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Recensione “Poor Things”: la macabra fiaba di Yorgos Lanthimos

In concorso all’80ª Mostra del Cinema di Venezia, “Poor Things”, diretto da Yorgos Lanthimos e con protagonista Emma Stone, è un inno alla libertà femminile, alla possibilità di rinascita e alla consapevolezza di sé.

Indice

“Poor Things” – Tutte le informazioni

Poor Things - locandina

Trama

Una donna si uccide gettandosi da un ponte, la sorte vuole che a trovarla sia il dottor Godwin Baxter, scienziato dedito a esperimenti discutibili e con una propensione verso tutto ciò che verrebbe definito proibito ed esagerato. Baxter riporta in vita la giovane, chiamandola Bella e lo fa sostituendo il cervello della ragazza con un altro. Protetta da God, la giovane riesce in qualche modo a imparare nuovamente a stare al mondo, a crescere e quindi, un giorno, anche ad abbandonare il nido. Fugge così con Duncan Wedderburn che si scopre innamorato perso di lei e che risveglia in Bella uno spirito d’avventura sopito negli anni. Bella rinasce, rivive, ricresce e, giorno dopo giorno, diventa sempre più donna, sempre più consapevole, sempre più padrona della propria vita.

Crediti

  • Regia: Yorgos Lanthimos
  • Cast: Emma Stone, Willem Dafoe, Mark Ruffalo, Ramy Youssef, Christopher Abbott, Margaret Qualley, Jerrod Carmichael, Suzy Bemba, Vicki Pepperdine, Hanna Schygulla, Kathryn Hunter
  • Genere: commedia drammatica
  • Durata: 141 min
  • Produzione: Regno Unito, 2023
  • Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
  • Data d’uscita: 25 gennaio 2024

La recensione

“Poor Things”: un mondo fiabesco fuori dagli schemi

Una fiaba nera, un mondo surreale che va da Londra a Budapest fino ad Alessandria d’Egitto, ognuna simbolo della crescita della protagonista: casa, ribellione e passaggio alla vita adulta, consapevolezza del mondo e delle sue sofferenze. Bella Baxter, frutto delle manie di grandezza di uno scienziato che, non a caso, si chiama Godwin, è il simbolo di un percorso di rinascita e presa di coscienza, di libera emancipazione come donna e come essere umano. L’esperimento non è solo quello di Godwin, ma quello della stessa Bella che quando parla di “avventura”, parla di vita, di scoperta, di libertà.

I luoghi, le città magiche e incantate presentate da Lanthimos giocano su un doppio contrasto e dal bianco e nero, quando Bella cresce, esteriormente già donna, ma interiormente una sorta di bambina-mostro, si passa a colori, sgargianti e brillanti. È la mondanità adolescenziale, sempre però striata di viola, nero, grigio e di tinte fredde man mano che la vita adulta si esprime con tutti il proprio dolore e la propria coscienza.

Divertente, irriverente e provocatorio, con “Poor Things” il regista greco sdogana ogni censura e ogni divieto facendo del sesso il motore che permette a Bella di capirsi, crescere e trovare se stessa. Lanthimos fa dell’erotismo di un film che non si può definire né tale né sensuale, la modalità di maturazione, scoperta e conoscenza. Bella, personaggio disinibito, spregiudicato, sfacciato e passionale, definisce il sesso come la possibilità di provare piacere quando vuole, senza vergogna né proibizione, libera da ogni convenzione sociale.

Parole, azioni, gesti e pensieri per Bella non sono mai nascosti: esteriorizzati, lampanti e esplicativi di tutto ciò che lei è che si vorrebbe, forse, almeno una volta nella vita, poter essere. Straordinaria Emma Stone in questo ruolo e perfetta l’alchimia e il conflitto con Mark Ruffalo, mai visto così inquieto, esagitato e rabbioso, vittima di un travaglio d’amore per una donna che è così imbarazzante da travolgerlo in un universo senza paura né timore: un microcosmo che, tra epoca e personalità, non riesce a sopportare.

L’inconfondibile tecnica di Lanthimos

Nata da un esperimento poco ortodosso, Bella diventa una donna considerata poco ortodossa, ma meravigliosamente libera, forte del suo essere diversa, originale, nuova e, anche fuori dallo schermo, inaspettatamente innovativa. Lanthimos continua così ad ammaliare e stregare il suo pubblico con personaggi perfettamente caratterizzati nella loro eccessività; ogni figura incontrata da Bella nel suo percorso è tanto stravagante quanto metafora di quella realtà che sempre trapela dai film del regista.

Sempre affascinante la regia, che muove la macchina da presa con grandangoli, campi lunghissimi e un’atmosfera sfavillante e lucente nel colore e spettrale nel bianco e nero. In “Poor Things” Lanthimos non abbandona neanche il suo gusto per il macabro mostrando il sesso anche come incontro con personalità raccapriccianti, orrende, meschine, patetiche e ridicole. La comicità di questo ultimo piccolo capolavoro del regista, sfiora il grottesco e un significato profondo che esplode tra battute estremamente divertenti e momenti di pura ilarità.

“Poor Things”: Giudizio e valutazione

“Poor Things” è un film netto, divertente, concreto, immediato e diretto che presenta una protagonista che non conosce mezze misure e per questo è amata, ricercata, desiderata e vera. Bella Baxter è uno dei migliori personaggi creati da Lanthimos e che con il suo essere sopra le righe entra in contatto con tutto ciò che fa parte della vita, potendo così scegliere che tipo di persona essere.

La sceneggiatura passa da concetti basilari a concezioni filosofiche, fino a visioni metafisiche e trascendentali del mondo, di tutto ciò che può offrire e che Bella sceglie, prima senza rendersene conto, poi con determinazione, di prendere, provare, eseguire e riuscire a fare proprio. “Poor Things” è un altro straordinario prodotto di Yorgos Lanthimos che non smette di stupire, divertire, osare e coinvolgere. Con i suoi cospicui 141 minuti di film, di “Poor Things” si ha la sensazione di non averne mai abbastanza.

Trailer

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