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Gatta Cenerentola (2017)

Recensione

Gatta Cenerentola – Recensione: un capolavoro assoluto d’animazione da un classico reinterpretato

Gatta Cenerentola review

“Gatta Cenerentola”, film d’animazione recitato in parte in Italiano in parte in Napoletano, con l’aggiunta di molteplici incursioni di lingue straniere, è senza dubbio alcuno un capolavoro. Rielaborare la favola di Giambattista Basile, scritta nel 1634, e renderla contemporanea non è impresa facile; senza dimenticare di come storicamente è stata fruita e riutilizzata da altri favolisti e soprattutto nella versione di Roberto De Simone del 1976, che ne realizzò un’opera teatrale eccellente riscrivendola e soprattutto musicandola in maniera egregia.

Gli autori di “Gatta Cenerentola” sono riusciti innanzitutto a creare un trama fortemente complessa, attuale, pertinente alla cultura napoletana, che ruota intorno al tema della favola nota in maniera coerente. C’è Cenerentola ovviamente, di nome Mia, c’è la matrigna, l’affascinante Angelica, scaltra in raggiri e truffe e complice dell’omicidio del padre di Mia. Ci sono le sorellastre, in realtà cinque, più un transgender. Ma il male in questa storia è rappresentato da Salvatore o’ Giusto detto o’ Re, trafficante di droga, amante di Angelica e killer spietato.

L’intera vicenda si svolge su una nave chiamata Megaride, voluta dal padre di Mia, ricco armatore e scienziato visionario di nome Vittorio Basile. Il natante possiede dei dispositivi tecnologicamente avanzati in grado di registrare tutto quello che succede nel suo interno e di riprodurlo sotto forma di ologrammi. Ancorata perennemente nel porto di Napoli dovrebbe lavorare, secondo il suo ideatore, in connessione con la realizzazione di un grande polo tecnologico che darebbe lavoro a migliaia di cittadini partenopei. Dopo la morte di Basile la gestione della nave passa nelle mani di Salvatore, Angelica e le figlie che la trasformano, ormai fatiscente, in sala da gioco e bordello.

Gatta Cenerentola: metafore filosofiche e metafisiche esemplari di una Napoli che assurge a paradigma di una realtà che sussiste in ogni grande metropoli

Basile o Salvatore, polo tecnologico o bordello. Tutto in questa pellicola assume i connotati delle due facce della medaglia, eros e thanatos, libido o destrudo. Napoli ha vissuto tutto questo. Alcune delle menti più brillanti e visionarie del pianeta sono nate qui, come anche menti criminali, dedite alla gestione delle organizzazioni criminali tra le più efferate. In “Gatta Cenerentola” si vivono più le atmosfere del male, della deriva delinquenziale, che quelle salvifiche del genio e della solidarietà partenopee. Salvatore in più di un occasione canta sul palco del teatro della nave, non privo di fascino con il suo volto scarno; traffica e consuma cocaina, cercando di avvolgere coi suoi tentacoli l’intera città prima di avvelenarla col proprio inchiostro. In questo regno dell’ambiguo, Napoli assurge a scarpa simbolica, Salvatore e Basile pensano entrambi che solo uno di loro saprà calzarla in maniera adeguata.

La scelta grafica del film è uno degli aspetti più rilevanti dell’opera, magnifica nelle sue ricercate immagini

Gatta Cenerentola Mia

L’animazione italiana è giunta ad un livello di maturità inimmaginabile, la bellezza dei disegni in “Gatta Cenerentola” ci fa desiderare di possedere anche una sola delle tavole che sono state prodotte per realizzarlo. Ogni inquadratura è perfettamente congegnata nella bellezza delle immagini e nella disposizione dei vari elementi su più piani. Chiaramente in un film d’animazione l’ipotetica camera ha la possibilità di viaggiare liberamente sulla scena e lo fa, come quando ruota intorno agli artisti che si esibiscono sul palco. Ma la perizia dei disegnatori si evince nel rendere le prospettive dei personaggi e degli ambienti sempre perfettamente credibili. L’illuminazione e le ombre oltre a essere altamente suggestive sono concepite con rigore impeccabile. Lo stile del disegno è semplicemente magnifico, linee rette e spigoli delimitano anche le fisionomie umane, ombre e toni di colore poco sfumati e non delineati definiscono una connotazione grafica unica. Le scene in cui compaiono gli ologrammi nei vari ambienti della nave, oltre ad essere altamente suggestive, non tradiscono quel tratto fumettistico, “a matita” col quale i film d’animazione sono nati e che non vorremmo fosse dimenticato.

