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Atlas – Recensione

Atlas: un diario fotografico senza filtri nel mondo del controverso fotografo

Regia: Antoine d’Agata – Genere: Drammatico, colore, 75 minuti – Produzione: Francia, 2013.

StlasE’ per i più coraggiosi e curiosi “Atlas” del fotografo marsigliese Antoine D’Agata, presentato nella sezione più sperimentale del Festival Internazionale del Film di Roma, CinemaXXI. E non a caso è quella della giuria presieduta da Larry Clack, vincitore dell’edizione 2012 lo scorso anno con “Marfa Girl”.

Già raccontatosi senza nessun filtro in “The Cambodian Room” di Tommaso Lusena De Sarmiento e Giuseppe Schillaci, Antoine stesso del film è sia regista che assoluto protagonista. Allevo da giovane dello stesso Clark e di Nan Goldin, in questo film, senza pudori e ipocrisi inutili, lui racconta il suo personalissimo Atlante nelle stanze più squallide delle prostitute. Da Bangkok a Phonm Penh, passando per il Brasile e la Bielorussia, lui divide con loro le notti “sauvage” e l’eroina e l’oppio.

Ne è complice, amico e spesso sono loro a scattare le foto. Queste sono sporche, sfuocate ma assolutamente reali. Lui è un uomo che si è perso, manche un importante fotografo dell’agenzia Magnum. Un giorno, smessi i panni del fotoreporter d’assalto, ha deciso di esplorare “the wild side” della vita, ma vivendola in prima persona. E lui stesso è diventato allo stesso tempo oggetto soggetto della sua arte.

“Atlas” è l’atlante di un’umanità che non si vorrebbe vedere, ma esiste. Più che un film è un susseguire di scatti, da sentire con le viscere e non vedere con gli occhi. Lo stesso Antoine si vede sempre sfuocato o da dietro. Il suo viso non c’è mai, ma parlano per lui i muscoli tesi per l’eroina che va in vena e per il sesso disperato con donne che tutto sono fuorché patinate. Dimenticate i corpi asettici e muscolosi di Newton, e lo stile heroin chic tanto in voga negli anni passati. Qui è d scena “la carne”, senza artifizi.

Chi guarda questo film, non deve giudicare ma perdersi in questa visione artistica e apocalittica al tempo stesso. Un film da non perdere per gli amanti del genere, che tuttavia difficilmente può trovare una distribuzione in Italia, per la violenza delle sue immagini. Ma che sicuramente piacerà a Mr. Larry Clark.

Ivana Faranda

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