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Barry, Gloria e i Disco Warms – Recensione

L’effervescente avventura di un gruppo di vermetti dall’anima disco alle prese con l’affermazione di se stessi

(Disco ormene) Regia: Thomas Borch Nielsen – Cast: Arisa, Peter Frödin, Trine Dyrholm, Lars Hjortshøj, Troels Lyby, Arisa, Gabriele Lopez, Gianluca Vitiello, Nicola Vitiello – Genere: Animazione, colore, 75 minuti – Produzione: Germania, Danimarca 2008. – Distribuzione: Filmnet – Data di uscita:10 aprile 2014.

barryQuesta non è una favola. Non aspettatevi il classico film d’animazione: non troverete né principesse che devono essere salvate dai draghi, né deliziosi animaletti dagli occhi dolci. Gli effetti speciali e la grafica non saranno all’altezza di quelli dei più recenti capolavori “cartonati”. Inoltre, dovrete mettere da parte tutto ciò che avete sempre ritenuto indispensabile per la buona riuscita di una storia animata. Se farete tutto questo, “Barry, Gloria e i Disco Warms” potrà compiere la sua magia: stupirvi.

Non è banale, effettivamente, riuscire a catturare l’attenzione e la simpatia del pubblico, facendolo immedesimare con le aspettative e i sentimenti di un gruppo di vermetti insoddisfatti della loro natura. Eppure, fin dai primi minuti, si viene catapultati nel mondo dei lombrichi, un mondo triste e senza speranza: quello di chi occupa l’ultimo anello della catena alimentare. Sarà quindi il desiderio di rivalsa a far muovere gli ingranaggi di quest’insolita avventura.

Thomas Borch Nielsen rivisita in chiave moderna alcuni topoi classici: la vergogna e il rifiuto di se stessi, che portano ad affrontare un lungo e faticoso cammino verso l’accettazione, in questo caso sorprendono per il suono dei passi che si compiono in questo arduo viaggio: quello della disco music. Infatti sarà grazie alla musica che Barry e i suoi amici riusciranno ad amarsi per quello che sono, una disco band di vermetti. E la colonna sonora che accompagna il loro viaggio arriva direttamente dagli anni ’70: si passa d “Boogie Wonderland” a “Disco Inferno”, da “Ymca” fino a “I Will Survive”. Ad interpretare questi classici dal ritmo boogie sono Arisa e Gabriele Lopez che stupiscono ancora una volta per la loro bravura. Inoltre si può apprezzare la partecipazione di Gianluca Vitiello e Nicola Vitiello di Radio Deejay. È anche grazie al loro talento che questo cartone animato prende vita e diventa un unicum nel suo genere.

La società “vermesca” dipinta da Borch Nielsen rivela molte somiglianze con quella attuale: meritocrazia sacrificata a favore della corruzione, paura di uscire dai ruoli imposti dalla comunità, bullismo e razzismo. Quindi, oltre a divertire ed entusiasmare, questo film d’animazione vuole anche provare a spiegare ai più piccoli ciò che di sbagliato si può incontrare nella nostra società. Non si cade, però, nel didascalico ma, anzi, si riescono a trasmettere valori e messaggi educativi con leggerezza, proprio grazie all’energia e alla vivacità derivanti dalla colonna sonora. Insomma, anche per quel che riguarda l’educazione, si esce dal canonico. Niente amore universale o uguaglianza per tutti ma una schietta verità: il mondo può essere duro ma a volte, perseverando, si può arrivare ad essere felici ed appagati.

P.s. Si avvisa il gentile pubblico: si corre il rischio di contrarre “la febbre del sabato sera”.

Micol Koch

Barry, Gloria e i Disco Warms – Recensione

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