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I mostri delle rocce atomiche (1958)

Recensione

I mostri delle rocce atomiche: piccoli classici e grandi modelli

The Trollenberg Terror I mostri delle rocce atomiche

Gli anni Cinquanta, gli anni del terrore atomico. Gli anni dell’apparente declino di un genere, l’horror, che, come avrebbe detto Marilyn Manson del rock in tempi più prossimi a noi, sembrava “più che morto”, ma stava in realtà riforgiandosi nelle proprie ceneri. E se queste ceneri continuarono a bruciare nel gusto (neo-)gotico del cinema britannico attraverso buona parte della guerra fredda, anche noi oggi ci trasferiamo in Inghilterra, pur restando lontani dal rosso vivace dei prodotti Hammer.

“I mostri delle rocce atomiche”, opera di Quentin Lawrence del 1958, è infatti la periferia della periferia dell’horror per come lo intendiamo adesso. Vilipeso dalla critica, ma non abbastanza da farne un “caso” o da suscitare interesse, il film è ancor oggi pressoché ignoto al grande pubblico; eppure, il suo nome è riuscito a farsi breccia attraverso alcuni dei più grandi riferimenti del genere nei decenni che gli hanno fatto seguito.

Una produzione britannica, un film internazionale

Le ambientazioni alpine, il coinvolgimento di un cast anglo-americano, i temi squisitamente hollywoodiani (la fantascienza come minaccia fin troppo presente a una società sull’orlo del conflitto), fanno da contraltare alla storia produttiva di questo film, che è chiaramente britannica.

L’opera nel suo insieme può essere considerata un remake della miniserie “The Trollenberg Terror”, trasmessa nel Regno Unito da ITV e scritta da un collettivo di artisti sotto lo pseudonimo di “Peter Key”. E se la regia è affidata a Quentin Lawrence, la sceneggiatura è invece firmata da Jimmy Sangster, reduce dal successo de “La maschera di Frankenstein” (1957, per la regia di Terence Fisher) e nello stesso 1958 all’opera anche per “Dracula il vampiro”, il classico con Christopher Lee nelle vesti del Conte, diretto anche in questo caso da Fisher.

Lo stesso Forrest Tucker, scelto da Lawrence per il ruolo dell’americano, il Dottor Alan Brooks, era associato dal pubblico dell’epoca al volto iconico di Peter Cushing, che aveva affiancato l’anno prima per il film di Val Guest, “Il mostruoso uomo delle nevi” (1957).

Una critica severa, una fortuna clemente

Del film “I mostri delle rocce atomiche” sono stati criticati la recitazione, gli effetti speciali, persino la scrittura. Ma occorre domandarsi se questo giudizio così severo non debba essere moderato alla luce del tempo trascorso. Gli attori sono spesso più che all’altezza della prova, in particolare Tucker e Janet Munro, e gli effetti speciali di Les Bowie, seppure a volte rudimentali, riescono a trasmettere una tensione orrorifica non scontata per un film con un budget comparabile.

Le decapitazioni cui assistiamo sono trasmesse da immagini vivide e francamente impressionanti anche per il pubblico di oggi, e così i mostri. Si tratta, d’altro canto, di un classico monster movie di quell’epoca, e il momento focale resta quello del disvelamento della creatura abominevole concentrato nei minuti finali della pellicola.

Le oscene masse oculari, in questo senso, non deludono le aspettative. Allo stesso modo, la costruzione della tensione attraverso le immagini minacciose della montagna coperta di nebbia, alternate ai momenti di rapido movimento della nube atomica, restituiscono una notevole atmosfera di tensione, pur non sempre mantenuta nel corso del film (non a caso accorciato considerevolmente nella versione americana). Ma, laddove la critica ha ferito, la fortuna e la ricezione sembrano aver supplito.

Per una pellicola di serie B di un genere di serie B nel suo decennio di serie C, “I mostri delle rocce atomiche” può infatti vantare un numero notevole di riferimenti. Il grandissimo Stephen King, infatti, lo nomina esplicitamente nel suo capolavoro, “It” (1986), e lo omaggia con una delle personificazioni del mostro titolare del romanzo; e così anche John Carpenter, che l’ha riconosciuto come uno dei modelli per il suo classico, “Fog” (1980). Così, anche noi vi invitiamo a riscoprire questa piccola gemma dimenticata dell’horror fantascientifico, e a ritrovarvi, se possibile, le tracce nascoste di queste celebri citazioni.

Lorenzo Maselli

Trama

  • Titolo originale: The Trollenberg Terror
  • Regia: Quentin Lawrence
  • Cast: Forrest Tucker, Jennifer Jayne, Lawrence Payne, Janet Munro, Jennifer Janet, Warren Mitchell, Frederick Schiller
  • Genere: Fantascienza,
  • Durata: 83 minuti
  • Produzione: Gran Bretagna, 1958

I mostri delle rocce atomiche loc“I mostri delle rocce atomiche” è un film horror inglese diretto da Quentin Lawrence su sceneggiatura di Jimmy Sangster.

I mostri delle rocce atomiche

Alan Brooks (Forrest Tucker), mediatore ONU di origine americana, arriva in Svizzera, a Trollenberg, per indagare su alcune morti misteriose avvenute tra gli alpinisti attivi sulla montagna del villaggio. In contemporanea, due sorelle inglesi, Anne (Janet Munro) e Sarah (Jennifer Jayne) Pilgrim, sono indotte a fermarsi nella stessa stazione quando la prima, dotata di poteri psichici paranormali, è vittima di un inspiegabile malore. L’opinione di Brooks, e di numerosi scienziati di stanza su quelle Alpi, è che tutti questi strani avvenimenti siano collegati alla presenza stabile di una strana nebbia sulle pendici del Trollenberg. Riusciranno così i personaggi coinvolti a risolvere il mistero e impedire che ci siano nuove vittime?

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