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Transformers – La vendetta del caduto – Recensione

Sequel di “Transformers” del 2007, “Transformers: La vendetta del caduto”, nonostante l’uso e abuso di effetti speciali, non convince quanto il primo

(Transformers: Revenge of the Fallen) Regia: Michael Bay – Cast: Shia LaBeouf, Megan Fox, Jon Voight, John Turturro, Rainn Wilson, Josh Duhamel, Tyrese Gibson, Isabel Lucas, Matthew Marsden – Genere: Azione, colore, 147 minuti – Produzione: USA, 2009 – Distribuzione: Universal Pictures Italia – Data di uscita: 26 giugno 2009.

transformers-la-vendetta-del-cadutoVendetta tremenda vendetta. Da secoli muove orde di barbari e scatena antichi rancori mai sopiti, nella millenaria battaglia per prevalere sul nemico di turno. Vendette, rivincite, ritorni clamorosi sono l’amalgama giusto per raccontare ancora e ancora una storia che magari di per sé è già bella che chiusa, lo spunto per dar vita ad un sequel, per riprendere un percorso interrotto in precedenza ma potenzialmente fruttifero.

Tale ragionamento vale anche per i “Transformers”, saga traslata dalla linea Hasbro e arrivata al secondo capitolo cinematografico. Mirabolante, fracassone, dagli effetti visivi strabilianti e condito da alcune scene cult nel mischione polveroso di uomini e macchine. Ma eccessivamente lungo e con poca anima, specialmente in proporzione al notevole esordio, il blockbuster sorpresa diretto dallo specialista Michael Bay nel 2007.

Se a una renderizzazione fino a 72 ore per inquadratura non viene supportata una storia ad altissimo livello, l’incredibile sforzo grafico e creativo viene vanificato nella marea di esplosioni e battute insipide. Aggiungiamoci che il primo capitolo targato Paramount mixava benissimo dosi di ironia a scene d’azione e combattimenti vari, “La vendetta del caduto” appare meno sofisticato sotto il profilo sceneggiativo, curato in ogni caso da due veterani come Roberto Orci e Alex Kurtzman.

Gli effetti speciali creati dalla Industrial Light and Magic durano circa 50 minuti e sono il fiore all’occhiello di una produzione ad altissimo budget, in cui Bay si è specializzato negli ultimi anni (esordio boom con “Bad Boys”, 1995), ma che difetta di quell’ingrediente afrodisiaco per lo spettatore. Quel pizzico di novità che cattura l’attenzione rispetto ad un prodotto già visto e che dovrebbe riciclarsi in maniera frizzante, senza ricalcare le sue stesse orme e, soprattutto, svincolandosi dalla regola hollywoodiana del remake finalizzato al solo incasso.

In questa maniera gli atti di eroismo di Sam Witwicky e fidanzata (ancora effervescente il duo Shia La Beouf-Megan Fox), capitati nell’infinito scontro tra Autobot e Decepticons, stavolta guidati dal “Caduto”, rimane un esercizio di stile e poco altro. Tant’è che le scene migliori risultano quelle dove gli umani sono ancora protagonisti e le loro schermaglie, con menzione d’onore al vispo John Turturro, rivitalizzano un film meccanizzato fin troppo nel profondo e dal finale messianico. Superbo come una fabbrica di automobili, scintillante e spettacolare ma allo stesso tempo stucchevole negli innumerevoli e roboanti corpo a corpo.

“Transformers: La vendetta del caduto” è tutto questo, sagacia contro ostinazione, astuzia unita al coraggio, malvagità opposta alla fratellanza, insomma uno stupendo pezzo di metallo cinematografico che risponde semplicemente ad una mera esigenza commerciale. La dura legge del botteghino che lascia l’operazione fantascientifica in gran parte priva di energon, quell’energia universale necessaria a brillare di luce propria.

Simone Bracci

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