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Una promessa – Recensione

Patrice Leconte dirige un film tratto dal celebre “ Il viaggio nel passato” di Stefan Zweig

Regia: Patrice Leconte – Cast: Alan Rickman, Richard Madden, Rebecca Hall, Christelle Cornill, Maggie Steed – Genere: Drammatico, colore, 98 minuti – Produzione: USA, 2014 – Distribuzione: Officine Ubu – Data di uscita: 2 ottobre 2014.

una-promessa-loc“Una promessa” è un film che racconta la storia di un amore molto intenso al quale il destino non sembra proprio voler dare spazio: Friedrich e Charlotte. Il primo è un giovane di umili origini che, grazie alla sua efficienza, ha fatto strada in un’acciaieria: aveva cominciato a lavorare come semplice impiegato arrivando, poi, a farsi assegnare la carica di segretario personale del proprietario. Charlotte è la raffinata moglie del capo di Friedrich.

In un primo momento il destino sembra complice di questo amore, favorendo l’incontro tra i due. Karl, capo di Friedrich nonché marito di Charlotte, sarà costretto da una malattia a lavorare da casa e Friedrich, in qualità di segretario personale dovrà dapprima recarsi quotidianamente a casa sua per aggiornarlo, poi addirittura dovrà trasferirvisi in pianta stabile; questo manterrà la coppia di innamorati a stretto contatto. A ben vedere però, ciò sarà per i due più che una gioia, una sofferenza poiché, pur vedendosi ogni giorno, pur dormendo sotto lo stesso tetto, gli oneri coniugali di Charlotte non gli permetteranno di esprimere il loro amore.

Ad un tratto Karl assegna a Friedrich una missione di due anni in Messico. Sia il segretario che Charlotte si sentono morire difronte alla prospettiva di quel lungo distacco ma nessuno dei due può manifestarlo. Solo una cosa gli resta da fare: dichiararsi i loro sentimenti una volta per tutte e promettersi di amarsi al ritorno di Friedrich. Il problema è che anche la guerra ci metterà lo zampino, l’esilio di Friedrich dalla sua amata sarà molto più lungo del previsto e la loro corrispondenza, loro unico appiglio, verrà interrotta. Rimarrà da capire se dopo il distacco, dopo la guerra potrà ancora esserci posto per far finalmente fiorire l’amore.

Questo di Leconte è senza dubbio un prodotto interessante, quantomeno a causa del testo che lo ha ispirato dal quale non vuole distaccarsi di molto; la regia, nel fissarsi su delle linee molto pulite, per non dire quadrate, sembra quasi voler tradurre in immagine quella precisione linguistica per la quale Stefan Zweig si è sempre distinto.

Claudio Di Paola

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