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Recensione “The Quiet Girl”: l’amore che travolge le anime più sole

The Quiet Girl“, diretto da Colm Bairéad è basato sul racconto “Foster”, scritto da Claire Keegan. Drammatico e travolgente, è interamente recitato in Gaelico e ambientato nella campagna irlandese degli anni ’80 dove una giovanissima protagonista riscopre inaspettatamente il calore di una famiglia.

Indice

“The Quiet Girl” – Tutte le informazioni

Trama

The Quiet Girl

Cáit, bambina di 9 anni figlia di una numerosa famiglia di contadini, vive una condizione di estrema povertà e sia i genitori che le sorelle sembrano del tutto anaffettivi nei suoi confronti. Tra una madre alle prese con una gravidanza difficile e un padre distratto e incurante dei bisogni delle figlie, Cáit viene mandata a vivere da una coppia senza figli che può occuparsi di lei durante l’estate. I Kinsella la accolgono con una dolcezza e un’attenzione che Cáit non aveva mai provato. Nei 3 mesi che trascorre in quella casa la bambina lega sempre di più con la donna, trovando invece delle difficoltà con il marito, scoprendo anche i segreti legati a quella coppia che sembrano le uniche persone a volerle davvero bene.

Crediti

  • Titolo originale: An Cailin Ciúin
  • Regia: Colm Bairéad
  • Cast: Catherine Clinch, Carrie Crowley, Andrew Bennett, Kate Nic Chonaonaigh, Michael Patric
  • Genere: drammatico
  • Durata: 94 minuti
  • Produzione: Irlanda, 2022
  • Distribuzione: Officine UBU
  • Data d’uscita: 16 febbraio 2023

Le candidature all’Oscar 2023

“The Quiet Girl” ha ricevuto numerose nomination, in particolare ha ottenuto 11 candidature agli Irish Film & Television Awards, vincendo come miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista, miglior montaggio, miglior scenografia, miglior fotografia, miglior canzone originale e miglior regista emergente irlandese. Vincendo inoltre come miglior film straniero dell’anno ai London Film Critics’ Circle, ottenendo il Grand Prix of the International Jury in Generation Kplus a Berlino, insieme a una menzione speciale e aggiudicandosi anche i premi come miglior film irlandese e miglior premio del pubblico al Dublin International Film Festival, “The Quiet Girl” è in corsa per l’Oscar come miglior film straniero. La pellicola era inoltre stata candidata anche ai BAFTA come miglior sceneggiatura non originale e miglior film straniero.

La recensione

Il profondo silenzio dell’animo umano

The Quiet Girl

“The Quiet Girl” è un film intimo e introspettivo, dove tutto ciò che accade è taciuto nei dialoghi ed espresso nei silenzi, negli sguardi e nei pianti sofferti che smorzano un’atmosfera spesso gelida e laconica. Estremamente tenue, esiguo, quasi impercettibile nella messa in scena, i sentimenti e le emozioni dei personaggi si costruiscono lentamente, colorando un animo freddo e quasi congelato da un affetto invisibile, esplodendo poi impetuoso nella scoperta di un legame vero e sincero. In una campagna irlandese sconfinata, dove la vita è fatta di lavoro nei campi, serate al pub, pettegolezzi e gite in città, il personaggio di Cáit scopre un mondo che credeva non esistere, una connessione umana reale, sicura, e autentica. Non c’è bisogno di parole, di promesse o di denaro e non c’è nessun interesse per il materialismo che pervade l’ambiente più povero che rappresenta l’origine. Il punto di arrivo non ha nulla a che vedere con ciò che viene considerato concreto: quelle che sentono i personaggi è impalpabile e astratto, e sincero e sentito.

Nasce quasi inspiegabilmente dall’interiorità di chi l’amore l’ha vissuto e di chi non l’ha mai provato, facendo di una mancata delucidazione la vera chiave di lettura del film. La pellicola di Colm Bairéad è la scoperta del contatto umano, la comprensione di un affetto vero, il riconoscersi nella solitudine di un mondo che ha deciso di allontanare chi desiderava solo stare vicino. Se la casa dove vive Cáit sembra quasi avvolta da coltri di fumo, sporca di una terra incolta, scura, nera e tetra, circondata solo da edifici altrettanto grigi e torbidi, la dimora dove si trasferisce la bambina d’estate è immersa in una campagna verde, è caratterizzata da colori chiari, gradevoli e che in un qualche modo simboleggiano l’infanzia. Così il vestito e le scarpe consumate di Cáit passano dal nero al giallo, simbolo di una fioritura, di una rinascita che nell’estetica è la rappresentazione di ciò che accade all’interno.

“The Quiet Girl” e la riscoperta dell’amore più puro e sincero

The Quiet Girl

L’irrequietezza e la sofferenza del senso di abbandono lasciano spazio all’essenziale limpidezza dell’amore, dell’affetto, della premura, della tenerezza e del senso di appartenenza a un luogo, a uno stile di vita, a un ambiente e a una casa. Non c’è niente di esaltante, divertente o vivace nella nuova esistenza di Cáit, eppure per la prima volta la bambina sembra vivere, provare qualcosa, desiderare un confronto, essere felice e sorridere. Così come le emozioni di “The Quiet Girl” sono un fiume in piena che, scena dopo scena, travolge lo spettatore nell’intensità e nel trasporto di un amore ritrovato e sfuggente, regia, sceneggiatura e fotografia appaiono elegantemente sommesse, come appartenenti a un altro mondo, forse lontano, diverso, riconducibile a un’altra epoca, ma comunque chiaro, esplicito e sentito.

“The Quiet Girl” è un film altamente semplice, così come appare la vita della coppia che accoglie Cáit. Allo stesso modo lo è la rappresentazione, la scelta delle inquadrature: lineari, elementari, sobrie, ma capaci di trasudare di intensità e calore, cariche di commozione, che danno vita a una storia tanto basilare quanto immensamente coinvolgente. Le giornate fatte di agricoltura, coltivazioni, nel mostrare un ambiente e un trascorrere rurale del tempo sono fatte di quei piccoli gesti che permettono sempre di potersi conoscere, scoprire, rallegrarsi e capirsi. Una quiete apparente e una pace dell’anima che arriva, segna una vita, e poi scompare così com’è nata quasi improvvisamente, lascia scorrere il film inesorabile, silente, seriamente e approfonditamente evidenziato da una recitazione espressiva, visiva, dove le parole diventare secondarie, successive a gesti, cenni e azioni, inequivocabili, lievi, moderati, ma nella loro coscienza più nascosta manifestazione delle sensazioni più vere. “The Quiet Girl” arriva dritto al cuore, senza pretese, capace di non esagerare mai, e facendo del silenzio e della semplicità la ricercata forza del cinema.

Trailer

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