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Likemeback (2018)

Recensione

Likemeback: la voce della nuova generazione

Likemeback recensione

“Quand’ero giovane erano i vecchi i miei maestri. […] Andavo a scuola dai vecchi per imparare il passato. Ora che sono vecchio ho per maestri i giovani.  […] Vado a scuola dai giovani per imparare il futuro.” Robert Frost

Il ventunesimo secolo è un momento storico caratterizzato dallo sviluppo spropositato del processo di globalizzazione, grazie alla diffusione di Internet e delle tecnologie Smart, e contemporaneamente al rallentamento precipitoso dell’esplosione demografica vissuta nei secoli precedenti.
Spesso risulta facile giudicare questa nuova generazione, così frivola, costruita, e all’apparenza priva di significante: i teenagers, che crescono insieme alle tecnologie danno uno stacco netto alle generazioni più adulte, che si affacciano alle nuove interfacce digitali con timore e non comprendendone appieno le potenzialità, vivono, agli occhi degli over, una vita filtrata da questi elementi oramai epidermici, gli smartphones.

Eppure giudicarli, senza giudicarsi, non considerando il fatto che i nuovi social sono il loro mezzo per vivere le loro emozioni, appare come una scorciatoia per non rivelare al mondo la semplice verità di non avere abbastanza conoscenze sull’argomento.
È uno scetticismo di vecchia data, che ci ha contraddistinto di fronte a ogni nuova tecnologia: una storia che si ripete nel momento in cui due generazioni così distanti fra loro, non riescono a comunicare.

Quello che “Likemeback” porta in superficie è infatti che la realtà social esiste, e sarà protagonista del prossimo secolo: occorre, dunque, prenderne coscienza, per poterne far parte e avviarne una regolamentazione, senza la quale potremmo essere trasformati in compiante vittime.

Likemeback: due vite parallele

Likemeback recensione

“Likemeback” rappresenta un’eco dell’uso dei social media, evidenziandone sia i lati positivi che quelli negativi, più nascosti e spaventosi. Tra questi, l’inesistenza di limiti definiti delle piattaforme è un fattore molto delicato e non completamente comprensibile, che ha portato le nuove generazioni a cambiare il loro modo di reagire e gestire determinate situazioni. Oggi le stesse aziende che producono queste tecnologie stanno cercando di ridimensionarne l’influenza, cercando di stabilirne un uso consono e controllato.

Sembra un paradosso dire che l’intimità delle tre protagoniste traspare nel film nello stesso modo in cui è evidente la loro totale assenza di privacy, dovuta all’uso smodato di questi social. Come i limiti fisici dello spazio della barca in cui si muovono i personaggi sono inseriti nella vastità del mare, così la solitudine di queste giovani è postata in un mondo iper-connesso, dando vita alla tensione di essere in un luogo e contemporaneamente in altri miliardi di punti.

Likemeback: un film sperimentale

La preparazione del film, avvenuta per cinque mesi attraverso l’uso di un profilo social condiviso tra le attrici e il regista, le ha avviate verso un approccio diretto e funzionale dei social media. Nel film si rivela sia la loro unione che la solitudine che le domina, delineando il profilo di una generazione capace di costruire imperi, ma che, forse, non sempre riesce a stabilirne i confini. Le emozioni trapelano, esistono e le vivono, devono solo riuscire a coniugarle con questo nuovo mondo, in cui sono incastonate e da cui non possono separarle.

Barbara Sebastiani

Trama

  • Regia: Leonardo Guerra Seragnoli
  • Cast: Angela Fontana, Denise Tantucci, Blu Yoshimi, Goran Markovic, Carolina Pavone, Guglielmo Pinelli
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 80 minuti
  • Produzione: Italia, Croazia, 2019
  • Distribuzione: Nightswim
  • Data di uscita: 28 marzo 2019

Likemeback locandinaLeonardo Guerra Seràgnoli presenta, dopo “Last Summer” la sua opera seconda: “Likemeback”, una pellicola di formazione, con protagoniste tre astri nascenti della cinematografia italiana.

Likemeback: l’inconsapevole inizio della vita adulta

Lavinia, Carla e Danila hanno appena finito il liceo e decidono di sancire “la fine di un’epoca” partendo per un viaggio in barca a vela per le coste della Croazia. Sono giovani, libere e figlie del proprio tempo, tanto da condividere ingenuamente e freneticamente su i social tutti i loro sogni e le loro speranze. Le ragazze sono totalmente inconsapevoli che il loro continuo postare determinerà l’inizio di un brutale rito di passaggio all’età adulta, che stravolgerà per sempre le loro vite, e in particolare la loro amicizia.

Likemeback: una delicata analisi dei rapporti umani attraverso l’ottica dei social

Presentato nella sezione Cineasti del Preneste a Locarno, “Likemeback” immortala la giovinezza e la speranza di tre amiche, indiscutibilmente legate, che vedono infrangere contro i muri grigi dell’avvento dell’età adulta tutti i sogni che le avevano cullate per anni. Le tre promesse del cinema italiano, Angela Fontana (“Indivisibili“), Denise Tantucci (“Braccialetti Rossi”) e Blu Yoshimi (“Piuma“) sono i volti del disincanto, le tre destinate a trasformarsi in adulte consapevoli, nonostante non si sentano ancora pronte per crescere.

Dopo il film “Last Summer” del 2014, Seràgnoli presenta un toccante e malinconico film di formazione, in cui si riversano i sogni impossibili e le promesse indistruttibili che solo la dolcezza della giovinezza spinge a fare; il tutto accompagnato da un’elegante colonna sonora firmata dal maestro Alva Noto, candidato all’Oscar per le musiche originali di “The Revenant” di A.G. Iñárritu.

Il film sarà distribuito da Nightswim, in collaborazione con Altri Sguardi a partire dal 28 marzo 2019.

 

Trailer

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