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Alien: Covenant

Recensione

Alien: Covenant – Recensione: le origini di un mito

Alien: Covenant astronave pianeta

L’equipaggio della Covenant sbarca sul pianeta misterioso

Alien“, capostipite di quella che è poi diventata una celebre saga, aveva molti pregi: una grande suspance generata dall’ambientazione per lo più buia e labirintica dell’astronave, una buona dose di terrore e frustrazione per l’apparente indistruttibilità e inarrestabilità dell’Alieno, l’ansia di scoprire chi sarebbe sopravvissuto alla carneficina e come, e quel senso di angoscia condiviso a pieno con l’equipaggio nel non conoscere la prossima mossa del letale avversario. Un horror/thriller con tutte le carte in regola per tenere incollato alla sedia anche il più stoico degli spettatori.
Mantenere un tale livello con le pellicole successive non è stato certo facile; per alcuni c’è riuscito solo il secondo, per altri il mix ha funzionato fino al terzo, quasi tutti concordano nel dire che il quarto sia una completa oscenità.

Quando Ridley Scott ha deciso di tornare alla carica con un prequel ed ha sfornato “Prometheus“, dunque, la curiosità era alle stelle: in cosa sarebbe stato diverso da “Alien” (perchè doveva necessariamente esserlo) e in quale nuova meravigliosa saga ci avrebbe trascinato un tale maestro di fantascienza?
La risposta è stata diversa a seconda dello spettatore: c’è chi ha apprezzato “Prometheus”, chi ne è rimasto indifferente, e chi si è chiesto perchè mai Ridley Scott si fosse imbarcato in una simile impresa quando le idee sembravano scarseggiare. Numerose furono infatti le critiche su trama e sceneggiatura, tanto, forse, da spingere Scott a cambiare rotta per il sequel “Alien: Covenant” e tornare al ‘vecchio stile’ che si era sempre dimostrato un successo.

Ed è proprio qui che “Alien: Covenant” ha iniziato a perdere la partita.

“Alien: Covenant”: Alien all’attacco… di nuovo

Alien: Covenant scena del film

Di tutte quelle caratteristiche che hanno reso “Alien” un capolavoro indimenticabile, “Alien: Covenant” offre una pallida imitazione. Come prima cosa la scelta di ambientare la storia non su un’astronave ma su un pianeta (com’era stato per “Prometheus”) fa perdere atmosfera. Niente più corridoi bui e stretti, dove Alien poteva nascondersi in ogni anfratto, ma campi aperti, in cui l’Alieno misterioso e terrificante si trasforma in uno dei tanti mostri che attaccano a fronte bassa e muso duro il gruppo di avventurieri.

In secondo luogo si assiste ad una serie di morti talmente banali e ridicole da far scemare la sensazione di angoscia; spesso e volentieri il pensiero conseguente all’atroce decesso di un membro dell’equipaggio è “se l’è cercata”, o altrimenti un semplice: “perché?”. C’è inoltre un amore per sangue e mutilazioni che finora aveva fatto parte poco della saga, e non aggiunge nulla, anzi toglie un altro pizzico di tensione in più.

Ma la cosa che veramente uccide “Alien: Covenant” come film è la sua agghiacciante prevedibilità. L’intreccio della trama è poco e i due miseri colpi di scena che gli appartengono sono talmente scontati da essere chiari mezz’ora prima che avvengano. Incessante è la sensazione di star guardando qualcosa di già visto, qualcosa che già sappiamo dove andrà a parare e che non ci contraddice neanche una volta.

Interessante può essere la genesi di Alien e il discorso (filosofico e pratico) sulla creazione, ma non abbastanza da salvare una pellicola che dovrebbe far saltare lo spettatore sulla sedia e gli dà invece tutto il tempo di capire che sta per avvenire un attacco.

“Alien: Fassbender”

Michael Fassbender Alien: Covenant

Michael Fassbender nei panni dell’androide David

C’è un solo vero protagonista in tutto il film: Michael Fassbender. Non David, l’androide che interpretava in “Prometheus” e non Walter, quello a bordo della Covenant, ma proprio Fassbender stesso. Interprete di due personaggi fondamentali attorno a cui si svolge tutta la (poca) trama, gioca con se stesso, si accaparra la scena sempre e comunque, si piazza costantemente sotto al riflettore per non far notare che tutti gli altri personaggi del film sono assolutamente irrilevanti (nonché impreparati). Lui è il mistero, lui è la stella, lui è l’ambiguità, e lui ha anche un po’ rotto le balle. È complicato vedere un film incentrato sullo stesso attore che interpreta due androidi diversi senza pensare un po’ ad un esercizio di stile.
“Alien: Covenant” alterna scene d’azione prevedibili e poco coinvolgenti a dialoghi tra Fassbender e Fassbender sui massimi sistemi, sulla filosofia e sui sentimenti, in un disperato tentativo di dare spessore ad una pellicola che non ne ha affatto.

Poi sì, belli gli effetti speciali, ma come e più che in “Prometheus” è la sostanza che manca.

Valeria Brunori

Trama

  • Regia: Ridley Scott
  • Cast: Michael Fassbender, Katherine Waterston, Billy Crudup, Danny McBride, Demián Bichir, Carmen Ejogo, Jussie Smollett, Callie Hernandez, Amy Seimetz, Nathaniel Dean, Alexander England, Benjamin Rigby, Guy Pearce, James Franco
  • Genere: Fantascienza, Colore
  • Durata: 121 minuti
  • Produzione: USA, 2016
  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Data di uscita: 11 Maggio 2017

Locandina Alien: CovenantSequel di “Prometheus” sempre diretto da Ridley Scott, “Alien: Covenant” è il secondo prequel della saga sugli Xenomorfi. Il “Covenant” del titolo deriva dal nome dell’astronave e della missione spaziale che scopre un pianeta apparentemente incontaminato e idilliaco. Il solo abitante è il sintetico David (Michael Fassbender), unico superstite della spedizione Prometheus.

Diversi attori del cast di “Prometheus” tornano a far parte di quello di “Alien: Covenant”, tra cui il bel Michael Fassbender per ovvie ragioni narrative e Guy Pearce in un breve cameo. Due le star che vanno a completare il cast di “Alien: Covenant”, Katherine Waterston, l’Auror Tina Goldstein di “Animali fantastici e dove trovarli”, che interpreta l’eroina protagonista del film (Daniels), e Billy Crudup nel ruolo del capitano della navicella Covenant Christopher Oram.

“Alien: Covenant”, la sottile linea rossa del ‘fantascientifico’ Ridley Scott

Ridley Scott è certamente uno dei maggiori registi di fantascienza all’interno del panorama cinematografico mondiale. Inaugura la sua carriera nel genere fantascientifico proprio col primo film di “Alien” del 1979, per poi tornare a mettere mano alla saga con i film prequel della pellicola degli anni 70, “Prometheus”  nel 2012 e “Alien: Covenant” nel 2017. Oltre a questa saga, Scott ha dato vita anche ad un altro film cult del genere, “Blade Runner”, che insieme ad “Alien” lo ha consacrato come cineasta della fantascienza.

Il fenomeno “Alien”, fondato da Ridley Scott, è stato da sempre considerato un capolavoro del genere fantascientifico, dando vita a tutta una sub-cultura, composta da fumetti e sequel, diretti da altri registi, che ha aumentato ancor di più la sua fama.

Trailer

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