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10 cose che non sai su “E.T” che ti faranno vedere il film con occhi diversi

“E.T.”, capolavoro di Steven Spielberg, venne presentato come film di chiusura al Festival di Cannes nel lontano 1982, uscendo negli Stati Uniti nel settembre dello stesso anno e in Italia il 7 dicembre. Acclamato da pubblico e critica ha raggiunto il record come film di maggior incasso di sempre per l’epoca, solo battuto nel 1993 da “Jurassic Park”, altra pietra miliare del cinema diretta da Steven Spielberg. Con nel cast Henry Thomas, Dee Wallace, una Drew Barrymore bambina, Robert MacNaughton, Peter Coyote e Sean Fryre il successo di “E.T.” è intramontabile. Vincitore di 4 Oscar tecnici, con un totale di 9 candidature, ha ottenuto alcuni tra i più prestigiosi premi cinematografici e nel 1998 l’AFI l’ha inserito al 25º posto dei migliori 100 film statunitensi di tutti i tempi.

Trama del film

Curiosità E.T.

“E.T.” racconta la storia di un piccolo alieno, accidentalmente abbandonato sulla Terra dalla sua astronave. Solo e terrorizzato in un pianeta sconosciuto, viene trovato dal piccolo Elliot che decide di nasconderlo in casa e aiutarlo. I due svilupperanno una connessione speciale e diventeranno ben presto inseparabili amici. Insieme al fratello Michael e alla sorella Gertie, Elliot cercherà di aiutare E.T. a tornare sul suo pianeta, proteggendolo al tempo stesso dalla polizia e dagli scienziati che vogliono catturarlo per studiarlo ed eliminarlo. “E.T.”, durante la lavorazione, venne inizialmente pensato come un horror, ma nel corso del tempo il regista cambiò idea e la scrittura del progetto portò così alla creazione sia di “E.T.” che di “Poltergeist”. Ma quali sono i retroscena che hanno contraddistinto la produzione di “E.T.”? Eccone alcuni dei più singolari.

10 curiosità su “E.T.”, capolavoro di Steven Spielberg

1. Una delle caratteristiche peculiari del personaggio di “E.T.” è la sua voce che doveva sembrare qualcosa di diverso, insolito e fuori dall’ordinario. Per crearne il suono metallico sono state combinate le voci di 17 persone diverse, insieme a quelle di alcuni animali, ma la predominante era quella di Pat Welsh, fumatrice sin da giovane e anche per questo dotata di una voce particolarmente rauca. Nel doppiaggio italiano la voce è di Elsa Camarda e, nella versione restaurata del 2002, di Germana Dominici.

E.T.

2. La storia di “E.T.” è stata poi riutilizzata e sviluppata in diverse modalità, soprattuto l’amicizia che si sviluppa tra un essere umano, in particolare un bambino, e un personaggio non umano è presente in moltissimi film e serie televisive. Quando però Steven Spielberg e la sceneggiatrice Melissa Mathison iniziarono a lavorare ad “E.T.” si trattava di un concept del tutto originale ed entrambi temevano che, se fosse trapelato anche un solo dettaglio, l’industria cinematografica sarebbe stata invasa da idee simili. Spielberg ha così deciso di intitolare il progetto “A Boy’s Life” o “The Life of a Boy”, del tutto generico e che non dava alcun indizio.

3. Steven Spielberg, dopo “Lo squalo”, “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e i primi “Indiana Jones” ha potuto iniziare a utilizzare budget sempre maggiori, arrivando a creare la sua personale casa di produzione. Fondata nel 1981 insieme alla produttrice Kathleen Kennedy e al produttore Frank Marshall, ha il nome di Amblin, titolo del primo cortometraggio che nel 1968 ha conferito a un giovane Spielberg una prima popolarità. Il logo della Amblin è lo stesso di quello di “E.T.” che richiama la scena di Elliot ed E.T. che volano in bicicletta. La scelta di quel particolare logo, poi ridisegnato, cambiandone anche il colore negli anni, è dovuta al fatto che “E.T.” è stato il primo film prodotto con l’etichetta della Amblin Entertainment.

4. Spielberg ha raccontato in varie occasioni che il divorzio dei suoi genitori è stata una delle esperienze personali che lo hanno maggiormente segnato, influenzando fortemente la sua carriera di regista. Questo è evidente nella separazione che i genitori di Elliot stanno affrontando durante il film e di come ciò si rifletta sulla sua vita. Steven Spielberg ha detto al leggendario compositore John Williams di trasmettere il sentimento malinconico di un uomo che ricorda come soffriva da bambino quando vedeva i suoi genitori litigare costantemente.

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5. La forma del viso di “E.T.” deriva da un progetto che ha visto al lavoro anche l’italiano Carlo Rambaldi, noto per effetti speciali di pellicole come “Alien”, “King Kong” e “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Spielberg aveva le idee molto chiare su come doveva apparire “E.T.”: “un alieno che potesse essere sia bambino che anziano, esteticamente brutto, ma al tempo stesso tenero, alto un metro, dal collo lungo, gli occhi grandi e lucidi e con piedi sproporzionati rispetto al resto del corpo”. Ciò che interessava maggiormente al regista era infatti che il pubblico riuscisse a empatizzare con E.T. e gli occhi hanno effettivamente fatto gran parte del lavoro. Il viso di E.T. è stato ottenuto prendendo spunto da diversi noti personaggi come lo scritto Ernest Hemingway, lo scienziato Albert Einstein, il poeta Carl Sandburg ed è stato inoltre utilizzato e il cane pug, razza canina considerata ottima per la compagnia all’uomo, amante tanto della città quanto della campagna e che adora stare sia in compagnia di altri cani che da soli, si dice poi che siano dotati di senso dell’umorismo.

6. Dal 1994 “E.T” è stato scelto dal Congresso degli Stati Uniti e dal National Film Register, come uno dei film da preservare per il futuro dell’umanità, per il suo impatto storico, artistico e culturale.

7. Il videogioco “E.T” della’ATARI è stato caratterizzato da un team creativo che ha avuto un’eccessiva fretta di vendere un prodotto il più in fretta possibile, credendo forse che l’eredità e il consenso di “E.T.” non durassero per sempre. Il videogioco è considerato uno dei peggiori della Storia e ha portato al fallimento dell’azienda. Milioni di copie del videogioco sono state sepolte nel deserto del New Mexico.

8. “E.T.” è ancora oggi il film maggiormente proiettato ininterrottamente nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, è stato infatti in programmazione nei cinema per più di un anno.

9. Il Re del Pop Michael Jackson ha pagato una grossa somma di denaro per acquistare uno dei tre pupazzi di E.T. costruiti per girare il film. “E.T” era il film preferito di Michael Jackson, ma non solo. “E.T.” è stato particolarmente amato anche da personalità come François Truffaut, Frank Capra e Lady D.

10. Spielberg voleva che “E.T.” non fosse solo un film per bambini, ma un film di bambini. Era importante che quasi nessun adulto comparisse nel film, usò quindi una particolare tecnica per rendere il tutto il più reale possibile: posizionò tutte le macchine da presa usate ad altezza di bambino per far sì che il film venisse visto attraverso gli occhi di Elliot. Ha poi deciso di girare le scene in ordine cronologico per seguire le naturali reazioni dei bambini.

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