La comunità artistica globale piange la prematura scomparsa di Koyo Kouoh, una figura di spicco nel panorama dell’arte contemporanea e curatrice designata della 61ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, in programma per il 2026. Kouoh, 57 anni, è deceduta il 10 maggio 2025, lasciando un vuoto incolmabile nel settore e un’eredità che continuerà a influenzare artisti e curatori in tutto il mondo.
Una carriera dedicata all’arte contemporanea
Koyo Kouoh è nata in Camerun e ha trascorso la sua giovinezza in Svizzera, dove ha sviluppato una passione per l’arte che l’ha accompagnata per tutta la vita. La sua carriera è stata caratterizzata da un forte impegno nella promozione dell’arte contemporanea africana. Dal 2019, ha ricoperto il prestigioso ruolo di Direttrice Esecutiva e Chief Curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa a Città del Capo, in Sudafrica. Questo museo è diventato un punto di riferimento per l’arte contemporanea africana, grazie alla visione e alla leadership di Kouoh.
Prima di assumere questo incarico, Kouoh ha fondato e diretto la Raw Material Company a Dakar, un centro innovativo dedicato all’arte, alla conoscenza e alla società. La sua nomina come curatrice della Biennale di Venezia nel 2024 ha rappresentato un traguardo storico, poiché Kouoh è diventata la prima donna africana a ricoprire questo ruolo. La sua visione ha sempre puntato a dare voce a storie e talenti di artisti africani e di discendenza africana, contribuendo a un panorama artistico più inclusivo e rappresentativo.
Reazioni alla sua scomparsa
La notizia della scomparsa di Koyo Kouoh ha suscitato reazioni di profondo cordoglio in tutto il mondo. Alessandro Giuli, Ministro della Cultura, ha espresso il suo sconcerto, evidenziando l’importanza del contributo di Kouoh al mondo dell’arte. La sua influenza si estendeva ben oltre i confini geografici, ispirando artisti e curatori a livello globale.
Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia, ha ricordato Kouoh come una figura fondamentale per il futuro dell’istituzione. Ha sottolineato il suo ruolo cruciale nel confermare la Biennale come “la casa del futuro”, un luogo dove l’arte può prosperare e dove le nuove generazioni possono esprimere la propria creatività. Le parole di chi l’ha conosciuta e lavorato con lei riflettono un profondo rispetto e ammirazione per la sua visione e il suo impegno.
Un’eredità di inclusività e innovazione
Koyo Kouoh ha lasciato un’eredità significativa nel mondo dell’arte contemporanea, caratterizzata da un forte impegno per l’inclusività e l’innovazione. Il suo motto, “Devi creare la tua casa e costruire la tua dimora invece di cercare di entrare nel castello di qualcun altro”, rappresenta perfettamente la sua filosofia. Kouoh ha sempre incoraggiato gli artisti a trovare la propria voce e a costruire spazi che riflettano le loro esperienze e culture.
La sua scomparsa segna una perdita inestimabile per il panorama artistico, ma il suo impatto continuerà a ispirare le future generazioni di artisti e curatori. Kouoh ha dimostrato che l’arte può essere un potente strumento di cambiamento sociale e culturale, e il suo lavoro rimarrà un faro per coloro che cercano di promuovere una maggiore inclusione nel mondo dell’arte.
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