Sceneggiatura, testi e musiche: tutto scritto da penne felici sia su carta bianca che su spartito

Dai dialoghi a battute serrate dei vari personaggi ai discorsi di Salvatore sul palco in cui si esibisce, dalle conversazioni tra cinesi, malavitosi e infiltrati in perfetto stile Gomorra alle battute delle cinque sorelle più trans, niente è gettato lì a caso. La lingua napoletana certamente si presta ai dialoghi brillanti ma gli autori ne percepiscono la potenzialità e realizzano una sceneggiatura degna di nota. I testi delle canzoni sono scritti magistralmente e interpretati da artisti con notevoli capacità canore. I doppiatori dei vari personaggi sono tutti volti e voci noti e danno il meglio di se stessi per confezionatore personaggi credibili a tutto tondo.

“Gatta Cenerentola” è pervaso da toni cupi, il malaffare sembra avvolgere ogni cosa, il denaro, il potere, i generi di lusso fino a un paio di scarpette di cristallo hanno un potere seduttivo che coinvolge anche i cuori più ingenui. L’invenzione di Basile con il riproporre i suoi ologrammi rappresenta la perfetta metafora della memoria storica, indispensabile per scongiurare l’eventualità che il genere umano cada nei medesimi errori con reiterata perversione. È l’ultimo geniale messaggio dell’opera prima dell’epilogo del film in cui un triste corvo liberato dalla sua gabbia ricomincia a cantare e vola verso mete sconosciute.

 

Marco Marchetti

Trama

  • Regia: Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone
  • Cast: Alessandro Gassmann, Maria Pia Calzone, Massimiliano Gallo, Mariano Rigillo, Renato Carpentieri, Ciro Priello, Francesca Romana Bergamo, Chiara Baffi, Federica Altamura
  • Genere: Animazione, colore
  • Durata: 86 minuti
  • Produzione: Italia 2017
  • Distribuzione: Videa
  • Data di uscita: 14 settembre 2017

Gatta Cenerentola locandina

“Gatta Cenerentola”, presentato per la prima volta al Festival di Venezia 2017, è la rivisitazione in chiave animata dell’omonima opera teatrale di Roberto De Simone. La storia è ambientata in un futuro non troppo lontano dove si vede Cenerentola crescere all’interno di una gigante nave ferma nel porto di Napoli da ben oltre quindici anni, la Megaride.

Gatta Cenerentola, una fiaba rivisitata in modo originale

Il padre, un colto scienziato, nonché operaio sulla mastodontica nave, sfortunatamente muore lasciandola da sola e portando con sé i segreti sulla tecnologia nascosta all’interno della nave che possono essere d’aiuto per la rinascita del porto di Napoli, facendolo tornare al suo vecchio splendore.

Dopo la sua morte, la piccola Cenerentola è costretta a vivere con la spietata matrigna e le sue due terribili sorellastre. La città sta cadendo man mano a pezzi e il popolo ripone la sua fiducia in un avido truffatore, Salvatore Lo Giusto detto ‘o Re, un trafficante di droga che usa l’eredità della piccola Cenerentola lasciatale dal padre, in accordi con la perfida matrigna, per rendere il porto di Napoli un luogo dove poter riciclare.

L’intera storia di “Gatta Cenerentola” si svolge all’interno della Megaride, custode di una tecnologia nascosta e rivelata solamente dal fantasmi-ologrammi che infestano la nave. In questo luogo ricco di mistero e fascino avviene il classico scontro tra le proprie ambizioni per un futuro migliore e lo sfruttamento degli ideali del passato. Sia Napoli che Cenerentola si trovano in mezzo a questa lotta e lo stesso destino accomuna la città alla piccola bambina.

Trailer

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