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Vogliamo vivere! – Recensione

Straordinario esempio di arte filmica, in cui la commedia sposa la satira politica: Lubitsch porta sullo schermo un racconto divertente ed emozionante, stilisticamente perfetto, con un cast di attori eccellenti decisamente in stato di grazia, ponendo su tutto, come sempre, il suo ‘tocco’ inconfondibile

(To Be or Not To Be) Regia: Ernst Lubitsch – Cast: Robert Stack, Carole Lombard, Jack Benny, Felix Bressart, Henry Victor, Sig Ruman, James Finlayson, Frank Reicher, Lionel Atwill – Genere: Commedia, b/n, 99 minuti – Produzione: USA, 1942 – Distribuzione: Teodora Film – Data di uscita: 30 maggio 2013.

vogliamovivereGrazie ad un eccezionale restauro torna al suo antico splendore “To Be or Not To Be”, capolavoro assoluto della cinematografia mondiale, figlio di uno dei più grandi cineasti che la settima arte abbia mai avuto, l’inimitabile Ernest Lubitsch, che tanto ha dato al mondo del cinema, nonostante la sua precoce dipartita da questo mondo a soli 55 anni.

La pellicola in questione è un esempio mirabile di come in un mondo imperfetto come il nostro ad alcuni sia data la possibilità di avvicinarsi ad un’ideale perfezione creativa: Lubitsch realizza infatti una commedia eccelsa dove la satira politica sposa il dramma della guerra, accendendo i riflettori sull’inutilità dei conflitti e sulla stupidità dei suoi carnefici, che in questo caso hanno il volto dei nazisti, riuscendo comunque a tenere dei toni pacati e leggeri.

Il film arriva nelle sale nel bel mezzo del secondo conflitto mondiale, deridendo l’arroganza nazista: ci troviamo in una Polonia appena invasa dalle truppe tedesche, che a fatica tenta di sopravvivere ai bombardamenti nemici. Protagonisti della storia i componenti una compagnia teatrale che, per amor patrio, dovranno portare in scena la miglior recita della loro carriera, non sulle tavole del palcoscenico, ma per le vie di Varsavia, alla ricerca di un premio finale che non consiste come sempre nel conquistare l’affetto del pubblico, quanto nel riuscire a salvare delle vite, comprese le loro.

Così in una girandola di equivoci e di travestimenti i nostri ‘eroi per necessità’ diventano loro malgrado protettori del destino di molti, pronti a mettere in gioco le loro stesse vite per la patria.

In un perfetto equilibrio di immagini, dialoghi e musica, dove ogni singolo gesto è pensato dal regista e impartito agli attori, la commedia prende vita, divertendo, commuovendo, denunciando il male. Lubitsch, come Chaplin (“Il grande dittatore” è dello stesso anno), usa il suo talento professionale per dare un contributo al conflitto bellico.

Ogni attore è importante per la riuscita di quest’armoniosa pellicola, ma fra tutti spiccano per bravura e simpatia Jack Benny e Carol Lombard. Per quest’ultima fu l’ultima interpretazione, infatti poco tempo dopo le fine delle riprese morì in un incidente aereo, di ritorno da un tour promozionale per vendere buoni di guerra, lasciando in uno sconforto dal quale non si riprese mai il marito, Clarke Gable. La leggenda narra che il dolore ad Hollywood fu tale che gli Studios chiusero per lutto per un’intera giornata, evento unico nella storia delle majors.

Il titolo originale fa riferimento ad un messaggio cifrato, di natura amorosa, scambiato tra due dei protagonisti.

Maria Grazia Bosu

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