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Words With Gods – Recensione

Nove potenti storie in cui le credenze religiose giocano un ruolo centrale

(Palabras con Dioses) Regia: Guillermo Arriaga, Hector Babenco, Emir Kusturica, Bahman Ghobadi, Warwick Thornton, Alex de la Iglesia, Hideo Nakata, Mira Nair, Amos Gitai, – Cast: Demiàn Bichir, Sarai Givaty, Emir Kusturica, Pooneh Hajimohammadi, Yilmaz Erdogan – Genere: Drammatico, colore, 129 minuti – Produzione: Messico, USA, 2014.

wordswith2“Words With Gods” è la prima parte dell’ambizioso progetto di Arriaga, la serie di film ‘Heartbeat’ che includerà anche “Encounters”, uno sguardo sull’identità sessuale, “Into the Bloodstream”, un’esplorazione delle droghe, e “Polis”, un’analisi delle politiche. Questo primo capitolo del progetto racconta nove storie di personaggi provenienti da culture differenti. Nelle nove culture che dialogano tra loro la fede e la tradizione hanno un ruolo centrale: spiritualità aborigena, umbanda, induismo, buddismo, ebraismo, cattolicesimo, cristianesimo ortodosso, islam, ateismo vengono raccontati da altrettanti punti di vista differenti.

“Veri Dèi”(spiritualità aborigena): Warwick Thornton apre il film sullo sfondo del deserto australiano. È il racconto della meditazione animista, tipica della spiritualità aborigena, che si concentra sul rapporto tra maternità, terra, discendenza e spirito.

“L’uomo che rubò un’anatra” (umbanda): Héctor Babenco narra la storia di un marito violento che, dopo essere stato lasciato dalla moglie, vede la sua famiglia sgretolarsi. Incapace di affrontare la vita quotidiana, indigente e stordito, passa le sue giornate per le strade di São Paulo in cerca di conforto.

“La stanza di Dio” (induismo): Mira Nair dirige la storia di una ricca famiglia indiana alle prese con il progetto del loro lussuoso appartamento a Mumbai. Improvvisamente, i membri della famiglia iniziano a discutere sull’assegnazione delle stanze della casa, soprattutto su dove collocare la stanza per venerare Dio.

“Sofferenze” (buddismo): Hideo Nakata racconta una storia di lutto e accettazione. Un pescatore giapponese perde tutta la sua famiglia durante lo tsunami del 2011. Cecando di venire a patti con il suo dolore, si interroga sul motivo della sua esistenza durante l’incontro con un monaco buddista.

“Il libro di Amos” (ebraismo): Amos Gitai oppone vividamente il momento politico contemporaneo di Israele con il suo mitico passato. Soldati e civili combattono uno contro l’altro, mentre un gruppo recita brani profetici dell’antico testamento.

“La confessione” (cattolicesimo): Álex de la Iglesia racconta l’incontro di un assassino con un tassista, cattolico devoto, che lo scambia per un sacerdote. Lo scambio di personalità porterà il destino del killer in una direzione inaspettata.

“La nostra vita” (cristianesimo ortodosso): Emir Kustarica descrive la giornata di un prete cristiano ortodosso tra le montagne serbe. Attraverso il sacrificio inizia un viaggio spirituale che va al di là delle convenzioni.

“A volte alza lo sguardo” (islam): Bahman Ghobadi compie una narrazione tragicomica che si snoda tra lussuria e fede. Due gemelli siamesi, uniti per la testa, devono fare i conti con le loro personalità divergenti e i loro diversi approcci alla vita e alla religione.

“Sangue di Dio” (ateismo): Guillermo Arriga dirige l’ultima storia. Un ingegnere minerario discute con suo padre, il quale afferma di aver sognato Dio. L’ingegnere, da sempre ateo, si rifiuta di credere alla sua storia e questo porterà a conseguenze impreviste.

Nonostante il tema comune del film, il rapporto di varie comunità con diverse religioni, il risultato risulta essere molto discontinuo. Ovviamente ogni regista ha avuto la possibilità di esprimere singolarmente il proprio punto di vista sulla religione ma, probabilmente, per ottenere un risultato più lineare e omogeneo, Arriaga avrebbe dovuto indirizzare meglio gli intenti creativi dei suoi colleghi. Inoltre, per i non addetti ai lavori, la maggioranza degli episodi risulta poco comprensibile, pregni di gesti e simboli ignoti per uno spettatore non edotto su di quel particolare credo.

L’idea di una tolleranza e di una coesistenza religiosa che, a partire da un film, può innervarsi nella realtà contemporanea è davvero lodevole anche se, purtroppo, quella che emerge da quest’opera è, più che altro, la confusione e l’inadattabilità reciproca che pervade i credi religiosi nelle società attuali.

Micol Koch

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