Eco Del Cinema

Turbo – Recensione

La divertentissima storia della lumaca che voleva essere un’automobile da corsa

Regia: David Soren – Cast: Ryan Reynolds, Samuel L. Jackson, Paul Giamatti, Michelle Rodriguez, Maya Rudolph, Ken Jeong, Richard Jenkins, Kurtwood Smith, Luis Guzmán, Michael Peña, Ben Schwartz, Bill Hader, Snoop Dogg – Genere: Animazione, colore – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: 20th Century Fox – Data di uscita: 19 agosto 2013.

turbo-locSe fino a qualche anno fa la Disney Pixar era universalmente riconosciuta come la migliore casa d’animazione occidentale, nell’ultimo periodo la DreamWorks Animation ha dimostrato di non aver più niente da invidiare ai padri di Topolino. Steven Spielberg ha ormai messo in piedi una macchina efficace, in grado di portare sul grande schermo, con una tecnica delle più tecnologicamente avanzate, storie coinvolgenti ed emozionanti, come il suo gioiellino del 2013, “Turbo”.

Teo è una lumaca che odia ogni cosa dell’esistenza flemmatica, lenta e apatica della sua specie. Così mentre i suoi compagni si dedicano attivamente alla raccolta dei pomodori maturi e allo scarto di quelli marci, lui sogna un mondo di corse, guardando i campioni della 500 Miglia di Indianapolis. Teo è il classico tipo bizzarro di ogni comunità, quello un po’ matto, sempre scansato dagli altri; persino suo fratello Chet non lo capisce. Ma quando per un incidente il suo DNA viene alterato e il suo guscio riesce a correre a velocità elevatissime, paragonabili a quelle delle auto da corsa, il destino di Teo cambierà, insieme al suo nome. Da quel momento in poi sarà Turbo e dimostrerà al mondo che nessun desiderio è impossibile da realizzare se c’è la passione e che persino una lumaca può gareggiare con i più veloci del mondo.

Debutto alla regia di un veterano della DreamWorks, David Soren, animatore e storyboard artist presso la casa di produzione di Spielberg fin dal 2000, ai tempi di “La strada per El Dorado”, “Turbo” è uno sfavillante mix di comicità, velocità e magia. La magia di credere nei propri sogni contro tutto e tutti, incurante delle critiche altrui, all’inseguimento di quella vocina interna che sussurra: “ce la puoi fare”.

La regia è ottima e rischia di far dimenticare allo spettatore di trovarsi di fronte a un film d’animazione in cui tutto viene creato da zero, grazie a degli abili movimenti di macchina e a frequenti cambi di prospettiva e inquadratura che conferiscono un forte senso di realismo alla pellicola.

Colori sgargianti, accattivanti scenografie ed esilaranti trovate comiche fanno il resto. “Turbo” è un cartoon di qualità che farà contenti tutti: grandi, piccini, maschietti e femminucce.

Se proprio vogliamo trovargli un difetto, è di per certo la scarsa originalità: non sarà difficile per chiunque abbia visto “Ratatouille” accomunare Teo al protagonista della pellicola Pixar del 2007, Rémy. Entrambi i personaggi si sentono molto più vicini all’uomo che alla propria specie poiché la loro passione più grande contraddice completamente l’essenza della propria natura (Remy è un topo che ama cucinare; Teo una lumaca che sogna di correre a centinaia di chilometri orari). L’uno e l’altro saranno aiutati da un uomo per il raggiungimento del proprio scopo, a cui regalano la propria amicizia nonché la possibilità di svolta nella propria carriera.

Se la DreamWorks ha raggiunto i livelli Pixar, il prezzo da pagare è stato la propria identità: lo stile di “Shrek”, “Shark Tale” e “Giù per il tubo” è andato a perdersi negli ultimi anni per lasciare spazio a prodotti ottimi, ma poco personali e distintivi, di cui “Turbo” è l’esempio più calzante.

Corinna Spirito

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