Eco Del Cinema

Questione di tempo – Recensione

Questione di tempo: molto più che una semplice e smielata storia d’amore

(About Time) Regia: Richard Curtis – Cast: Rachel McAdams, Domhnall Gleeson, Bill Nighy, Tom Hollander – Genere: Commedia, Drammatico, colore – Produzione: Gran Bretagna, 2013 – Data di uscita: 3 ottobre 2013.

questionetempoRichard Curtis, lo sceneggiatore delle commedie romantiche più riuscite degli ultimi tempi (“Love Actually”, “Notting Hill” e “Quattro matrimoni e un funerale”), torna a riflettere sull’amore e sui sentimenti con la pellicola “Questioni di tempo”, in uscita al cinema da giovedì 7 novembre.

La storia verte sulla vita di un giovane inglese, Tim (Domhnall Gleeson), che all’età di 21 anni scopre dal padre di possedere, così come tutti gli uomini della sua famiglia, il magico potere di viaggiare a ritroso nel tempo: è così che conoscerà l’amore della sua vita, Mary (Rachel McAdams), e aiuterà qualche amico e familiare a rigar dritti.

Ancora una volta Curtis dimostra di conoscere a fondo i sentimenti e le dinamiche umane. Nella pellicola il regista, nonché sceneggiatore, esplora l’amore tra un uomo e una donna tanto quanto i legami familiari. Sarebbe, infatti, riduttivo catalogare questo film come l’ennesima commedia incentrata su una storia d’amore, poiché è vero tutto parte da essa, ma finisce poi per inglobare una riflessione più profonda sulla famiglia, e in generale sulle cose belle e brutte della vita.

A rendere particolare e unica nel suo genere la commedia è il fattore relativo al tempo. Se a primo acchito il fatto che il protagonista possa viaggiare nel tempo suona troppo fantastico e irreale, nel corso del film, invece, l’idea del viaggio nel passato si amalgama alla realtà divenendo quasi un rituale tenero che unisce Tim a suo padre. Tutto ciò è reso possibile grazie a una serie di regole che limitano il potere del protagonista, rendendolo quindi meno surreale, e alla sua familiarità data dall’essere un ragazzo qualunque, che si confronta con la vita con lo stesso livello di fiducia della maggior parte della gente.

Accanto al tema dell’amore e della famiglia quali valori essenziali nella vita del protagonista, il film sembra essere un vero e proprio viaggio lungo la sua vita, seguendone ogni tappa decisiva e mostrando la progressione di Tim da giovane ventunenne insicuro e un po’ confuso a uomo adulto e maturo. I viaggi nel tempo e, di conseguenza, il poter rivivere più volte medesimi momenti della propria vita, sono per Tim una possibilità per crescere e scoprire delle verità che normalmente sono offuscate dalle ansie e dai problemi della routine quotidiana. Il viaggio temporale è, dunque, un’occasione straordinaria per rendersi conto di quanto alla fine non serva nessuna magia per rendere la vita speciale: il segreto è apprezzare le piccole cose che la vita ha da offrire, quali l’amore, la tenerezza e il rispetto verso il prossimo, e vivere ogni giorno come fosse l’ultimo.

Insieme al personaggio di Tim, quello del padre, interpretato da Bill Nighy, è sicuramente uno dei più rilevanti nella storia. Molte scene della pellicola si giocano, infatti, sullo straordinario rapporto tra padre e figlio, basato sull’amicizia e sulla stima reciproca, e consolidato dalla consapevolezza di essere entrambi custodi di un segreto importante e prezioso che li rende complici.

Infine anche l’ambientazione sembra giocare un ruolo essenziale: da una parte il panorama della Cornovaglia, in cui è immersa la casa della famiglia di Tim; dall’altra una grande metropoli come Londra. Mentre la seconda rappresenta il futuro del protagonista e del suo nuovo nucleo familiare, la prima richiama ovviamente alla famiglia ed è il luogo in cui tutto ha avuto inizio e in cui il protagonista fa sempre ritorno, sia che si tratti di belle circostanze, che di brutte.

Francesca L. Sanna

Questione di tempo – Recensione

Articoli correlati

Condividi