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Una canzone per te – Recensione

Un classico film per adolescenti che esplora, a suon di musica, il mondo del bel Davide e dei suoi amici

Regia: Herbert Simone Paragnani – Cast: Emanuele Bosi, Agnese Claisse, Michela Quattrociocche, Sergio Albelli, Alessandra Roca, Andrea Montovoli, Carolina Di Domenico, Carolina Benvenga, Guglielmo Scilla, Gabriele Galli, Martina Pinto, Valentina Correani, Marco Battelli, Marco Cassini, Claudio Falconi – Genere: Commedia, colore, 102 minuti – Produzione: Italia, 2010 – Distribuzione: Universal Pictures – Data di uscita: 28 maggio 2010.

“Una canzone per te” una-canzone-per-teè il primo lungometraggio del romano Herbert Simone Pagani, che ha curato anche la sceneggiatura della pellicola, assieme a Valerio Cilio.

Il film è l’ennesimo prodotto per adolescenti, ed ha per protagonisti dei ragazzi all’ultimo anno di liceo. Abbiamo il ragazzo carino, Davide, che canta in una band, con fidanzata ‘pariolina’ (così è stato definito il personaggio di Silvia dalla Quattrociocche che la interpreta) e tante fans, non manca lo sfigato, la ragazza alternativa, le crisi coniugali degli adulti. Improvvisamente per Davide la vita diventa un incubo, ma fortunatamente gli viene offerta la possibilità di tornare indietro, possibilità che il ragazzo accetta sperando di poter sistemare tutto.

C’è poi tanta, tanta musica; infatti pur non potendo considerare questa produzione un musical, la sonorità del film riesce meglio di molti dialoghi. Abbiamo brani d’annata, Ramones, Stranglers, Eddie & The Hot Rods, Cat Stevens, Harry Chapin, P.F.M., e inediti composti per il film da Zero Assoluto, Lost, Sonohra, L’Aura, Broken Heart College.

Questo grazie al direttore artistico musicale della pellicola, Luca De Gennaro, responsabile strategie musicale di MTV, rete che per la prima volta collabora in modo così determinante per la progettazione e la realizzazione di un prodotto cinematografico. Detto ciò il film scorre veloce, non ci si annoia e non ci si diverte troppo, magari si può rimanere infastiditi da certi personaggi un po’ troppo caricaturali.

Considerato il discreto consenso da parte del pubblico al quale sono indirizzati, viene da pensare che per questi giovani i film siano un po’ come i videogiochi, dove per poter salire di livello bisogna ripetere ossessivamente gli stessi percorsi. Ma in fondo, se come accade per queste storie, dobbiamo proprio pensare agli esami ridateci “Notte prima degli esami”, più simpatico, più divertente, più credibile.

Maria Grazia Bosu

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