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Vacanze di Natale a Cortina – Recensione

La coppia Vanzina alla sceneggiatura e Neri Parenti alla regia tentano di risollevare un genere che ha mostrato lo scorso anno i primi scricchiolii, facendo sicuramente un piccolo passo avanti verso un prodotto cinematografico degno di essere chiamato tale

Regia: Neri Parenti – Cast: Christian De Sica, Max Tortora, Ricky Memphis, Sabrina Ferilli, Paolo Conticini, Dario Bandiera, Ivano Marescotti, Katia Follesa, Valeria Graci, Giuseppe Giacobazzi – Genere: Commedia, colore, 113 minuti – Produzione: Italia, 2011 – Distribuzione: Filmauro – Data di uscita: 16 dicembre 2011.

vacanzedinataleacortinaLa sofferenza del format non dev’essere stata facile da digerire, visto che quest’anno il film è stato proiettato anticipatamente per la stampa, una gentilezza oramai in disuso per l’appuntamento natalizio di casa De Laurentis.

Dopo il passo falso dello scorso anno con “Natale in Sudafrica”, che ha sofferto e non poco il confronto con “La banda dei Babbi Natale” di Aldo, Giovanni e Giacomo, la premiata ditta del cine-panettone di De Laurentis tenta di rifarsi il trucco, con un ritorno alle origini e alla nostrana Cortina, cornice che ci riporta agli anni ottanta, all’Italia di Craxi, in cui debuttava “Vacanze di Natale”, tra yuppie rampanti e un finto benessere che scontiamo solo ora.

In aiuto del cine-panettone dolente sono arrivati i fratelli Vanzina, cui dobbiamo attribuire il merito di un restyling che ha liberato questo film dalla struttura decadente delle pellicole precedenti, purificandola in parte da certa volgarità greve e becera che per anni ha contraddistinto il filone vacanziero-natalizio.

“Vacanze di Natale a Cortina” abbandona le località esotiche e i protagonisti ricchi e privilegiati, per optare per una coppia benestante, interpretata da De Sica e dalla Ferilli, che sopravvive tra i tradimenti di lui e la solitudine di lei, e per Natale aspetta amici e parenti, come consueto, nella casa di Cortina. Ovviamente attorno a loro ruotano personaggi più o meno simpatici, ma se non altro credibili, frutto dell’attuale Italia del malcontento. Menzione speciale per Ivano Marescotti, la sua interpretazione è sempre una spanna al di sopra di quella degli altri.

La costruzione dei dialoghi più solida e articolata rispetto alla normale struttura della commedia natalizia degli anni passati, denota una svolta o se non altro il tentativo di migliorare il prodotto effettuata dai fratelli Vanzina.

Ma non abbiate paura, non mancano battute grossolane, superficialità, stereotipi usurati, e quant’altro necessità per accontentare un pubblico di estimatori, la cui maggior parte va al cinema solo a Natale. Il cine-panettone non piace a nessuno, eppure il box office dice il contrario.

La pellicola di queste vacanze 2011 è più vicina al mondo reale, ad un Italia dilaniata tra la voglia di grandezza e la mancanza di mezzi, tra i sogni di un’esistenza dorata sognata tra giornali di gossip e televisione spazzatura, e la realtà di un’economia reale fatta di sacrifici e scarse aspettative per il futuro. I Vanzina dipingono con arte il confondere la fama e la notorietà con il valere sul serio qualcosa, a livello morale e sociale; la cultura della non cultura ha ormai imbrigliato un paese piegato ai compromessi, che disconosce il merito e privilegia la mediocrità, purché sia luccicante.

Sia chiaro, la pellicola natalizia di casa De Laurentis rimane sempre il classico cinepanettone nazionalpopolare, ma senz’altro meno stupido e più vicino al mondo reale, con tutta la sua stupidità.

Maria Grazia Bosu

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