Eco Del Cinema

Una donna per amica – Recensione

Tema stravisto per un film noioso cui unico pregio è la location salentina: ridateci “Harry ti presento Sally”

Regia: Giovanni Veronesi – Cast: Fabio De Luigi, Laetitia Casta, Valeria Solarino, Monica Scattini, Geppi Cucciari – Genere: Commedia, colore, 88 minuti – Produzione: Italia, 2014 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 27 febbraio 2014.

unadonnaperamicaDopo “L’ultima ruota del carro” Veronesi torna velocemente sul grande schermo (seppur in vero le due opere siano state realizzate in due anni differenti) con una pellicola tanto leggera da essere quasi inconsistente, che dovrebbe avere il suo fulcro narrativo sull’eterno dilemma: può esistere veramente l’amicizia tra uomo e donna?

I protagonisti della storia sembrano esserlo:  a Francesco, uno stimato avvocato, presta il volto Fabio De Luigi, mentre ad impersonare Claudia, deliziosa veterinaria dal carattere esuberante, c’è la bella Laetitia Casta.

Le vicende della coppia sono ambientate nella splendida cornice salentina, tanto bella da sovrastare la pochezza della storia, in alcuni momenti i paesaggi risultano quasi ingombranti tanto sono esili i dialoghi tra i personaggi.

Tema sovra sfruttato a parte, il film manca di una vera ossatura, e si perde in un susseguirsi disarmonico di momenti narrativi animati da figure stereotipate (la portiera dalla parlata dialettale incomprensibile, l’ex belloccio, la sorella problematica, l’attempata amica zitella), che danno vita a un noioso carosello di banalità del quale si può serenamente fare a meno, che trova il picco trasgressivo in un furto di bicicletta ai danni di un povero anziano. Non ce ne vogliano i lettori per la rilevazione!

In un paese cinematograficamente ripiegato dai diktat del botteghino, che premia solo le commedie, non ci si può più accontentare di un paio di gambe esotiche e del faccione del simpatico De Luigi, bisogna saper far ridere con un po’ di sostanza.

Non se ne dispiaccia Veronesi, che ogni anno, come una cambiale, torna sul grande schermo, a lui diamo lo stesso consiglio indirizzato tempo fa al suo sodale Pieraccioni: a volte si può stare fermi un giro, nella speranza che i soggetti riacquistino la freschezza di un tempo.

E visto che l’idea del film era venuta anni or sono a Veronesi e Nuti, la mente non può non pensare a come sarebbe stato il tutto con l’attore toscano dentro e fuori dal set, ci piace immaginare più effervescente.

Una parola la spendiamo anche per Procacci, produttore del ‘capolavoro’: un tempo quando in sala si spegnevano le luci e si sentiva il jingle della Fandango si era sicuri di vedere un film di qualità, ora sarebbe auspicabile che venissero fatte scelte più oculate, per non svilire il nome di una società di distribuzione con un passato da far invidia.

Comunque, se siete tanto stufi e affaticati dalle peripezie della vita, pagate il biglietto e godetevi la bella Casta e la deliziosa Puglia!

Maria Grazia Bosu

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