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The Wolf of Wall Street – Recensione

Leonardo DiCaprio è il convincente protagonista di una dark comedy brillante sulla vita di eccessi del broker Belfort che diventò miliardario truffando gli investitori americani

Regia: Martin Scorsese – Cast: Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Kyle Chandler, Jean Dujardin, Cristin Milioti, Matthew McConaughey, Margot Robbie – Genere: Poliziesco, colore, 165 minuti – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 23 gennaio 2014.

wolfofwallstreet-locÈ il 1984 quando, per la prima volta, Jordan Belfort si affaccia all’affascinante caos di Wall Street. Un modesto ventiduenne con la testa sulle spalle e tanta ambizione. Appena laureato e sposato, entra in un’importante società di borsa e, benché sia il primo arrivato, ai superiori appare subito chiaro che il ragazzo ha gli affari nel sangue. Spigliato, disinvolto, gran lavoratore, Belfort riesce in pochi anni a diventare broker.

Da lì il passo per mettersi in proprio è veramente breve. Giovanissimo assume un paio di dipendenti e fonda la Stratton Oakmont, società che farà la leggenda della Borsa, lavorando principalmente sulle penny stock, azioni che permettono ai broker di guadagnare profumatamente. Certo, il suo modo di manipolare i mercati non è propriamente legale…

Martin Scorsese affida a Terence Winter, per lui già sceneggiatore della fortunata serie televisiva “Boardwalk Empire”, il compito di adattare per il cinema il romanzo autobiografico di Jordan Belfort “Il lupo di Wall Street”, in Italia edito da Bur Rizzoli, e collabora, per la quinta volta in dodici anni, con Leonardo DiCaprio, nei panni del protagonista.

Il camaleontico interprete si trasforma in un uomo avido, incontentabile, superbo, pieno di sé e per questo estremamente magnetico. Perché, si sa, nessuno attrae come i bad boys e Jordan Belfort lo è di certo. Non per niente la stampa lo battezza “il lupo di Wall Street”, soprannome che fa suo in quanto rappresenta totalmente la sua essenza di divoratore vorace, non soltanto come broker ma anche come uomo.

La vita di Jordan Belfort è fatta di eccessi di cui ama vantarsi. Non si fa scrupoli nel truffare gli investitori se questo può renderlo miliardario e i soldi che riesce a togliere loro vengono impiegati per soddisfare i suoi appetiti: dalle donne alla droga, dalle cene ai viaggi, dall’abbigliamento alle automobili tutto è esagerato.

“The Wolf of Wall Street” è una dark comedy che si concede dei momenti di pura comicità, ma che per la maggior parte del tempo usa un’ironia nera per mostrare l’altra faccia del sogno americano. Il guadagno veloce, facile e in continua crescita diventa per Belfort la droga più potente, tanto da non riuscire a rinunciarci neanche di fronte all’evidenza dei successi raggiunti dalle indagini che l’FBI sta conducendo su di lui.

Leonardo DiCaprio buca lo schermo per l’ennesima volta nella sua carriera, riuscendo a calarsi perfettamente nei panni dell’insaziabile broker che più ha e più vuole. Nel suo sguardo riusciamo a leggere l’avidità di un uomo che non sa fermarsi neanche quando possiede qualsiasi cosa. La bellezza mozzafiato della seconda moglie, una biondissima modella dal viso d’angelo e il fisico statuario, non sazia certo la sua fame di sesso; l’aver provato qualsiasi tipo di droga non gli impedisce di andare in cerca di nuovi modi per “sballarsi”; e, neanche a dirlo, il denaro non è mai abbastanza.

DiCaprio non fatica minimamente nel passaggio dalle note drammatiche a quelle più comiche, anzi sembra divertirsi come non mai a interpretare il cinico Jordan Belfort.

Il lupo è fiancheggiato dal socio costantemente ubriaco o strafatto Donnie Azoff, interpretato da un convincente Jonah Hill, che, diretto da Scorse, regala senza dubbio la sua migliore performance. Si fa notare anche la pressoché sconosciuta Margot Robbie, più che seducente nel ruolo della gattina che incanta e sposa DiCaprio.

Il miglior attore non protagonista del film però è senza dubbio uno straordinario Matthew McConaughey che interpreta Mark Hanna, il primo capo del giovanissimo Jordan Belfort, ai tempi del suo arrivo a Wall Street. Il personaggio è presente nel film per soli quindici minuti circa ma siamo certi che il brillante monologo con cui svela all’inesperto talento i trucchi del mestiere resterà nella storia del cinema grazie alla carismatica interpretazione di Matthew McConaughey, inspiegabilmente ignorata agli Oscar 2014. Il suo “fugazy” è già cult.

Nella seconda metà del film la sceneggiatura risulta a tratti ripetitiva, ma probabilmente Martin Scorsese ne è ben consapevole perché “The Wolf of Wall Street” è un film di eccessi, proprio come l’esistenza del suo protagonista. D’altronde la regia del maestro è, al solito, impeccabile

Scorsese colpisce ancora nel segno realizzando una delle migliori pellicole prodotte nel 2013 perché il lusso sfrenato delle scenografie e degli oggetti di scena, la spettacolarità delle scene in nave e in elicottero, le feste scatenate piene di droga, prostitute e soldi a palate non distraggono Scorsese dal vero fulcro di ogni storia: l’io del protagonista. Il focus del regista non si allontana mai da un Jordan Belfort scritto con puntigliosità e interpretato con onestà e questa è sempre la carta vincente di chi di mestiere racconta storie.

Corinna Spirito

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