Leonardo DiCaprio a vincere l’Oscar?

Se di talento parliamo, il bel ragazzo di Los Angeles in quasi vent’anni di carriera non ha mai smesso di mostrare al mondo intero le sue indiscutibili doti di poliedrico interprete, mille i volti di un Romeo contemporaneo che di Giuliette ne ha fatte innamorare parecchie dagli anni ‘90 ai giorni nostri. Con lui sono salpati e hanno sognato i cuori di milioni di donne nel lontano 1997, rendendo indimenticabile quella nave di emozioni che è stata il “Titanic”, esperienza cinematografica che l’ha lanciato nelle gelide quanto pericolose acque di Hollywood, trasformando il timido Jack in una celebrità.

Nessuno si stupisce quando iniziano a fioccare le prime nominations, perché Leonardo è bravo e il globo se ne è accorto, sarà solo l’inizio di un lungo cammino costellato di riconoscimenti, di psichedeliche e psicopatiche interpretazioni con le quali ogni volta ha saputo sapientemente mettersi alla prova e reinventarsi. Leonardo DiCaprio DjangoHollywood ‘prova a prenderlo’ ma Leonardo è inarrestabile, non si lascia inscatolare in banali clichè cinematografici, scegliendo con estrema cura i ruoli da interpretare: inizia collaborazioni importanti, ben presto in molti si innamoreranno di lui, e non soltanto le modelle di Victoria’s Secret che colleziona negli anni. Edward Zwick gli affida il suo ‘diamante di sangue’, Sam Mendes disegna per DiCaprio un’immaginaria ‘strada rivoluzionaria’, mentre Christopher Nolan lo renderà un ladro di sogni in “Inception”. Perfino Tarantino non resiste al suo fascino, e in “Django Unchained” lo spietato Calvin J. Candie non può che avere il volto di Leonardo DiCaprio. Ma sarà principalmente con Martin Scorsese che l’attore troverà un sodalizio perfetto, arrivando molte volte a un passo dall’Oscar, un vero lupo di Hollywood sempre pronto a stregare lo spettatore con tutta la sua espressività.

Leonardo DiCaprio Walf of Wall StreetNonostante l’onorata carriera, i Golden Globes vinti e gli altri riconoscimenti, un tassello continua a mancare, e nella teca della sua dimora Californiana l’Oscar ancora non appare. Per quattro volte la luce dell’ambita statuetta gli è passata vicino, rispettivamente con “Buon compleanno Mr Grape”, “The Aviator”, “Blood Diamond” e “The Wolf of Wall Street”: allora perché Leonardo DiCaprio non ha ancora vinto? Infinite le supposizioni che nel corso di questi anni hanno cercato di dare delle credibili spiegazioni all’inspiegabile, e sebbene l’ormai ecologista divo americano tutto “Save The Planet” abbia più volte confessato di ‘non fare l’attore per cercare di vincere’, il pubblico che lo ama ancora non trova giustificazioni. Leonardo DiCaprio potrà anche ritenere la vittoria dell’Oscar una cosa secondaria, ma che per anni l’Academy abbia ignorato il fatto di avere davanti uno degli attori più talentuosi della sua generazione, è cosa nota ed evidente.

The-revenant-redivivoSe è vero che tutti i più grandi del cinema non hanno conquistato l’agognato premio (basta pensare a Steve McQueen, Cary Grant, Kirk Douglas, Peter O’Toole) Leonardo DiCaprio è recidivo e “Redivivo”, e non molla la presa. Vincent van Gogh preferiva ‘morire di passione che di noia’, e quello spirito indomito è lo stesso che anima l’infaticabile Hugh Glass/Leonardo DiCaprio, pioniere del cinema giunto al suo momento finale, la resa dei conti. Sottoposto a delle prove fisiche estenuanti sul set di “The Revenant”, magistralmente diretto da Alejandro González Iñárritu, la star americana di origini italiane si presenterà a questa 88esima edizione candidato come “Miglior Attore Protagonista”: questa volta, dicono, è quella giusta.

È quella giusta non solo per le quattro ore di trucco quotidiane e le dure prove fisiche necessarie per calarsi nella parte del cacciatore di pelli abbandonato e moribondo nel mezzo del gelido inverno Canadese. È quella giusta non soltanto perché, pur senza grandi dialoghi, DiCaprio ha saputo condurre un film da solo, portando sullo schermo tutta la disperazione di un uomo al quale è stata sottratta ogni cosa, riuscendo a trasmettere allo spettatore tutta la fragilità umana, al massimo delle sue capacità comunicative. È quella giusta non soltanto perchè “The Revenant” è candidato a 12 Premi Oscar, a testimonianza di una lavorazione studiata e ben realizzata, da un direttore d’orchestra che ha saputo dar vita a una pellicola ben strutturata e amalgamata nelle sue componenti.

È quella giusta perché non si possono più ignorare tutti questi anni nei quali il pupillo di Hollywood non ha mai mancato di sorprenderci, riuscendo ogni volta a confermarsi e superarsi, con una naturalezza che è propria solo dei grandi attori. È quella giusta perché DiCaprio merita un premio che, tra 20 anni, possa ricordargli e ricordarci il segno indelebile che ha lasciato nel cinema, quello di una carriera scintillante e intensa, come intense sono le emozioni che solo pochi altri, insieme a lui, hanno saputo tatuare nel firmamento dei cuori di Hollywood e del mondo.

Eleonora Di Giacomo

26/02/2016

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