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Vikings “Moments of Vision” 5×10 – Recensione e Spoiler

In Italia è andato in onda il 25 gennaio il midseason finale di “Vikings”. Diretto nuovamente dal bravissimo Daniel Grou, l’episodio ci trasporta sul campo di battaglia che deciderà le sorti del regno di Kattegat.

Vikings: il risveglio dello spirito

Vikings Moments of Vision 5x10 Sand

I canti della guerra riecheggiano tra la nebbia del bosco che separa i due eserciti, che di li a breve combatteranno per il futuro della loro gente, per i singoli ideali e sopratutto per il potere. Inizia così l’episodio migliore di questa prima parte di stagione, che mette insieme i pezzi che fino ad ora non avevano avuto un senso compiuto. “Moments of Vision” questo è il titolo del capitolo ma è non solo questo, è anche la chiave di lettura della storia e forse anche di un modo di vivere: quello dei Vichinghi.

Michael Hirst – creatore di Vikings – scrive un episodio che cita Virginia Woolf e quelli che lei definì “Moments of being”, attimi in cui era possibile scorgere un frammento nella vita mortale di una realtà altra, la vera vita, la cui comprensione rimane sempre incompleta. Solo con “l’Altro Assoluto”, la morte, il frammento di quest’essenza poteva essere colto in pieno. Questa è la chiave di volta per la comprensione di questo articolato episodio, che ci mostra con vari stacchi temporali, momenti di amore e vita che vanno a scontrarsi con gli attimi di morte della guerra. Come i Tralfamadoriani di Kurt Vonnegut, lo spettatore osserva l’alternarsi tutti questi momenti, di vita e di morte, che vivono quasi sullo stesso piano della realtà.

Ogni personaggio scorge questo velo e per un breve attimo, in bilico tra la vita e la morte, vi entra dentro. Emblematica è la scena della morte di Halfdan il nero; poco prima assistiamo al dialogo tra lui e Bjorn in cui gli rivela che ha scoperto un senso della vita più profondo, che va oltre la conquista armata e in seguito lo vediamo in preda a uno stato allucinatorio che gli ricorda ciò che per lui è vita – bellissima la scena nel deserto – e ciò che poi sarà la morte, per mano del fratello Harald. Assistiamo anche alla morte di Astrid, che implora Lagertha di liberarla del peso di un figlio che non può avere, e a quelle meno commoventi di GuthrumSnaefrid. La morte però non è di questo mondo e porta i personaggi in un altro piano prima di raggiungere il Valhalla, unico luogo in cui un vichingo può cogliere il frammento della vera vita.

Per un attimo vediamo attraverso gli occhi di Ivar, in una scena non proprio impeccabile dal punto di vista tecnico ma perfetta da quello narrativo, che vedono oltre il velo una Lagertha, combattere in un campo di battaglia dove non ci sono più uomini ma scheletri. La guerra raggiunge la sua conclusione e vede  la vittoria di Ivar che non riesce però a portare a termine la sua vendetta. L’esercito sconfitto è costretto alla fuga e si rifugia nella capitale.

Vikings Moments of Vision 5x10 Lagertha

La regia di Daniel Grou è impeccabile – grazie anche all’aiuto di una solida scrittura dell’episodio – e riesce a colpire ed emozionare lo spettatore come non era ancora avvenuto in questa stagione di Vikings, caratterizzata da alti e bassi. Per fare questo spezza la narrazione lineare del racconto strizzando così l’occhio al cinema di Nicholas Winding Refn.

Infine la storyline di Floki raggiunge il suo scopo, mostrare a noi e al popolo vichingo come ci possa essere un’altra via che non sia quella che conduce al dolore provocato dalla violenza. Il carpentiere baciato dagli dei non riesce nella sua impresa, e solo nella seconda parte sapremo se con il suo sacrificio – se ciò avverrà – sarà in grado di portare a termine il volere divino. Vikings ci lascia con il ritorno di un’invecchiato Rollo in Scandinavia, aprendo così un nuovo ciclo di cui si deve attendere la seconda parte per saperne i risvolti.

 

Riccardo Careddu

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