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Viva l’Italia – Recensione

La nuova simpatica commedia di Massimiliano Bruno diverte con intelligenza, portando sullo schermo i problemi del nostro paese e regalando una speranza in un domani migliore, soprattutto per le nuove generazioni

Regia: Massimiliano Bruno – Cast: Raoul Bova, Michele Placido, Alessandro Gassman, Rocco Papaleo, Ambra Angiolini, Edoardo Leo, Maurizio Mattioli, Sarah Felberbaum, Camilla Filippi, Isa Barzizza – Genere: Commedia, colore, 111 minuti – Produzione: Italia, 2012 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 25 ottobre 2012.

vivalitalia“Viva l’Italia” è la seconda prova di Massimiliano Bruno dietro la macchina da presa, pensata prima del suo film d’esordio “Nessuno mi può giudicare”, una vera sorpresa per il box office italiano. L’autore si ispira in primis ad una parte di un monologo teatrale di una decina d’anni fa, “Zero”, del quale era stato autore e interprete, in cui si ipotizzava quel che sarebbe potuto succedere se qualcuno avesse spruzzato nella metropolitana un siero della verità.

Bruno alza il tiro rispetto al primo film, realizzando una pellicola dall’ordito narrativo più elaborato, dove i luoghi comuni sul malgoverno italico vengono incarnati nella persona di Michele Spagnolo, egregiamente interpretato da Michele Placido, politico di professione, improvvisamente afflitto, dopo un malore, da una sorta di demenza che, allentando i freni inibitori, gli impedisce di mentire e, ancor peggio, lo stimola a dire la verità, su tutto e tutti.

È facile immaginare gli spunti divertenti cui si presta la situazione, che per il regista è il perfetto palcoscenico in cui rappresentare, non senza amarezza, la malapolitica italiana, dalla quale deriva il malcostume del paese, in bilico tra il desiderio di una maggiore equità sociale, e la rassegnazione alla corruzione imperante e al clientelarismo.

“Viva l’Italia” rispecchia anche la situazione in cui versa il sistema sanitario nazionale, che scricchiola da più parti, svilito da una gestione che prima ha favorito gli sprechi, e dopo ha tentato di risanare il bilancio sulle spalle dei cittadini, non dimenticando i tanti abusi edilizi, che hanno aggravato i danni di fenomeni naturali quali terremoti e alluvioni.

Ma il film è anche il racconto di una famiglia mal assortita, grazie agli errori del patriarca, Spagnolo appunto, che ha cresciuto i figli assecondando i loro desideri senza aiutarli a crescere, come Valerio (Alessandro Gassman), che privo di qualsiasi competenza occupa un posto dirigenziale, o Susanna (Ambra Angiolini), pseudo attrice senza talento che lavora grazie a ‘papà’, privando chi è più capace di un’opportunità. Diversa appare la situazione di Riccardo (Raoul Bova), medico in un ospedale pubblico, che ha lasciato il tetto paterno da ragazzo.

In una giostra di battute e personaggi comici si snoda il racconto, che puntualizza la gravità di certe situazioni facendo riferimento ad alcuni articoli della Costituzione.

La solidità del film di Bruno sta nell’usare la commedia come propulsore di un messaggio, dove non ci si limita a fotografare asetticamente ciò che non va, ma si ricorda allo spettatore che se le cose non ci piacciono dobbiamo attivarci per cambiarle, la lamentazione fine a se stessa non dà frutti, e quale miglior sistema per cambiare la classe politica del paese dell’andare a votare alle prossime elezioni, informati sui programmi e sulle persone che intendono rappresentarci?

Maria Grazia Bosu

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