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Yes Man – Recensione

Jim Carrey sposa la filosofia del sì in “Yes Man”

Regia: Peyton Reed – Cast: Jim Carrey, Zooey Deschanel, Terence Stamp, Bradley Cooper, John Michael Higgins – Genere: Commedia, colore, 102 minuti – Produzione: USA, 2008 – Distribuzione: Warner Bros Pictures Italia – Data di uscita: 9 gennaio 2009.

yes-manNell’accezione comune per yes man si intende un uomo servile ed accondiscendente specialmente nei riguardi di un datore di lavoro o di un suo superiore. Lo “Yes Man” che invece Jim Carrey, attraverso la regia di Peyton Reed, porta sullo schermo è una persona che decide di fare della risposta affermativa a chiunque gli chieda un favore o gli faccia una proposta, un vero stile di vita: un karma in grado di scatenare, anche partendo da situazioni improbabili e apparentemente svantaggiose, una serie di eventi a lui positivi.

E così l’introverso Carl Allen, da uomo capace solo di negarsi agli altri, grazie agli insegnamenti dell’inventore della teoria “Il potere del Si”, il guru Terrence Bundley (Terence Stamp), stravolge la sua triste e monotona esistenza affrontando con ottimismo anche le più assurde avventure che i suoi Si scatenano.

Si aprono quindi per lui nuove amicizie, interessi, promozioni professionali e una tenera love story con la stravagante Allison (Zooey Deschanel). Ma il suo entusiastico modo di cogliere tutte le opportunità che la vita gli presenta comincia a destare qualche sospetto e gli equivoci sono dietro l’angolo.

Il personaggio che, ad un certo punto della vita, comincia a comportarsi in modo assolutamente opposto a quello a cui era abituato era già stato affrontato dal 46enne attore canadese con la commedia del 1997 “Bugiardo bugiardo”. In questi undici anni però parecchi film sono passati sotto i ponti, facendoci apprezzare un Carrey non solo “faccia di gomma” ma attore a tutto tondo. Per questo, accanto alle immancabili e godibilissime smorfie, frizzi e lazzi che ad inizio carriera hanno fatto parlare di lui come l’erede di Jerry Lewis e che comunque occupano gran parte della pellicola, Carrey ci regala anche credibili momenti di introspezione e romantiche scene d’amore che fanno tornare alla memoria i commuoventi duetti con Kate Winslet in “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”.

E se nel bellissimo film di Michel Gondry era la straziante voce di Beck a contribuire allo smottamento anche degli animi più insensibili, in “Yesman” la colonna sonora è affidata al collega e amico Mark Everett degli Eels, maestro nell’alternare temi leggeri e spensierati con accompagnamenti strumentali maliconici e minimali. Al momento dei titoli di coda (a proposito, gustateveli fino in fondo se volete scoprire una nuova tecnica di pattinaggio…) rimane però un po’ di amaro in bocca per la discontinua carriera di un grande attore che, anche a causa di troppe scelte artistiche facilone, non ha ancora raccolto dalla critica i riconoscimenti che meriterebbe.

 Vassili Casula

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