Eco Del Cinema

Io e Annie (1977)

Trama

  • Titolo originale: Annie Hall
  • Regia: Woody Allen
  • Cast: Woody Allen, Diane Keaton, Tony Roberts, Carol Kane, Paul Simon, Shelley Duvall, Janet Margolin, Colleen Dewhurst, Christopher Walken, Donald Symington, Helen Ludlam, Mordecai Lawner, Joan Neuman, Jonathan Munk, Ruth Volner, Martin Rosenblatt, Hy Anzell, Rashel Novikoff, Sigourney Weaver, Groucho Marx
  • Genere:  Commedia, colore
  • Durata: 94 minuti
  • Produzione: USA, 1977
  • Distribuzione: United Artists

io e annie locandina“Io e Annie”  non solo ha reso Woody Allen icona e regista dall’indiscusso talento nel panorama americano e non, ma gli è valso ben quattro Premi Oscar: Miglior Film, Miglior Regista, Migliore Sceneggiatura Originale e Miglior Attrice Protagonista.

Il film è incentrato sulla relazione fra Alvy Singer (Woody Allen) ed Annie Hall (Diane Keaton), e prende le mosse dalla fine del loro rapporto; Alvy, con sguardo dritto in macchina, inizia così il suo celebre soliloquio: “[…] Annie e io abbiamo rotto e io ancora non riesco a farmene una ragione. Io continuo a studiare i cocci del nostro rapporto nella mia mente e a esaminare la mia vita cercando di capire da dove è partita la crepa. Un anno fa eravamo innamorati, sapete”. S’interrogherà sul motivo della rottura, indagando sulla sua infanzia e sul contesto sociale in cui è cresciuto. Alvy, infatti, viene da una famiglia ebraica in cui i litigi erano all’ordine del giorno, Annie, d’altro canto, ha dalla sua dei familiari benestanti e leggermente antisemiti.

Io e Annie: dissacrante e dolce realismo

Alfie e Annie s’incontrano, la prima volta, durante una partita di tennis, ed è proprio da lì che nascerà il loro amore. Annie è introversa, lievemente ‘svampita’, ma adorabile nella sua umanità; Alvy è nevrotico, colto, ma fondamentalmente estroverso, sebbene impacciato. Sarà proprio lui, nel corso della loro relazione, a spingerla a iscriversi all’università e a entrare in terapia. Annie, che da sempre vorrebbe cimentarsi nel mondo dello spettacolo, acquisirà sempre più sicurezza grazie al supporto del suo partner; grazie alla terapia comprenderà, tuttavia, che la relazione con Alvy non ha un futuro: le loro strade, piano piano, prenderanno direzioni diverse.

Resterà l’affetto. Quel grande affetto che li ha uniti per molto tempo e che li ha fatti maturare insieme.Resterà la nostalgia, da parte di Alvy, che, dopo aver visto Annie ancora un’ultima volta – in qualità di amica – concluderà con un altro soliloquio in cui viene espressa tutta la dissacrante poeticità di Woody Allen: “Dopo di che si fece molto tardi, dovevamo scappare tutti e due. Ma era stato grandioso rivedere Annie, no? Mi resi conto che donna fantastica era e di quanto fosse divertente solo conoscerla. E io pensai a… quella vecchia barzelletta, sapete… Quella dove uno va dallo psichiatra e dice: “Dottore mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina”, e il dottore gli dice: “perché non lo interna?”, e quello risponde: “e poi a me le uova chi me le fa?”. Be’, credo che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo-donna. E cioè che sono assolutamente irrazionali, ehm… e pazzi. E assurdi, e… Ma credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova”.

Si conclude così “Io e Annie”, uno fra i film più belli del cinema mondiale.

 

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