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Il mondo di mezzo

Recensione

Il mondo di mezzo – Recensione: La corruzione della città

Il mondo di mezzo immagine

Il regista Massimo Scaglione sul set con il protagonista Matteo Branciamore

L’inchiesta giudiziaria “Mafia Capitale” è uno degli scandali più noti degli ultimi anni, capace di coinvolgendo nomi illustri della politica e dell’imprenditoria capitolina. È emerso, in maniera inequivocabile, quello che tutti sapevano ma che nessuno ammetteva: lo strettissimo legame che unisce il potere economico a quello politico che ha ridotto la Capitale d’Italia a terra di conquista di spregiudicati e avidi ‘barbari’.

Una storia del genere si presta molto bene a una trattazione cinematografia. Già nel 2015, il Re Mida della nostra industria cinematografica, Stefano Sollima, fiutando le potenzialità di tali fatti di cronaca (nei giorni in cui Mafia Capitale balzava all’onore della cronaca) realizzò “Suburra”, un affresco pop e di genere, del rapporto collusivo tra i vari poteri della città. Anche se inclinato maggiormente sul versante di un cinema d’indignazione, Massimo Scaglione vuole realizzare un’operazione simile con il suo “Il mondo di mezzo” un film che si propone, almeno nelle intenzioni, di unire fiction e realtà, intrattenimento e denuncia. La pellicola, però, non riesce a ottenere né l’una né l’altra.

Il mondo di mezzo: i Mariotti alla conquista di Roma

Il film vuole essere una sorta di epopea familiare, quella dei Mariotti. Il capostipite Gaetano Mariotti, uomo duro e freddo, emigra dal Sud, per aprire un’impresa di costruzione nella Capitale; in poco tempo, grazie anche ai suoi modi spregiudicati, riesce ad accumulare un’enorme fortuna. Gli anni passano e ben presto si accorge che è arrivato il momento di passare il testimone al figlio Tommaso. Questo, formatosi in collegio, è un ragazzo timido e introverso, poco avvezzo al peccato. Grazie alle spinte paterne e alle mille tentazioni della Capitale, anche Tommaso diventerà avido e spregiudicato, stringendo uno scellerato sodalizio con un potente politico. Il finale coincide proprio con il filone giudiziario di Mafia Capitale.

Il mondo di mezzo: le numerose carenze

La sceneggiatura, basata per lo più su loghi comuni e approssimazioni di varia natura, fa acqua da tutte le parti, scivolando, spesso, nel ridicolo. Non aiuta neanche la recitazione da parte del cast, quasi macchiettistica, che unita a una regia da fiction tv, dà l’impressione di trovarci di fronte a una telenovela latinoamericana.

A peggiorare ulteriormente le cose, l’impianto produttivo. Lo scarso budget è visibile ovunque, specie nella messa in scena. Sebbene la storia sia ambientata a Roma, la grande assente del film sembrerebbe essere proprio la Capitale. La citta è restituita solo da immagini tratte da veicoli (treni e auto che sia) e in brevissime sequenze girate in location da cartolina. La Roma dei salotti e delle stanze del potere, quella, insomma, propria dei fatti che hanno ispirato il film, manca. Tutto, in particolar modo gli interni, dà l’impressione di trovarci in una città di provincia (difatti il film è girato in larga parte a Cosenza).

Probabilmente l’ambizione ha superato le reali possibilità di un progetto che richiedeva maggiori complessità su tutti i fronti. Peccato perché l’importanza del tema avrebbe meritato una trattazione certamente migliore.

Oreste Sacco

Trama

  • Regia: Massimo Scaglione
  • Cast: Matteo Branciamore, Nathalie Caldonazzo, Tony Sperandeo, Massimo Bonetti, Laura Lena Forgia, Giovanni Masiero, Chicca Rocco
  • Genere: Drammatico, Colore
  • Durata: 90 minuti
  • Produzione: Italia, 2017
  • Distribuzione: Red Moon Films
  • Data di uscita: 4 Maggio 2017

Il mondo di mezzo poster“Il mondo di mezzo” mostra un frangente di Mafia Capitale, ripercorrendo gli eventi dagli anni ’70 ai nostri giorni. Gaetano Mariotti è un’imprenditore attivo ne campo dell’edilizia romana, ammanicato con la politica, tramite la corruzione. L’uomo ha un erede, suo figlio Tommaso, e desidera che questo intraprenda la sua stessa identica strada, compreso il corrompere politici, amministratori pubblici e Vaticano. Nonostante il giovane non voglia seguire le sue orme, un evento fatalistico, come la prematura morte del padre, lo costringono a prendere in mano le redini dell’azienda.

Tuttavia Tommaso sembra ereditare dal padre non solo il potere edilizio, ma anche una donna, prima ‘legata’ al padre, i suoi amici, tra cui l’infido Lucio Oldani, capo del Gabinetto del Sindaco. Il ragazzo, però, non è capace di divincolarsi come il padre negli affari e ben presto l’impero edilizio inizia a decadere. Il tutto si complica con le intercettazioni da parte della polizia, che portano all’arresto di Tommaso e dei suoi complici.

Il mondo di mezzo: la realtà all’interno della fiction

Il film si ispira in parte a fatti realmente accaduti durante l’inchiesta di Mafia Capitale, lo dimostra la presenza di filmati reali del tempo. Gaetano non sarebbe altro che una trasposizione romanza e miscellanea di altre due figure rilevanti della questione: l’imprenditore e costruttore edile Caltagirone, con cui condivide anche il nome e le origine sicule, e l’immobiliarista Scarpellini. Sotto il losco Lucio Oldani della pellicola si cela, lo dimostrano le medesime iniziali, Luca Odevaine, ex Vice capo di Gabinetto di Veltroni ed ex capo della polizia provinciale, arrestato anche lui durante l’operazione “Mondo di Mezzo”, da cui trae i titolo il film di Scaglione.

Quella ricostruita durante le riprese è la Roma dei fatti: da un lato bella, eterna, monumentale; dall’altro corrotta, scandalosa e sporca. Una vera e propria ricostruzione che mostra un triste racconto della storia e della politica italiana e di come l’uomo si lasci comandare e tenere in pugno dalla sua avidità.

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